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Un documentario su lla città di Prato e l'impatto ambientale causato dall'industria della moda. Espandi ▽
Stracci è un documentario che parte da Prato e viaggia in tutto il mondo, affrontando il tema dell'impatto ambientale dell'industria della moda. Il cuore del documentario è il racconto di un'esperienza di economia circolare straordinaria, antichissima e tornata di grande attualità: quella del riciclo della lana da parte delle industrie tessili del distretto pratese, un esempio da seguire. Recensione ❯
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Un doc dedicato ad una donna straordinaria: Ella Blumenthal. Espandi ▽
Ella Ella Blumenthal non è una signora di 98 anni come tutte le altre. La sua personalità magnetica e il suo passato sono sorprendenti. Di origine sudafricana, è sopravvissuta all'Olocausto. Recensione ❯
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Il regista riflette sulle strategie militari necessarie all'occupazione di un territorio straniero. Espandi ▽
Cinquantaquattro anni. Tanti sono quelli trascorsi da quando l’esercito israeliano ha occupato i territori della Cisgiordania e della Striscia di Gaza. Sono “i primi”, perché dal 1967, e ancora oggi, è estremamente difficile leggere il contesto e capire se la presa, reale e psicologica, si allenterà o meno. In una trattazione articolata, punteggiata dalle testimonianze dei protagonisti dell’occupazione, l’ultimo documentario di Avi Mograbi individua tre fasi storiche distinte e si presenta immediatamente come ricapitolazione di un conflitto tra i più complessi. Avi Mograbi, filmmaker selezionato dai principali festival internazionali, da oltre due decenni riflette con taglio peculiare e forte partecipazione personale sulle contraddizioni laceranti della questione israelo-palestinese. Con quest’opera cerca di dare un ordine logico razionale, in forma di manuale tecnico-strategico, a un contesto specifico, ma che potrebbe anche estendersi ad altri. Creazione concettuale e indagine storica imponente, che richiede un livello di attenzione e interesse pari alle sue ambizioni. Recensione ❯
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Julia racconta la storia della leggendaria autrice di libri di cucina e superstar televisiva che ha cambiato il modo in cui gli americani pensano al cibo, alla televisione e persino alle donne. Recensione ❯
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Un padre si trova davanti a un conflitto morale dopo che la figlia è stata uccisa in una faida. Espandi ▽
Dopo che una diciottenne viene uccisa in una faida familiare nelle montagne albanesi, il padre si trova in conflitto tra il rispetto del codice tribale, il 'Kanun', e una difficile strada di riconciliazione. Recensione ❯
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La regista segue la storia di una sua amica che come lei si è trasferita dalla Bielorussia alla Francia. Espandi ▽
La regista nata in Bulgaria riprende l'amica Aliona, di origine bielorussa, che sta scrivendo un libro sul padre scomparso molti anni prima. Entrambe si sono stabilite da tempo in Francia e il vero tema del film è come creare in una lingua e in un contesto diverso da quello nativo. Senza perdersi "in translation" e anzi provando a immaginare un linguaggio complesso e differente, dolcemente sospeso tra sogno e realtà. Recensione ❯
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La straordinaria storia di un uomo, Amin, che decide di rivelare per la prima volta un doloroso segreto nascosto per oltre vent'anni. Espandi ▽
Flee è la storia di un incontro: del regista Jonas Poher Rasmussen con quello strano ragazzo che, sul treno che portava entrambi a scuola, sedeva solo con lo sguardo fisso davanti a sé; e di quello stesso ragazzo di origine afghana, di nome Amin, che nel corso degli anni ha trovato di raccontare all’amico la sua storia. Flee è un documentario d’animazione, genere oggi molto frequentato, che usa il tratto a disegno per mettere una distanza tra l’obiettivo della macchina da presa e l’intimità del protagonista. Rasmussen lavora in maniera semplice ed elementare, come in fondo dimostra anche l’ultima inquadratura del film, che trova il fotorealismo nel momento in cui si congeda dallo stesso Amin. Costretto ad abbandonare il suo paese da ragazzino, Amin ha perduto l’idea di casa, di protezione, di sicurezza… L’animazione diventa così una fase di passaggio, la strada necessaria da percorrere – dopo tutte le miglia consumate, dopo tutte le partenze e i ritorni – per arrivare finalmente nella propria casa. Recensione ❯
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Il regista aggiorna la sua monumentale opera sulla storia del cinema con un nuovo capitolo. Espandi ▽
L'autore di "Story of Film" aggiunge un nuovo capitolo ai 15 che componevano quella rivisitazione esplicitamente personale della Storia della Settima arte. Trascorsi vent'anni dall'inizio del nuovo millennio giunge ora sullo schermo con un film rivolto ai cinefili come lui che ama far saltare le frontiere, sia di origine dei film ma anche di genere, non avendo alcuna remora nell'accostare opere d'essai con blockbuster conclamati.
Cousins si espone in questo documentario come forse non aveva ancora fatto in precedenza esplicitando giudizi che si possono o meno condividere ma che provocano comunque una riflessione.
Cousins si può occupare sia di Mad Max: Fury Road (guarda la video recensione) di George Miller come di Adieu au langage di Godard. Che poi affermi che il primo è il miglior film action dei nostri tempi è ovviamente una valutazione opinabile ma questo fa parte del gioco di un cinefilo e storico tanto eclettico quanto interessato a vedere dove sta andando il cinema. Recensione ❯
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Il pellegrinaggio meditativo e letterario di Paolo Cognetti, in direzione (e in contemplazione) dell'Alaska di 'Into the Wild'. Documentario, Italia2021. Durata 82 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un percorso originale e dal potente impatto visivo, sulle orme di Ernest Hemingway, Raymond Carver, H.D. Thoreau, Jack London, Herman Melville e Chris McCandless di Into the Wild, in un viaggio letterario ed emozionante dalle Alpi all'Alaska. Espandi ▽
Nel 2019 lo scrittore Paolo Cognetti, autore di "Le otto montagne" (premio Strega 2017) progetta con l'amico Nicola Negrin, illustratore, un viaggio carico di significati. L'itinerario è definito dai luoghi legati agli scrittori più amati da Cognetti: da Milano i due volano verso gli Stati Uniti, a Port Angeles (nello stato di Washington), dov'è sepolto Raymond Carver, passando per i territori dello Yukon in cui Jack London ha composto Il richiamo della foresta, tra suggestioni di Herman Melville ed Ernest Hemingway. Fino al Denali National Park, in Alaska, al Magic Bus che fece da casa a Christopher McCandless, il protagonista di "Nelle terre estreme" di John Krakauer reso celebre dal film Into the Wild di Sean Penn. È infatti attraverso quella visione che Cognetti, classe 1978, a trent'anni ha scoperto Henry David Thoreau e sposato quella scelta, se pur con minor radicalità. Tanto che in apertura rielabora proprio un passo da Walden ovvero vita nei boschi di Thoreau. Recensione ❯
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Il regista torna sull'omicidio che ha cambiato la storia dell'America. Espandi ▽
Trent'anni dopo JFK - Un caso ancora aperto, Oliver Stone ritorna sull'ossessione di una vita e riprende da capo la storia dell'uccisione del presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy, a Dallas, il 22 novembre 1963: lo shock della notizia, l'arresto e l'uccisione di Oswald, la creazione della Commissione Warren e le sue conclusioni che esclusero un complotto, i dubbi sulla famigerata pallottola singola, sul foro d'entrata di una ferita alla gola del presidente, gli insabbiamenti della Cia, la guerra del Vietnam, le lotte per i diritti civili. Un viaggio a ritroso nella vicenda più controversa del Novecento americano, condotto come sempre con passione e abilità drammaturgiche. Grazie alla desegretazione di nuovi documenti e alle ricerche condotte negli ultimi decenni (anche dopo il successo del suo film del 1991), Stone prova ad approfondire un caso ancora (e probabilmente per sempre) aperto, senza rinuncia alla solita retorica e alla mitologia di JFK. JFK - Through The Looking Glass sarà forse utile per un pubblico di nuove generazioni che non sanno nulla o quasi dell’omicidio Kennedy e potranno imbattersi nel film scorrendo le offerte di qualche piattaforma digitale. Per tutti gli altri, per chi all’epoca vide l’indimenticato con Kevin Costner protagonista e in generale per chi ha l’età per aver letto e visto di tutto sul caso politico più celebre del Novecento, si tratta di un ritorno sulla scena del delitto di cui onestamente non si sentiva il bisogno. Recensione ❯
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Un documentario che approfondisce il tema della biodiversità. Espandi ▽
David Attenborough e lo scienziato Johan Rockström esaminano il collasso della biodiversità della Terra e come questa crisi possa ancora essere evitata. Recensione ❯
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Niente più segreti. Niente più silenzio. Espandi ▽
Il documentario affronta la complessa vicenda che oppone la pop star al padre Jamie nel film "Britney contro Spears" firmato da Erin Lee Carr, regista di importanti film su celebri casi giudiziari. Recensione ❯
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Le storie struggenti che di chi è rimasto senza casa negli USA. Espandi ▽
Ritratto cinematografico dedicato a una crisi umanitaria sempre più profonda che vede al centro le storie toccanti dei senzatetto della West Coast statunitense. Recensione ❯
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Un'ampia carrellata che prova a raccontare una delle figure artistiche più importanti degli ultimi 50 anni. Documentario, Italia2021. Durata 100 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un emozionante viaggio all'interno della vita e della carriera del più importante uomo di spettacolo italiano. Espandi ▽
All’inizio era un altro progetto. Nel 2018 Edoardo Leo avrebbe dovuto realizzare un documentario su A me gli occhi, please, lo spettacolo che nel 1976 ha cambiato il recente panorama teatrale, con Proietti che è stato seguito per due anni nei camerini, durante le prove e gli spettacoli. Poi, dopo la morte dell’attore il 2 novembre 2020, si cambia strada. Il racconto di questo lavoro è dichiaratamente insufficiente per mostrare quello che ha lasciato Proietti nella sua carriera di oltre 50 anni. Dentro a Luigi Proietti detto Gigi ci sono tre documentari.
Dei tre documentari il primo è quello più compiuto, il secondo è quello più classico, il terzo è quello invece del rimpianto. Una carrellata ampia, segnata da una voce-off che in alcuni momenti è apparsa troppo insistente ma utilizzata da Edoardo Leo per sottolineare quello che è stato il suo rapporto con Proietti e quella che è la sua visione su di lui. In più, anche se ci sono molte informazioni sul suo legame con Roma, non ne è emerso in pieno il rapporto viscerale di dipendenza. C’è tantissimo di Proietti in questo lavoro ma si voleva vedere ancora di più. La sua figura è ancora molto viva e presente nel nostro immaginario. Proprio per questo, forse il valore di Luigi Proietti detto Gigi aumenterà nei prossimi anni. Recensione ❯
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