La serie è basata sul libro omonimo di Andreas Eschbach, best seller da un milione di copie. Espandi ▽
John (Philip Froissant) è un giovane rider che gira per Berlino con i suoi amici, senza un centesimo in tasca, godendosi la sua vita e la sua libertà.
Un giorno però riceve una notizia incredibile: è l'unico erede di una fortuna creata oltre 500 anni fa. Nel corso dei secoli, l'eredità è cresciuta fino all'incredibile somma di un trilione di dollari. John diventa così l'uomo più ricco del mondo. Recensione ❯
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Una serie che si snoda tra le dinamiche criminali, le scommesse rischiose e le innovative pratiche mediche di Jack Dawkins, il tutto immerso nel contesto della corsa all'oro in Australia. Espandi ▽
Ambientata in Australia negli anni '50 del XIX secolo, The Artful Dodger segue le avventure di Jack Dawkins, personaggio tratto dal romanzo "Oliver Twist" di Charles Dickens. Dopo essere stato condannato ed espatriato nelle colonie penali australiane per aver rubato una scatola di tabacco, Jack riesce a reinventarsi come rispettato chirurgo nel nuovo mondo. La trama si complica quando il suo oscuro passato ritorna, ritrovando per caso il vecchio Norbert Fagin, suo ex-mentore criminale, che lo coinvolge in un'ultima missione e rischia di mettere a repentaglio il suo nuovo status e un giovane amore: quello con l'anticonformista Lady Belle.
Elemento decisamente stuzzicante sono le operazioni chirurgiche, messe in scena come veri spettacoli splatter d'epoca. L'energia di Dodger viene rimediata nelle sue spettacolari operazioni, mescolando la chirurgia primitiva con le antiche abitudini criminali del personaggio. Utile, in questo processo di rimediazione del personaggio, anche l'ottima scelta di Thomas Brodie-Sangster.
La serie si distingue per il suo approccio originale al contesto storico della gold fever australiana, intrecciando gioco, relazioni umane e il contesto decisamente selvaggio di un'Australia governata dall'impero britannico. Questo riadattamento dickensiano è un'operazione efficace e da godersi tutta d'un fiato. Recensione ❯
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Un giallo che coinvolge quattro detective di quattro periodi storici diversi alle prese con un mistero terribile e una cospirazione senza tempo. Espandi ▽
Edmond Hillinghead cerca di risolvere un omicidio nel 1890 commesso a Londra nel famigerato quartiere di Whitechapel. Anche Karl Whiteman è alle prese con una morte misteriosa ma siamo nel 1940, mentre la sergente Shahara Hasan deve affrontare il suo caso nel 2023. Infine DS Maplewood opera in futuro post apocalittico, nel 2050. Il collegamento tra i vari casi è fornito dall'inquietante leader politico Elias Mannix. La serie è l'adattamento dell'omonimo fumetto del compianto fumettista britannico scomparso nel 2021 ma le epoche narrate divergono perché il presente della storia a fumetti era il 2015. Il cast della serie è notevole a cominciare da Stephen Graham che dà il volto a Mannix, al suo fianco troviamo Shira Haas (Unorthodox) che interpreta Maplewood, Kyle Soller (Andor) che interpreta Hillinghead mentre Jacob Fortune-Loyd è Whiteman. A sceneggiare la serie l'esperto Paul Tomalin. Recensione ❯
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La serie che esplora le origini del Continental - l'hotel per assassini - fulcro del mondo di John Wick. Espandi ▽
Frankie Scott ruba lo stampo delle monete d'oro della catena Continental dall'hotel di Cormac O'Connor, ma le cose si mettono presto male. Il boss fa rapire suo fratello Winston a Londra e lo fa riportare a New York, dove gli affida il compito di trovare il fratello e riportargli lo stampo. Winston da tempo non parlava con Frankie e ha difficoltà a entrare in buoni rapporti con i suoi alleati, in particolare il trio Miles, Lou e Lemmy che orbita intorno a Dojo a Chinatown. E con ancora più ostilità lo guarda la compagna di Frankie, la vietnamita Yen. Quando Cormac ricorre agli assassini gemelli, i temibili tedeschi Hansel e Gretal, le cose prendono una piega tragica e Winston non potrà più tornare indietro. Avrà un nuovo e solo obiettivo: farla pagare a O'Connor e prendere per sé il Continental di New York.
The Continental: Dal mondo di John Wick è una miniserie prequel di soli tre episodi, che ciò nonostante impiega troppo tempo per arrivare all'azione e non riesce a dare sostanza ai personaggi.
Il villain, interpretato da uno scatenato Mel Gibson che abbraccia in pieno le esagerazioni del progetto, sarebbe stato meglio servito da una scrittura con maggiore ironia. Nonostante tutto, comunque, la quantità e la qualità dell'azione del terzo capitolo portano a casa il risultato e danno una chiusura almeno un po' soddisfacente a questa trilogia. Recensione ❯
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Una serie con Alessandro Preziosi su un gruppo di persone vittime di un destino comune. Espandi ▽
Giovanni Lo Bianco è un ricco imprenditore che decide di trascorrere le vacanze natalizie nella Valle del Vanoi insieme ai suoi due figli Elena e Riccardo. Il tentativo è quello di rafforzare il rapporto con loro in seguito alla morte della madre, quindi Giovanni non bada a spese e affitta la suite più lussuosa di tutto il resort. Durante la Vigilia di Natale, però, un evento inaspettato isola la famiglia e gli altri ospiti della Valle: il distacco di una slavina fa saltare l'elettricità, interrompe le comunicazioni e taglia fuori dal resto del mondo tutti gli abitanti del paese. Tra questi si nascondono anche individui insospettabili, che potrebbero far emergere il passato turbolento di Giovanni. Recensione ❯
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Un episodio speciale con Chiara Ferragni e Fedez sull'esperienza della loro partecipazione a Sanremo. Espandi ▽
La settimana del Festival di Sanremo sta per cominciare. Chiara, dopo essersi preparata per mesi, è pronta per la sua prima esperienza come co-conduttrice televisiva del Festival di Sanremo. L'imprenditrice racconta i lunghi mesi di lavoro necessari per calcare un palco così importante. Anche Fedez è nella "città dei fiori", il seguitissimo podcast Muschio Selvaggio approda a Sanremo, ma non è l'unico impegno lavorativo che lo vede coinvolto durante la settimana del Festival. Infine, un inaspettato colpo di scena scombina l'equilibrio della coppia che si confronta su passato e futuro. Recensione ❯
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La serie ispirata al "Colpo di Anversa" del 2003, il più grande furto di diamanti al mondo. Espandi ▽
La serie è ispirata al "Colpo di Anversa" del 2003, il più grande furto di diamanti al mondo, nel quale Notarbartolo e il suo squinternato gruppo di ladri riescono ad aggirare il sistema di sicurezza all'avanguardia dell'Antwerp Diamond Centre e a rubare pietre preziose del valore milioni di dollari. Recensione ❯
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Le vicende di una giovane donna che soffre di sonnambulismo estremo e si risveglia con un cadavere in casa sua. Espandi ▽
Kilkinure, County Mayo, Irlanda, 2015. Lorna Brady lavora in una sartoria, si mangia spesso le unghie e gira per la cittadina in vestaglia da notte. Lorna è sonnambula, Lorna è una sopravvissuta. Durante la sua gioventù fu tenuta segregata in una delle tante Magdalene Laundries del paese, istituti gestiti dagli ordini religiosi dove donne e ragazze "problematiche" venivano spedite per lavorare nelle lavanderie e non intorbidire l'ipocrita società irlandese dell'epoca. Lì ha perso la bambina che aveva partorito a quindici anni, lì è rimasta spezzata per sempre. Ma ora, dopo una notte di cui non ricorda nulla, Lorna si ritrova con il cadavere di una donna sconosciuta dentro casa. Intanto, il detective Colman Akande arriva a Kilkinure indagando sul caso di un prete ucciso il giorno prima a Dublino...
Il corpo è la prigione dell'anima, e il corpo femminile la prigione più profonda. Siamo sempre lì, è sempre questo il centro di tutto e anche di The Woman in the Wall. Il corpo gravido allontanato dai genitori, il corpo femminile piagato dalle suore, il corpo lavoro sfruttato dalle istituzioni, il corpo sessuale usato e respinto dalla società, il corpo civico violato dalla polizia. Lorna e le altre sopravvissute non posseggono uno spazio dove posizionare quello che sono. The Woman in the Wall fa quello che può per restituirglielo. Recensione ❯
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La serie in sette episodi racconta la coinvolgente ed emozionante storia di Alice Hart. Espandi ▽
Alice è una bambina di nove anni che vive insieme al papà e alla mamma in una casa isolata nel New South Wales australiano, in una morsa di violenza e soprusi psicologici perpetrati quotidianamente dal padre Clem. Dopo essere riuscita a mettere in atto una breve fuga fino alla biblioteca più vicina, Alice rimane vittima di un misterioso incendio che le porta via la casa, i genitori e il nascituro fratellino. Orfana e traumatizzata, la bambina si ritrova così contesa tra due donne che desiderano prendersi cura di lei mentre deve fare i conti con i segreti che circondano la sua famiglia.
Tratta dall'omonimo best seller di Holly Ringland, Ascolta i fiori dimenticati racconta la violenza sulle donne attraverso una storia potente e avvincente. Tuttavia, se i primi episodi dosano con sapienza la costruzione della tensione e i progressivi disvelamenti, nella seconda parte il ritmo della narrazione perde di mordente, per poi affrettarsi in un finale coerente ma precipitoso.
Ad animare i misteri della serie un cast di tutto rispetto, su cui spicca il nome di Sigourney Weaver, nei panni della granitica nonna della protagonista. Al suo fianco, le ottime Asher Keddie e Alycia Debnam-Carey interpretano rispettivamente una tormentata quanto ossessionata bibliotecaria alle prese con l'elaborazione di un terribile lutto e una Alice adolescente libera e vitale. Recensione ❯
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Un'esperta profiler si trova tra le mani una serie di delitti sempre più inquietanti. Espandi ▽
Quando nel paese di montagna di Travenì viene trovato sulla neve un cadavere nudo e senza occhi, Letizia Battaglia, una profiler della sezione omicidi di Udine e la sua squadra, vengono incaricati di seguire l'indagine che porterà in breve tempo ad una serie di macabri misfatti. La donna, già sofferente di diabete, si accorge che la sua mente inizia a cedere ai primi sintomi di Alzheimer, ma il suo essere tenace ed orgogliosa la spinge a dedicarsi al caso con ancora maggiore dedizione.
L'Ispettore-Capo Giacomo Parisi e il nuovo arrivato dalla Sicilia, Massimo Marini, l'affiancheranno nella caccia al killer che terrorizza il paesino e faranno i conti con le preoccupazioni e le spigolosità di Teresa. L'uomo assassinato è il padre di Diego, un bambino di 10 anni che insieme ai suoi tre amici, Mathias, Oliver e Lucia saranno misteriosamente al centro di una serie di efferati omicidi.
Fiori sopra l'inferno si avvale di splendide location di montagna, con un assetto nevoso che richiama un thriller scandinavo e solo potenzialmente grottesco come Fargo per una crime story che poteva avere tutte le carte in regola per sedurre lo spettatore ma che, di fatto, non sempre convince del tutto. Il primo aspetto sono i bambini, protagonisti, in parte vittime e in parte co-investigatori. Recensione ❯
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Una rivisitazione del West molto interessante ma altrettanto dispersiva. Che adatta (e abbandona) il cult di Corbucci. Western, Italia, Francia2023. Durata 60 Minuti.
Il classico del cinema western Django rivisitato in una serie internazionale liberamente tratta dal film di Sergio Corbucci. Espandi ▽
Ambientata nel 1872, sette anni dopo la Guerra di Secessione, la serie segue le vicende di Django, un ex soldato confederato che si muove alla ricerca della verità sul massacro che ha totalmente distrutto la sua famiglia. Nelle sue peregrinazioni l'eroe raggiungerà New Babylon, una comunità utopica: una vera e propria oasi di libertà, fondata dall'enigmatico John Ellis, un uomo di colore. Nella comunità risiede anche Sarah il cui passato si intreccia amaramente con quello del protagonista, la quale dovrà fronteggiare la signora - e guida spirituale - della città rivale di Elmdale, Elizabeth Thurmann, donna tanto potente quanto crudele.
La miniserie Django è un'interessante operazione di "revisionismo": d'altronde di questo dobbiamo parlare se inseriamo all'interno di una trama originariamente caratterizzata per la sua violenza e ambientata in un periodo storico del tutto respingente le contemporanee politiche "di piattaforma".
Una rivisitazione del West molto interessante, ma altrettanto dispersiva e controproducente, dal momento che si perdono totalmente le affinità col prodotto originario - rendendo la miniserie solo l'ennesimo sequel ufficioso del brand "Django" - di cui si trascurano la durezza e la violenza. Recensione ❯
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Una miniserie sulle origini e le conseguenze della crisi degli oppioidi in America che mette in evidenza, in forma romanzata, le storie tanto delle vittime quanto dei responsabili. Espandi ▽
L'ascesa e caduta di OxyContin sono al centro di una miniserie che spinge il pedale del j'accuse come se trattasse uno scandalo da denunciare con urgenza. La miniserie di Peter Berg Painkiller arriva però in ritardo sui fatti e pure su altri titoli - Dopesick in primis - che hanno trattato la questione. Di per sé non sarebbe una gran colpa ma il suo tono aggressivo sembra frutto di equivoco, come se la questione fosse una rivelazione da urlare a pieni polmoni quando invece è cosa ormai ben nota pure fuori dagli States. Berg sceglie un registro aggressivo e al tempo stesso didascalico. Siamo dalle parti dei film di Adam McKay come La grande scommessa e Vice – L'uomo nell'ombra, in particolare nel montaggio con inserti di materiale d'archivio, oltre che in una interpretazione grottesca e caricaturale dei personaggi della famiglia Sackler. Nonostante i suoi limiti, Painkiller è in ogni caso almeno un utile e ben ritmato promemoria di come questa epidemia quasi suicida, in cui l'America ha cannibalizzato se stessa, sia figlia del capitalismo più bieco. Recensione ❯
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In questo thriller di produzione spagnola una giovane reporter cerca di far luce sulla misteriosa scomparsa di una bambina. Espandi ▽
Tratta dall'omonimo romanzo dello scrittore spagnolo Javier Castillo, la serie racconta le vicende di Milena Smit, una giovane giornalista investigativa alle prese con un caso straziante: la scomparsa della piccola Amaya durante una processione a Malaga. La reporter è decisa ad aiutare i genitori della bambina a trovare la figlia, ma rimarrà senza parole quando, dopo cinque anni dall'inizio delle ricerche, si troverà di fronte a un misterioso video. Recensione ❯
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Una docu-serie sulla storia incredibile di Liliane Bettencourt, dove si intrecciano ricchezza e frodi, intrighi da romanzo giallo. Espandi ▽
La miliardaria, il maggiordomo e il "fidanzato", diretto da Baptiste Etchegaray e Maxime Bonnet: il documentario segue uno degli scandali più elaborati e discussi che ha coinvolto l'imprenditrice francese ed ereditiera di L'Oréal, Liliane Bettencourt e sua figlia, Françoise Bettencourt Meyers. La docuserie, composta da tre episodi da 45 minuti, ha tutti gli elementi per tenere incollato il pubblico incollato fin dall'inizio. Un'azienda globale, un'eredità miliardaria, uno scandalo clamoroso e faide familiari. All'inizio, la storia sembra ordinaria: una donna ricca e sola viene sfruttata e manipolata. Tuttavia, la trama si infittisce presto quando le verità nascoste vengono rivelate, portando a una situazione molto più complicata. Fin dall'inizio, la storia dell'ereditiera francese sembra quasi una finzione per via di alcuni dettagli bizzarri. Non solo l'aspetto finanziario, ma anche le sue relazioni personali che hanno influenzato profondamente il suo futuro. Da una relazione insolita al riciclaggio di denaro, la serie vi farà immergere profondamente nella storia e vi chiederà di saperne di più anche dopo i titoli di coda. Recensione ❯
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Le vicende di una piccola agenzia digital che sogna in grande ma alla fine sopravvive tra clienti stravaganti e le difficoltò di una modesta realtà di provincia. Espandi ▽
Dopo aver tirato uno schiaffo al testimonial Achille Lauro durante una riunione, la manager di un'agenzia di comunicazione viene declassata dalla sede centrale di Milano a quella periferica di Napoli. Qui si ritrova alla guida di un gruppo di lavoro stravagante e sgangherato che si barcamena nel mondo digital e social.
Ispirandosi ai modelli di sitcom più alti (come The Office o Boris) e in perfetto equilibrio tra risate e malinconia, i The Jackal ritraggono il mondo della comunicazione social e il disagio della generazione di trentenni.
L'intesa tra i membri del gruppo funziona perfettamente: Fabio Balsamo (sempre più bravo e aderente al suo modello di riferimento Troisi), Ciro Priello (il più eccentrico, nella sua spassosa incapacità di dire di no agli altri), Gianluca Fru (il più cinico e dall'umorismo spietato) e Aurora Leone (sensibile e intrappolata nella friendzone con un collega) sono complementari, e dialogano bene anche con il resto del cast, a partire da Martina Tinnirello che nel ruolo della manager mostra i giusti spigoli per cozzare comicamente con il quartetto campano. Recensione ❯
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