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Scandali e martiri, Cannes al giro di boa

L'atmosfera del weekend e l'attesa per The Tree of Life di Malick.
di Ilaria Ravarino


lunedì 16 maggio 2011 - News

Feste, eccessi e scandali, il film che è già capolavoro, il film che non doveva esserci, il film che domani ci si mette in fila all'alba o non si entra. Il Festival di Cannes supera il giro di boa del primo weekend e dopo aver affondato impietosamente i Pirati dei Caraibi si scioglie in un lunghissimo applauso per The Artist di Michel Hazanavicius, muto bianco e nero (quindi molto festivaliero) sulla decadenza di una star di Hollywood al principio dell'era del sonoro. Meno fortunato L'apollonide - Souvenirs de la maison close di Bertrand Bonello, con la nostra Jasmine Trinca arruolata tra le prostitute di un bordello parigino: accoglienza fredda e nessuno scandalo, nel giorno dominato dal film shock della Quinzaine Code Blue di Ursula Antoniak, sconsigliato "alle persone facilmente impressionabili" e perciò gran successo di pubblico nella pigra domenica festivaliera. E mentre si spengono gli echi dei cannoni del pirotecnico festino dei Pirati, e dei rancori generati dal party di Nanni Moretti (invitati selezionati, esclusi eccellenti, malumore diffuso tra chi non si è notato che non c'era), la notte cannense a sorpresa si fa casta, spirituale e di preghiera. A pochi passi dal Palais inaugura domenica il Festival del Silenzio, "Dalla palma del martirio alla palma del Festival", iniziativa della scuola Jeunesse Lumiére «per portare la Chiesa tra la gente – dice una delle giovanissime volontarie – in un periodo in cui la gente non va in chiesa». I volontari forniscono anche una spiegazione in chiave religiosa dell'origine del premio più ambito del Festival, la Palma d'oro, che la leggenda profana vorrebbe in omaggio alla Phoenix Canariensis, la classica palma che i ricchi inglesi piantarono nei lussureggianti giardini delle loro ville a fine Ottocento: «La palma è il simbolo della vittoria contro il male e della fermezza della fede - dicono - ispirato ai martiri dell'Apocalisse di San Giovanni». Nessuno dei volontari, prudentemente, si pronuncia sulla possibilità che la Palma vada all'Habemus Papam di Nanni Moretti: «Noi non l'abbiamo visto. È buono?».
Alle prime luci dell'alba, all'inizio di una settimana che sparerà le cartucce più blasonate del concorso (Von Trier, Almodóvar, Kaurismäki, Mihaileanu, Sorrentino), c'è già fila davanti al Palais. In concorso oggi passerà The Tree of Life di Terrence Malick, da tutti atteso come la bomba nel cuore della selezione: lui, Malick, invisibile al pubblico da cinque anni, inattivo da The New World del 2004, sulla Croisette con un misteriosissimo dramma familiare accompagnato da Brad Pitt e Sean Penn, sarà la vera star della giornata. Suo l'unico film in concorso, a contendere l'attenzione a Hors Satan di Bruno Dumont, due premi a Cannes nel 1999 con L'Humanité e oggi nella sezione "Un certain regard", e a Tom Hanks, testimonial di passaggio in Costa Azzurra per sponsorizzare all'Hotel Carlton, più o meno svogliatamente, il primo Festival di cinema di Singapore.

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