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Esce oggi Il Farinotti 2010

È nelle librerie Il Farinotti 2010 in collaborazione con MYmovies.
di Pino Farinotti

Il cinema dalla A alla Z
Kate Winslet (Kate Elizabeth Winslet) (48 anni) 5 ottobre 1975, Reading (Gran Bretagna) - Bilancia. Interpreta April Wheeler nel film di Sam Mendes Revolutionary Road.

giovedì 22 ottobre 2009 - News

Il cinema dalla A alla Z
Il Farinotti è il primo e più completo dizionario di tutti i film distribuiti in Italia. Ed è anche l'unico che si pone, fin dalla sua prima edizione, dalla parte del pubblico: in ogni scheda, infatti, il giudizio che accompagna il film è frutto delle opinioni spesso rigide della critica e le preferenze e il successo riscossi al botteghino. Sono presenti tutti i generi di film: la commedia e il cinema d'autore, la fantascienza e il western, i thriller e i "cinepanettoni", gli horror e i film d'azione... Con oltre 35.000 titoli, è un dizionario in grado di soddisfare le curiosità di qualsiasi lettore. Dal sito internet www.mymovies.it è inoltre possibile accedere a contenuti speciali, trailer, locandine, foto dal set ma anche forum di discussione con critiche e pareri dei lettori. Il Farinotti 2010 è il cinema dalla A alla Z!

Fatti nuovi
Sono due i fatti nuovi dell'edizione 2010 del Farinotti. Il primo: diventa annuale. L'adesione del pubblico è stata importante, ha determinato un grande successo del volume, grazie al format, al prezzo, e alla linea editoriale, sempre più riconosciuta "dalla parte del pubblico". Il pubblico, appunto, ha inteso e condiviso la mediazione fra critica (prevalente) corrente, coi suoi codici non sempre condivisi dal popolo del cinema, e il gradimento degli spettatori. Ribadisco una formula che va a integrare l'altra didascalia: un grande film non è mai proiettato in una sala troppo vuota (parlo di un titolo... magari coreano, beatificato dalla critica) o in una troppo piena (i film intorno al natale). L'aggiornamento 2010 aggiunge quasi 500 nuovi titoli. Sono molti. È un bell'arricchimento. Com'è consuetudine la redazione ha accolto le indicazioni dei lettori, inserendo magari titoli che non fanno parte della "normale" distribuzione nelle sale (uscite in Dvd per esempio) ma comunque di qualità. Il "promemoria" vale anche per certi film dimenticati nel tempo. Fra i titoli segnalati dai cinefili ci sono molti "muti". Ebbene il cinema muto non ha mai fatto parte del Farinotti, salvo alcuni superclassici che costituiscono la spina dorsale del cinema, come Intolerance, La febbre dell'oro, o il "Potemkin". L'altro fatto nuovo è una new entry importante. Il dizionario avrà due titolari, Pino e Rossella Farinotti, mia figlia. La ragioni sono soprattutto due: il mio impegno ormai invasivo, su altri versanti, i romanzi, la saggistica, la docenza. Naturalmente parlo di disimpegno parziale, continuerò a vedere i film e a comunicare. L'altra ragione è la cultura. Come molti operatori della mia generazione ho spesso dovuto adattarmi all'evoluzione del gusto e del mercato, mediando, attribuendo magari molte stelle a un film al quale, per cultura e attitudine, ne avrei date di meno, patteggiare col gradimento del popolo che va al cinema, che è quello giovane. Rossella è parte naturale di quel popolo, questo è il suo cinema. Diciamo che Rossella e io saremo l'uno garante dell'altra. Ed entrambi garanti del pubblico.

Pino Farinotti

Passaggio parziale di testimone
Pino Farinotti, mio padre, ha ritenuto che fosse arrivato il momento di un parziale disimpegno dal Dizionario. È il titolare del Farinotti dal 1980. Va detto che, nel tempo, sono stata preparata a questa eredità. Negli anni decisivi, fin da molto piccola, e poi più avanti, fino alla laurea, ho visto tanti film con mio padre. Le sue spiegazioni e la sua assistenza andavano sempre oltre il puro specifico del cinema. Se vedevo Il dottor Zivago, ne uscivo informata sul regista Lean, attraverso Ralph Richardson ecco qualche nozione sul teatro shakespeariano, Geraldine Chaplin era l'occasione per un excursus su suo padre e anche su suo nonno Eugene O' Neall. Poi c'era, naturalmente la Rivoluzione di ottobre e poi c'era Pasternak. C'era lo scrittore, e lì papà si soffermava perché il rapporto libro&film gli è sempre stato a cuore, è lo specifico delle sue docenze, ci si muove con passione. L'unicum libro/film mi ha di riflesso portato a leggere, molto presto, tutti i grandi romanzi che fanno parte della mia educazione, e di molti altri naturalmente. Una volta fui mandata a Chicago per un seminario su Tennessee Williams. Il mio percorso all'inizio non poteva che essere indotto, suggerito. Per anni Cantando sotto la pioggia è stato un mio "amico del cuore". Un anno Farinotti era in una commissione al festival di Venezia. A una cena gli misero vicino un tale cui era stato attribuito il Leone alla carriera. Mio padre mi chiamò e mi passò Stanley Donen. Il regista di "Cantando" e di "7 spose" era incredulo nel sentire una diciottenne che sapeva tutto di lui. Dunque "Singin", anche per quel rapporto diretto, ha continuato ad essere amico del cuore, ma accompagnato da altri naturalmente, che ho scelto via via, secondo progresso e cultura, quando mio padre diventava sempre più suggeritore che insegnante. Naturalmente il gusto comune valeva sempre, in chiave di qualità indiscussa: Bergman, Ford, Hitchcock, Chaplin, Carné e Renoir, i grandi italiani del realismo, e altri, insomma i maestri, le basi accreditate e indispensabili. Su Welles ho fatto un intero corso. Per Griffith e Ejzenstejn ho suscitato l'invidia di mio padre quando mi vedeva sorbirmi quei film, integralmente, e mi piacevano. E non posso non rilevare l'attitudine morale di Farinotti, spesso criticata, che emerge a volte nei giudizi. Lui sta dalla parte dei buoni. Ecco la ragione di tante, forse troppe stellette attribuite ai classici del west. Farinotti odia la saga horror dell'Enigmista, (senza stelle), io non la considero il male peggiore del cinema, semplicemente un "male di mercato" che dobbiamo sopportare. Amo Le Iene e Trainspotting, mio padre li considera solo film ben fatti. Dei "classici comuni con mio padre" cito Les enfants du paradis, Ossessione, Viale del tramonto, Marnie, Colazione da Tiffany, Grease. Condivido la sua passione per Wenders, Almodovar e i Coen, anche se non per ... l'opera omnia. Amo Gus Van Sant e avrei dato cinque stelle a Across the Universe e a Frida. Se penso a un genere, se così vogliamo chiamarlo, emergono i film tratti dal romanziere Hornby (About a boy, Alta fedeltà) o le storie inglesi alla Bridget Jones. Pino Farinotti mi ha detto: "bada che rileggerò ciò che scrivi, ma so che... avrò poco da correggere."

Rossella Farinotti

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