The Woman in the Wall

Film 2023 | Thriller

Regia di Harry Wootliff, Rachna Suri. Una serie Da vedere 2023 con Ruth Wilson, Daryl McCormack, Simon Delaney, Philippa Dunne, Mark Huberman. Cast completo Genere Thriller - Gran Bretagna, 2023, Valutazione: 4 Stelle, sulla base di 1 recensione. STAGIONI: 1 - EPISODI: 6

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Ultimo aggiornamento giovedì 1 febbraio 2024

Le vicende di una giovane donna che soffre di sonnambulismo estremo e si risveglia con un cadavere in casa sua.

Consigliato assolutamente no!
n.d.
MYMOVIES 4,00
CRITICA
PUBBLICO
ASSOLUTAMENTE SÌ
Una serie che va oltre la finzione per raccontare la verità di tutti e restituire dignità alle donne.
Recensione di Luigi Coluccio
giovedì 1 febbraio 2024
Recensione di Luigi Coluccio
giovedì 1 febbraio 2024

Kilkinure, County Mayo, Irlanda, 2015. Lorna Brady lavora in una sartoria, si mangia spesso le unghie e gira per la cittadina in vestaglia da notte. Lorna è sonnambula, Lorna è una sopravvissuta. Durante la sua gioventù fu tenuta segregata in una delle tante Magdalene Laundries del paese, istituti gestiti dagli ordini religiosi dove donne e ragazze "problematiche" venivano spedite per lavorare nelle lavanderie e non intorbidire l'ipocrita società irlandese dell'epoca. Lì ha perso la bambina che aveva partorito a quindici anni, lì è rimasta spezzata per sempre. Ma ora, dopo una notte di cui non ricorda nulla, Lorna si ritrova con il cadavere di una donna sconosciuta dentro casa. Intanto, il detective Colman Akande arriva a Kilkinure indagando sul caso di un prete ucciso il giorno prima a Dublino...

A suo modo è anche l'ultima stilettata di Sinead O'Connor, che a quattordici anni passò un anno in una laundries e che prima di morire ha concesso l'inedito "The Magdalene Song".

Kilkinure non esiste, Lorna Brady neanche ma tutto il resto sì. Ed è peggio di qualunque fiction, peggio di quanto sta dentro Magdalene di Peter Mullan e Philomena di Stephen Frears - ricordate, i due film che hanno iniettato nella sensibilità pubblica internazionale settanta anni di orrori perpetrati dalla Chiesa cattolica sui corpi e sulle menti delle donne e dei bambini irlandesi? I film di Mullan (Leone d'Oro a Venezia 2002) e di Frears (miglior sceneggiatura 2013 sempre a Venezia) trattavano rispettivamente delle Magdalene Laundries e di cosa succedeva alle madri separate dai propri figli nelle Mother and Baby Homes - "istituti" dove venivano mandate a partorire le ragazze rimaste incinte fuori dal matrimonio -, ma The Woman in the Wall va ben oltre, mettendo in scena la propria finzione per raccontare la verità di tutti.

Se San Patrizio ha scacciato tutti i serpenti dall'isola di smeraldo, questi sono tornati sotto altra forma. Negli ultimi trenta anni, infatti, ben due "taoiseach" (il primo ministro irlandese) si sono dovuti scusare a nome di tutta la nazione per gli abusi e le violenze inflitte nelle strutture finanziate, co-gestite e controllate - almeno nominalmente - assieme alla Chiesa cattolica, strutture dove è passata parte della gioventù d'Irlanda dall'anno della fondazione della repubblica nel 1922 a quel 25 settembre 1996 quando chiuse l'ultima laundries in Sean MacDermott Street a Dublino. Negli orfanotrofi delle industrial schools, nelle cliniche delle Mother and Baby Homes e nelle case delle Magdalene Laundries, la società irlandese celava e castigava i propri peccati.

E Lorna Brady è il doloroso precipitato di tutto questo. Un corpo da nascondere quando aveva quindici anni e un corpo che si nasconde ora che ne ha quaranta. Mandata in una Mother and Baby Homes dalla famiglia appena dopo la scoperta della gravidanza indesiderata, Lorna non è mai più davvero uscita. È lacerata dal ricordo della piccola Agnes morta due giorni dopo il parto, viene compatita dalla maggior parte degli abitanti della cittadina e come uniche amiche ha le donne che come lei sono state segregate nelle laundries. Le è stata negata allora la vita e le viene sanzionata ancora adesso. Perché la diaspora delle donne che sono scappate dall'Irlanda e dei bambini che sono stati dati in affidamento strappandoli alle loro madri è dentro anche chi rimane, esiliato a casa propria, straniero nella terra madre.

Joe Murtagh, lo showrunner della serie, ha capito bene tutto questo. Nato a Londra da genitori irlandesi, diplomato alla National Film and Television School, ha già firmato un colpo dritto al cuore dell'isola con L'ombra della violenza. Per The Woman in the Wall, co-produzione BBC e Showtime (una volta era solo la PBS americana a lavorare con gli inglesi...), ha deciso di mettere insieme quello che ha lacerato e diviso la repubblica irlandese fin dalla sua fondazione, ma con grande consapevolezza non ha scelto il realismo quotidiano del Colm Bairéad di The Quiet Girl o il dramma emotivo di Magdalene e Philomena. No, Murtagh ha imboccato il sentiero del gotico, del mistery, del whodunit, trovando la giusta sensibilità formale per queste storie - se di orrori si tratta, come orrore le trattiamo.

Nel 2015 in cui è ambientata la vicenda alcune cose erano state dette e altre ancora dovevano essere scoperchiate. L'ONU aveva già fatto intervenire il Comitato contro la Tortura e la fossa comune di Tuam con 800 corpi stava per essere scoperta; erano iniziati i primi risarcimenti per gli abusi nelle industrial schools e i report delle commissioni d'inchiesta mettevano per la prima volta nero su bianco la banalità di quell'orrore quotidiano - 9.000 bambini morti nelle Mother and Baby Homes, 10.000 donne e ragazze finite dentro le laundries. La Lorna di The Woman in the Wall è in mezzo a tutto questo, vittima e colpevole, donna e peccatrice, indipendente e fallita. L'inconscio della nazione è ancora schiacciato dalla menzogna e dal rimosso, perciò la ricerca di Lorna e del detective Akande è anche essa avvolta nelle brume delle visioni notturne di una sonnambula, dall'urlo della Banshee, da uomini crudeli che ti afferrano sul fondo di un pozzo...

Il corpo è la prigione dell'anima, e il corpo femminile la prigione più profonda. Siamo sempre lì, è sempre questo il centro di tutto e anche di The Woman in the Wall. Il corpo gravido allontanato dai genitori, il corpo femminile piagato dalle suore, il corpo lavoro sfruttato dalle istituzioni, il corpo sessuale usato e respinto dalla società, il corpo civico violato dalla polizia. Lorna e le altre sopravvissute non posseggono uno spazio dove posizionare quello che sono. The Woman in the Wall fa quello che può per restituirglielo.

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