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Festival di Berlino: Orso d'oro a Bal

Numerosi riconoscimenti per il russo How I Ended This Summer.
di Giancarlo Zappoli

Una giuria herzoghiana?
Semih Kaplanoglu 1963, Izmir (Turchia). Regista del film Bal.

sabato 20 febbraio 2010 - News

Una giuria herzoghiana?
Giuria in cui si legge l'impronta del presidente Werner Herzog quella che ha decretato i premi della sessantesima edizione della Berlinale. Dopo il tourbillon dei dieci giorni di festival, mentre rileviamo con rinnovato orgoglio la vittoria nella prestigiosa sezione Forum de La bocca del lupo, proviamo a visitare questi premi con degli estratti dalle recensioni che chi scrive ed Edoardo Becattini hanno pubblicato su MyMovies in questi giorni. Mi sembra sia il modo migliore per commentare le decisioni della Giuria (lasciando poi a chi legge l'opportunità di leggere la recensione nella sua integralità).

Orso d’oro per il miglior film Bal di Semih Kaplanoglu.
“Il film procede con grande lentezza facendoci percepire il tempo dilatato che avvolge la vita del bambino modificato solo dalla vita scolastica alla quale però partecipa con fatica e dolore senza inserirsi nei giochi dei compagni. Va quindi rispettato il lavoro di ricerca che il regista compie su aspetti di vita appartati della realtà sociale turca. Resta però il dubbio di un eccesso di compiacimento nei confronti di un estetismo che in più di un'inquadratura prolungata finisce con il risultare fine a se stesso indebolendo così la tenuta complessiva di un film che ha nella straordinaria bravura del piccolo protagonista un elemento di indubbia forza.”
Orso d’argento Premio della Giuria If I Want to Whistle I Whistle di Florin Serban e Premio Alfred Bauer per un’opera particolarmente innovativa “La nouvelle vague rumena pare rifrangersi anche sulle nuove generazioni senza portare grandi sconvolgimenti o nuove conformazioni. Dopo la sanzione nei festival internazionali dei vari Cristian Mungiu, Corneliu Porumboiu e Catalin Mitulescu (autore della pièce dal quale è desunto questo film), pare già possibile rinvenire una struttura standard che accomuna questi autori. L'assunto si concentra su un tema socialmente rilevante, si focalizza su un personaggio protagonista o testimone privilegiato della situazione da denunciare e si mette in scena la sua vita pedinandolo e standogli sempre appresso, come se fosse la camera a piegarsi ai movimenti del personaggio e al corso delle sue azioni, come se la finzione del cinema non potesse che star dietro alla forza dei personaggi reali.”
Orso d’argento al miglior regista Roman Polanski L'uomo nell'ombra.
“Roman Polanski potrebbe, a buon diritto, farsi aggiungere il nome di Alfred dopo questo suo thriller che si rifà al grande Hitchcock con una consapevolezza della classicità che pochi possono vantare senza scadere nel rifacimento privo di originalità. Il regista ha sempre privilegiato nel suo cinema l‘ambiguità del vivere, sia che si trattasse di giovani donne in attesa del figlio del demonio che di fanciulli costretti a rubare nell'Inghilterra dickensiana. Approda ora al thriller con risvolti spionistici grazie a un romanzo che rispetta profondamente e a un Ewan McGregor che ricorda senza perdere nulla in modernità (Al Qaeda e soprattutto Cia sono sempre minacciosamente presenti) i Cary Grant e James Stewart di un tempo.”
Orso d’argento alla migliore attrice Shinobu Terajima per Caterpillar.
“Si direbbe che per Wakamatsu la natura dei legami gerarchici fra uomo e donna è un mezzo, una sineddoche, per intendere l'identità di ogni belligeranza fra varie nazioni o culture. Il contrasto diviene quindi la forma privilegiata per veicolare il racconto: contrasto fra immagine sonora e immagine visiva (con i fieri bollettini di guerra delle radio giapponesi che si accompagnano alle immagini di violenza di Kurokawa sulle contadine cinesi), ma anche contrasto fra logica militare e desideri del nucleo familiare. Da questo punto di vista, non c'è differenza fra uomo e donna per Wakamatsu: Kurokawa è un uomo che, nonostante la sua condizione di quadriplegico, intende mantenere sulla moglie la sua figura dominante, mentre Shigeko trova nell'esposizione del corpo e delle medaglie del marito una forma di vendetta nei suoi confronti e di adulazione da parte degli altri membri del villaggio.”
Orso d’argento al miglior attore ex aequo How I Ended This summer film di Alexei Pogigrebski attori Grigori Dobrygin e Sergei Puskepalis e Orso d’argento al miglior contributo artistico How I Ended This summer fotografia Pavel Kostomarov film di Alexei Pogigrebski “Il deficit più grave, quello che in definitiva rende il film soltanto un tentativo malriuscito (per quanto formalmente affascinante) di ricreare fra i poli un'epopea alla Herzog, riguarda il passaggio dal contesto all'azione, dal ghiaccio dei paesaggi al fuoco del delirio: il racconto per ellissi costruisce una serie di situazioni disgiunte, frazionate, che, oltre a non agevolare la comprensione di quel che sta accadendo, non danno sufficiente respiro né a far emergere la paura e la natura degli istinti di sopravvivenza, né a sviluppare una tensione dal racconto. Tutte le pulsioni viscerali e ferine è come se si scatenassero in modo innaturale, come le emissioni controllate di un geyser artificiale".
Orso d’argento alla migliore sceneggiatura Apart Together.
“Le diverse generazioni sono ben rappresentate con le loro aspettative e con i loro differenti punti di vista che vanno dall'umano risentimento (il figlio allora neonato che è quello che tratta nel modo più scortese il suo vero padre) al genero businessman di Qiao. Wang Qu'an riesce però a trattare il tutto con grande levità seguendo da un pranzo all'altro (quanto è importante l'abbondanza di cibo per chi in passato ha patito la fame) l'evolversi di una situazione degna del miglior Eduardo De Fillippo.”
Oltre al premio miglior opera prima. Babak Najafi Sebbe (Generation) un Premio speciale è stato attribuito a Yoji Yamada per About Her Brother.
“Il regista giapponese ci dimostra che è ancora possibile passare in due ore dalla commedia al dramma raccontando un microcosmo familiare senza vergognarsi dei cosiddetti ‘buoni sentimenti’. Nella storia dello ‘zio matto’ (nulla a che vedere con quello di Amarcord) confluiscono infatti i temi del vivere con decoro, delle relazioni madre/figlia e nuora/suocera nonché il progressivo irrompere della modernità in un mondo non preparato ad affrontarne i lati negativi. La breve scena in cui il genero medico racconta alla suocera in cerca di spiegazioni perché ‘non ha tempo’ per parlare con la neosposa è emblematica di un mutamento negativo apparentemente irreversibile. Ma Yamada non crede al pessimismo e anche quando mira alla commozione cerca la soluzione positiva. Facendo un cinema che in Occidente si finisce col trattare con il sopracciglio alzato.”

I premi
Orso d'oro:
Bal di Semih Kaplanoglu. Gran premio della giuria:
If I Want to Whistle, I Whistle di Florin Serban.

Orso d'argento per la miglior regia:
Roman Polanski per L'uomo nell'ombra.

Orso d'argento per la migliore attrice:
Shinobu Terajima per Caterpillar.

Orso d'argento per il migliore attore:
Grigoriy Dobrygin e Sergei Puskepalis per How I Ended This Summer.

Orso d'argento per la migliore sceneggiatura:
Apart Together di Wang Quanan.

Orso d'argento per il contributo artistico:
Alexei Popogrebsky per la regia di How I Ended This Summer.

Miglior film d'esordio:
Sebbe di Babak Najafi.

Premio Alfred Bauer:
If I Want To Whistle, I Whistle di Florin Serban.

Premio Fipresci:
A Family di Pernille Fischer Christensen

Gallery


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