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Cate Blanchett: la regina del cinema compie 40 anni

L'attrice australiana festeggia oggi il suo compleanno.
di Paola Monticelli

Da Elizabeth a The aviator passando per l'Oscar
Cate Blanchett (Catherine Elise Blanchett) (54 anni) 14 maggio 1969, Melbourne (Australia) - Toro. Interpreta Elizabeth I nel film di Shekhar Kapur Elizabeth.

giovedì 14 maggio 2009 - Celebrities

A vederla è difficile pensare che oggi tagli il traguardo dei quarant'anni. La sua bellezza diafana, senza tempo, sembra provenire da un mondo lontano, probabilmente da quella Terra di Mezzo in cui è diventata Galadriel, regina di Lorien, nella trilogia più famosa del cinema, Il Signore degli Anelli.
Che Cate Blanchett, indossasse con grande naturalezza la corona e lo scettro regali, era già chiaro più di un decennio fa, quando diede vita sullo schermo a una delle regine più combattive della storia, quella Elisabetta I, che cambiò per sempre le sorti del Regno Unito e non solo. Il film porta agli onori della cronaca cinematografica, questa giovane attrice australiana che, dopo l'esordio in pellicole come Paradise Road e Oscar & Lucinda, finalmente ha l'occasione di dimostrare di che pasta è fatta ed è subito un giro di applausi da tutto il mondo. Nonostante il personaggio della Regina Vergine fosse già passato attraverso innumerevoli rivisitazioni cinematografiche, Cate Blanchett le ridà nuova linfa, aggiudicandosi un meritatissimo Golden Globe e una candidatura all'Oscar. Ripercorrendo la sua carriera da allora, appare subito evidente che l'attrice ha una certa predilezione per i personaggi storici, che seppur appartengano ad epoche e mondi diversi, sono quelli che noi chiamiamo "miti". Infatti dopo Elisabetta è la volta di un'altra grande donna, una regina della settima arte: Katharine Hepburn. Nel film The Aviator, firmato da Martin Scorsese, Cate interpreta la diva americana ai tempi della sua relazione con Howard Hughes, uno degli uomini più potenti degli Stati Uniti tra gli anni '30 e gli anni'40, produttore e regista cinematografico e maniaco dell'aviazione, tanto da progettare diversi velivoli. Noto per i disturbi mentali di cui soffriva, visse con la Hepburn una storia tormentata. Calarsi nei panni di un'attrice che ha fatto la storia del cinema, è stata un'impresa ardua, ma Cate ha accettato la sfida, infischiandosene dei paragoni inevitabili e di una differenza fisica tra le due attrici difficile da colmare. Come si è preparata allora? "Leggendo tutto quello che è stato scritto su di lei, ma soprattutto osservando, assorbendo, ascoltando le varie opinioni. Una donna come lei, con quella forza d'urto, susciterà sempre pareri contrastanti. Ho pensato che per me la cosa migliore fosse dare ascolto a tutti: da qualche parte ci sarebbe stata lei, la persona concreta, in mezzo a tutte quelle cose un po' vere e un po' false". Sul tappeto rosso degli Academy Awards, la pellicola vince cinque Oscar e uno porta il nome di Cate Blanchett. Ogni paragone viene messo a tacere.

Il filone dei personaggi storici prosegue con un'interpretazione che lascia cadere ogni dubbio sulla Blanchett attrice (se ancora ce ne fossero) e che ha dell'impossibile: diventa Bob Dylan, il re americano della musica, dei movimenti sociali, del pacifismo. L'occasione le viene data da Todd Haynes che vuole imbastire un docufilm attraverso sei attori che rappresentino sei diversi aspetti della vita e della musica di questo mito della cultura pop. Con Io non sono qui, Cate Blanchett lascia tutti senza parole: "Era una richiesta così pazza che non sono riuscita a rifiutarla. E ho trovato molto astuta la scelta di inserire una donna nel gruppo dei sei attori che interpretano Dylan. È un artista conosciutissimo e il rischio, nel farlo impersonare da un attore, era che la gente pensasse: "questo non è lui". Invece, mettendo nei suoi panni una donna, si esce dalle gabbie della somiglianza e della verosimiglianza". Questo esperimento psichedelico e sopra le righe (apprezzato anche dallo stesso Dylan), premia la performance dell'attrice con la Coppa Volpi al Festival di Venezia e la nomination all'Oscar. Aldilà di un filone storico, nella sua filmografia scorrono film diversissimi, ma che hanno in comune l'essere pellicole di gran classe, confermando l'intenzione della Blanchett di costruire una carriera di qualità, vivisezionando ogni copione con l'idea di onorare sempre la settima arte. E' così che vi ritroviamo titoli che vanno da Intrigo a Berlino a Diario di uno scandalo, passando per Bandits e Babel, e l'ultimo Il curioso caso di Benjamin Button, in pole position per l'Oscar 2009 (poi battuto da The Millionaire), che ci ha permesso di immaginare una Cate Blanchett tra quarant'anni (mentre Button-Pitt ringiovanisce), che si confronta con l'idea della vecchiaia e della morte. Ma lei cosa ne pensa? "Io ho familiarizzato con l'idea della morte quando avevo dieci anni e mio padre fu stroncato da un infarto. A proposito della vecchiaia dobbiamo rassegnarci, non ho voglia di lottare troppo contro i segni lasciati dal tempo. D'altra parte amo i volti e i corpi che cambiano e che sanno raccontare la storia di una vita."
Anche noi amiamo il volto di Cate Blanchett, attraverso il quale riusciamo a leggere uno dei capitoli migliori del cinema dei giorni nostri. Buon compleanno regina!

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