Advertisement
Storia "poconormale" del cinema: puntata 124

Una rilettura non convenzionale della storia del cinema. Di Pino Farinotti.
di Pino Farinotti

Nanni Moretti (Giovanni Moretti) (70 anni) 19 agosto 1953, Brunico (Italia) - Leone. Regista del film Habemus Papam.

venerdì 22 luglio 2011 - Focus

I grandi titoli
Credo che sia ormai noto il mio meccanismo di giudizio quando si tratta di selezionare in un bacino molto vasto. È quello della sensazione e della memoria immediata. Ciò che scova la memoria senza darle il tempo delle speculazioni e delle mediazioni. Rispetto agli anni Settanta, decennio di tematiche articolate, improntato più al momento individuale che a movimenti collettivi e di genere, la mia memoria estrae un titolo d'arte e qualità, da storia del cinema, Amarcord di Fellini; uno di grande impatto mediatico-scandaloso, Ultimo tango a Parigi di un regista comunque ritenuto "autore", Bertolucci. Dico che la scelta di questi titoli non è immune da un condizionamento, magari contenuto, di cultura cinefila, di mestiere. Un quanto di ragionamento inconscio, insomma. Ma se lascio che il meccanismo istintivo prevalga senza altre implicazioni, l'istantanea che la memoria compone è Terence Hill su quella slitta scalcinata trascinata dal cavallo. I "Trinità", e poi i successivi film della coppia Hill-Spencer, erano evasione, disimpegno, robetta facile, ma erano comunque cinema vero, e invenzione di cinema, con quell'ironia, quella cifra "tamarra" (adesso sappiamo) ma tamarra di classe: il western-commedia poco educato, ma redditizio. Lo dimostra il tempo. A decenni di distanza quei film tengono ancora le prime serate televisive. Non è un'indicazione da poco.

Ottanta
Anche gli Ottanta sono anni di individualità più o meno fortunate, mai fortunatissime, mai nell'eccellenza. I nomi sono molti e il meglio lo hanno già dato.
Bellocchio è ancora giovane, ma è uscito presto, ventenne aveva già molto inventato, in qualità e personalità. Sarà una garanzia nei decenni. Lo è ancora.
I Taviani si sono bene accreditati, negli anni '80 hanno già una loro nicchia. Avati ha già iniziato il suo discorso di buon autore, ma la sua creatività è troppo monocorde. Sarà un ottimo autore, mai un maestro. Un autore già importante è Scola che fa un ottimo film, La famiglia.
Si intravvede Salvatores nell'estremo lembo del decennio, l'89 appunto, che dirige Marrakech Express. Sarà, per qualche stagione un buon autore, vincerà persino un Oscar immeritato (detto anche da lui), con Mediterraneo. Si smarrirà una volta perduta la sua prima identità. Gli Ottanta sono invece il decennio della buona comicità. I nomi sono quelli di Verdone, Troisi, e Benigni. Certo non è grande cinema, non è "movimento". Anche Argento ha già offerto la sua parte migliore. Una citazione naturalmente gli è dovuta, a lui, raro esportatore di cinema italiano e "semi-inventore" di genere.

Eccezione
Naturalmente non può non esserci un'eccezione. L'Italia è un Paese a cui il cinema si addice con grande naturalezza. Il disordine, la non univocità di quella forma d'arte gli è congeniale in assoluto. Mi piace la metafora del calciatore in declino che tuttavia trova sempre il momento, per attitudine, tecnica e fantasia, magari non più per energia, di fare un gol d'autore.
L'eccezione è Nanni Moretti. Verso la fine del decennio precedente esattamente nel '78, venticinquenne, Moretti, con Ecce Bombo, sua primo film "vero", mostra un'attitudine magnificamente anomala per il nostro cinema: la capacità di rappresentare contenuti importanti con ironia, leggerezza, facendo sorridere e ridere. È un'esclusiva, parlo di alto profilo naturalmente, che gli appartiene. Ma c'è un'altra prerogativa, anche questa quasi sua esclusiva: Moretti è un ottimo scrittore. I suoi film partono da lì, com'è giusto che sia. Il regista non sarà mai un acrobata del linguaggio, la cinecamera non percorrerà mai chilometri di rotaie in dritto o in tondo, e neppure in alto o in basso. Si piazzerà sui volti e sui campi, più o meno lunghi, per rappresentare chiaramente, non per stupire in velocità. Ne La messa è finita Nanni è un prete triste, perché non può fare niente intorno a sé. Nel 1989 firma Palombella rossa, film vicino alla politica, certo di qualità, ma sopravvalutato, che apre la nuova fase, politica appunto, che diventerà, in futuro sempre più definita e perentoria. Citando Moretti, da molte stagioni, lo accompagno con la didascalia "... forse l'unica prova di esistenza in vita del cinema italiano...".
Per qualche tempo ho ritenuto di usare quel "lo accompagno" al passato. Per qualche tempo è sembrato che il meglio anche lui lo avesse già dato. Col suo ultimo Habemus Papam è tornato il grande autore di qualche tempo fa.

Gallery


{{PaginaCaricata()}}

Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati