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Go Go Tales: storie di vita in un locale di spogliarelliste

L'indipendente Abel Ferrara racconta la difficoltà di fare cinema.
di Tirza Bonifazi Tognazzi

Go Go Girls, le ragazze di Ray

mercoledì 18 giugno 2008 - Incontri

Go Go Girls, le ragazze di Ray
Adrian, Elektra, Kelly, Goldie, Leila, Dolly, Sugar, Madison, Monroe, Debby sono alcune delle ragazze scritturate da Ray Ruby (una vita passata nei night club e una spesa nelle ricevitorie del lotto) per intrattenere i clienti del suo Paradise, un locale di ballerine spogliarelliste. I loro corpi tonici e imbrillantinati si muovono sinuosi sopra e sotto il palco, ma dietro le quinte fremono e s'incapricciano. Ray ha speso gli ultimi soldi tentando per l'ennesima volta la fortuna al lotto. È in ritardo con il pagamento dell'affitto del locale e dovrà mandare le ragazze a casa senza un soldo, a meno che il vento non abbia deciso di girare in suo favore. Se i protagonisti dell'altamaniano Radio America andavano consciamente incontro alla chiusura del loro programma e si preparavano all'ultimo show, in Go Go Tales, nonostante le insidie, il sogno di Ray è alimentato dalla fortuna e dall'amore per il suo locale. Un sogno increspato dalle difficoltà economiche, metafora del cinema e delle avversità che un regista indipendente deve affrontare per realizzare un film. Ne abbiamo parlato con Abel Ferrara che, accompagnato dalle sue Go Go Girls e da Willem Dafoe, ha riprodotto in conferenza stampa la stessa allegra confusione del suo ultimo film.

Reale e surreale
Willem Dafoe: Avevo già lavorato con Abel, ma stavolta è stato meglio perché insieme, giorno dopo giorno, siamo riusciti a ricreare l'atmosfera del club. Il Paradise cinematografico aveva tutte le dinamiche di questo tipo di locali e questo soprattutto grazie ad Abel che aveva bene in mente, sin dall'inizio, il senso del luogo. Inoltre ognuno di noi aveva un ruolo ben definito, ma questo non ci ha trattenuto dal poter contribuire alla storia. Non ci siamo limitati a recitare sulla base del copione, ma abbiamo potuto creare questa storia insieme ed è stato un po' come fare un salto nel buio. Spero che il film sia riuscito a catturare il senso di difficoltà della vita e di questo proprietario nel gestire il suo club.

La difficoltà di fare cinema
Abel Ferrara: Avrei dovuto girare questo film a New York, ma quando eravamo pronti, il proprietario del locale ci ha buttato in strada il set per morosità. Ma, come si suol dire, tutte le strade portano a Roma, e alla fine, a otto anni dall'inizio del processo di lavoro, sono riuscito a realizzarlo in questa città. Ogni film ha il suo momento e quando quel momento arriva devi trarne il maggior vantaggio possibile. Alla fine un film lo realizzi quando riesci a mettere insieme tutti i pezzi.

L'ossessione (di Ray) per il gioco
Abel Ferrara: Mio padre era un allibratore e se c'è qualcosa che ho imparato da lui è che non bisogna mai scommettere su niente all'infuori di se stessi. In America la paga viene data ogni venerdì, ma quando fai un mestiere come il nostro non ti pagano regolarmente. Il film riflette il lavoro che facciamo: il cinema è una scommessa che si fa su se stessi. E in Go Go Tales Ray Ruby non fa altro che scommettere su se stesso.

La fortuna
Willem Dafoe: C'è stata intesa e complicità tra me e Abel. È vero, Go Go Tales è una metafora del mestiere del cineasta indipendente. Il film riguarda tutti quei sognatori che vogliono fare qualcosa nella vita. Mi ricorda anche molto la vita stessa di Abel perché ha in comune tutti gli elementi biografici. E comunque la fortuna c'entra eccome. Senza un pizzico di fortuna nessuno di noi sarebbe qui oggi.

Il remake de Il cattivo tenente
Abel Ferrara: Mi hanno fatto giurare di tenere la bocca chiusa su questo argomento. Mia madre diceva sempre che se non hai cose carine da dire sul prossimo è meglio se stai zitto. Il mio commento sul remake del mio film (in fase di lavorazione, con la regia di Werner Herzog e la partecipazione di Nicolas Cage, NdR) è questo: se non riesci a tirare fuori idee originali, tieniti alla larga dalle mie! E comunque, non hanno le palle per avvicinarsi a quel film.

Pericle il nero
Abel Ferrara: Anche per questo film sto andando incontro a innumerevoli difficoltà. Scamarcio ha avuto dei problemi familiari e spero possa presto rientrare al lavoro. Nicholas St. John, con il quale sono cresciuto e che rappresenta la fonte della mia originalità, non è più interessato a fare questo mestiere. Zoë Lund, che ha scritto Il cattivo tenente, non è più fra noi, e questo mi fa ulteriormente arrabbiare. Senza contare che il libro di Giuseppe Ferrandino è molto difficile da tradurre in cinema. Nel frattempo però sto lavorando con il produttore de Il padrino e The Million Dollar Baby a un film western con Willem Dafoe nei panni del pistolero più veloce del west.

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