Il regista David Ayer porta sullo schermo la sua visione della dura vita delle strade di Los Angeles South Central, con una storia intrisa d'amicizia, lealtà e amore il cui protagonista è Christian Bale, nei panni dell'ex ranger Jim Davis.
di Claudia Resta
Il film
Jim è un veterano della Guerra del Golfo, tormentato dai ricordi della sua vita nell'esercito americano e incapace di tornare alla vita civile: perseguitato dagli incubi e allergico al lavoro d'ufficio, brucia tutti i suoi risparmi, in attesa di offerte che non arriveranno mai. Dovendo cercare un lavoro per riuscire a sposare la fidanzata messicana, si ritrova a confrontarsi con il suo migliore amico, Mike, interpretato da Freddy Rodriguez: i due sono legati in modo profondo e il loro rapporto subisce un contraccolpo quando Mike, al ritorno di Jim a Los Angeles, torna a essere invischiato nel crimine. I due in poche ore piantano i semi della propria fine. Proprio Christian Bale rivela alcuni retroscena del suo personaggio.
Che ricerca hai fatto per prepararti a interpretare Jim?
Mi sono ispirato principalmente alle storie di Dave Ayer stesso: i soldati, le gang e quant'altro. Siamo rimasti tre settimane in giro sulle macchine della polizia, a parlare con i criminali o fermi nei bar. Dave mi ha raccontato la vita di Chicago, i dialetti, lo slang e le follie di una grande città.
Hai ricevuto critiche dai soldati per l'interpretazione di Jim?
Non mi pare di averli dipinti come psicopatici, come qualcuno ha detto. I soldati non sono privi di cervello, si fanno domande. Combattono per lealtà nei confronti di chi hanno al loro fianco e per il benessere generale, che non sempre è quello immediatamente visibile.
Hai fatto anche un addestramento specifico?
Sono stato al poligono con i Ranger e ho imparato a montare e smontare gli M16 e gli M4. C'erano anche famigliole, al poligono, e ci guardavano con gli occhi sbarrati. Alla fine ho imparato a usare anche armi che non sono servite nel film.
Cosa ti è piaciuto di più, nel girare questo film?
La festa che abbiamo fatto a Ensenada, in Messico: abbiamo invitato tutto il paese, hanno ucciso un maiale, c'era la banda e tutti ballavano. Abbiamo offerto da bere a tutti: è stata una serata genuina e proprio nel mezzo ci siamo messi a girare le scene, con gli operatori che s'infilavano tra gli invitati.
Quanto è rimasto in te di Jim?
L'intensità delle scene e dei contenuti è stata tale per cui Jim e io siamo stati quasi la stessa persona per tutta la durata delle riprese. L'ultimo giorno eravamo nel deserto, siamo andati avanti tutta notte, la mattina dopo alle 8 abbiamo aperto una bottiglia di tequila per festeggiare la fine lavori... e Jim se n'è andato.