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Non c'e' più Jennifer Jones, bellissima dei paradossi

Muore ieri sera a Malibù l'interprete di Bernardette.
di Pino Farinotti

Muore l'attrice premio Oscar Jennifer Jones
Jennifer Jones (Phyllis Flora Isley) 2 marzo 1919, Tulsa (Oklahoma - USA) - 17 Dicembre 2009, Malibu (California - USA). Interpreta Emma Bovary nel film di Vincente Minnelli Madame Bovary.

venerdì 18 dicembre 2009 - Celebrities

Muore l'attrice premio Oscar Jennifer Jones
J ennifer Jones ebbe l'Oscar per l'interpretazione, magnifica, di Bernadette. Era il 1943, Jennifer aveva 24 anni. Solo che la Soubirous, quando ebbe l'apparizione della Signora nella grotta di Massabielle, ne aveva 14. Può essere inteso come un paradosso, uno dei molti che riguardano la Jones. Per accreditare il concetto cito due ruoli opposti, ruoli d'amore. La meticcia di Duello al sole dove lei, 27enne scottante di sesso, seduce tutti, con quegli occhi davvero di fuoco e quella pelle davvero di seta. Non sembrava davvero la stessa attrice che pochi anni prima aveva dato corpo e volto a Bernadette. E poi L'amore è una cosa meravigliosa, dove Jennifer 36enne, dottoressa eurasiatica (ancora...) si innamora di William Holden col quale forma la coppia d'amore più famosa ed efficace forse di tutta la storia del cinema, seppure con qualche dose di melo di troppo.
Estremi di una bellissima e grande attrice. Jennifer, morta a novant'anni, era l'ultima di una generazione di dive che seguiva la prima del grande cinema americano, quella della Garbo, della Dietrich e della Hepburne. Le coetanee, più o meno, di Jennifer si chiamavano Rita Hayworth, Deborah Kerr, Susan Hayward, Ava Gardner. Attrici capaci di affrontare temi diversi, meno univoci, più complessi delle loro sorelle maggiori. La Jones partì bene, era figlia di gente di spettacolo, giovanissima si trovò inserita a Hollywood, giovane sedusse uno dei più potenti produttori americani, David Selznick, quello di Via col vento, che la valorizzò nell'eccellenza dei ruoli e delle produzioni. Jennifer ha anche toccato la letteratura più alta. E' stata infatti la dolente e trasgressiva e sessualmente implosa Emma in Madame Bovary, regista Minnelli, romanzo fondamentale di Flaubert e della letteratura del mondo. E poi Tenera è la notte, altro titolo del mondo di Scott Fitzgerald, la vede dare corpo e volto a Nicole Dyver, l'affascinante malata di mente, alter ego della vera Zelda Fitzgerald. Il regista era Henry King. Scremando l'essenziale della vita di Jennifer Jones, cito qualcosa di italiano, Stazione Termini, di De Sica, dove l'attrice era a disagio, ma era a disagio anche De Sica.
E se devo scremare una sequenza, una sola che la rappresenti, non ho dubbi: lei che percorre in salita il poggio erboso che si affaccia sulla baia di Hong Kong con le braccia protese verso William Holden che l'aspetta, e poi si abbracciano sotto quell'albero. Che c'è ancora.

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