Due fratelli partono alla ricerca di Stella Maris, una band musicale cattolica: sarà un viaggio straordinario che gli farà fare i conti con il loro passato traumatico. Espandi ▽
Enric è un tecnico su un set cinematografico nei pressi della montagna di Montserrat. Qui, nella sua stanza d'albergo, resta profondamente turbato dalla visione di un video virale: la performance di uno stravagante gruppo musicale cattolico, le Stella Maris, composto da sei ragazze. Riconosce così le sue sorellastre, figlie della stessa madre, che ha per nome proprio Montserrat, e che lui e sua sorella Irene avevano lasciato molti anni prima. I due dovranno affrontare un passato rimosso, in un intreccio serrato di presente e memoria.
Siamo di fronte ad una serie eccessiva in tutto: nella durata, nella messa in scena, nei registri narrativi, nell'emotività. Forse la parola più adatta è "pazzesca": una pazzia che permette ai due autori di trasformare il melodramma in strumento di lotta. I Javis usano il pathos, l'overacting, il kitsch e il grottesco per parlare di ferite reali, senza cadere nel pietismo ma, anzi, ferendo altrettanto, emulando l'atto, infierendo sullo spettatore.
Un melodramma queer, in cui l'eccesso diventa lingua di minoranze, di emarginati, di persone spezzate e che, in un contesto dominato da narrazioni sobrie e controllate, rivendica il diritto di urlare e di piangere.