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Rassegna stampa di Nanni Moretti

Nanni Moretti (Giovanni Moretti) è un attore italiano, regista, produttore, co-produttore, scrittore, sceneggiatore, montatore, è nato il 19 agosto 1953 a Brunico (Italia). Nanni Moretti ha oggi 71 anni ed è del segno zodiacale Leone.

DANIELE DI UBALDO
MYmovies.it

Nanni Moretti nasce Brunico (Bz), ma trascorre tutta la giovinezza a Roma. Durante gli anni del Liceo si appassiona in modo sempre più profondo al cinema, al teatro e alla politica. Nel '72, inizia a girare i primi cortometraggi in super8. Del '73 sono La sconfitta e Patè de bourgeois, mentre nel '74 realizza un'esilarante parodia dei Promessi Sposi dal titolo Come parli frate?. Intesse una fitta rete di relazioni con personaggi di spicco, come il critico Beniamino Placido, i fratelli Taviani che gli affideranno una parte non trascurabile in Padre padrone, Luigi Comencini e Italo Moscati coi quali realizza una sceneggiatura tratta da Il sovversivo di Stajano. Tra il '76 e il '77 realizza sempre in super8 Io sono un autarchico che ottiene un discreto successo. Nel '78 raggiunge con Ecce bombo la consacrazione definitiva. I film successivi, Sogni d'oro (1981), Bianca (1984) e La messa è finita (1986), confermano Moretti come talento più interessante e punto di riferimento per tutto il giovane cinema italiano. Sul finire dell'86 decide di mettere a frutto la credibilità e la stima di cui gode creando con Angelo Barbagallo una casa di produzione, la Sacher film. La Sacher produrrà esordi di giovani autori di talento come Daniele Luchetti e Carlo Mazzacurati, il sesto lungometraggio dello stesso Moretti, Palombella Rossa (1989), un documentario sulla trasformazione del PCI dal titolo La cosa (1990), il secondo film di Luchetti Il portaborse (1991), durissima e sincera requisitoria contro la corruzione politica. Si adopera inoltre nel sostegno al cinema italiano di valore con iniziative di vario genere come il Premio Sacher, destinato al film italiano più riuscito di ogni anno, e l'apertura del Nuovo Cinema Sacher che diventa in breve la Mecca della cinefilia romana. Tra i suoi coetani, Moretti è il più amato, nonostante sia l'unico che non si preoccupi di piacere al pubblico. Le ragioni sono molte: innanzitutto una incosciente semplicità, determinata anche da una modesta conoscenza del mezzo tecnico che è riuscita a diventare scelta stilistica precisa; il senso dell'umorismo e l'acutezza nel rilevare con affetto e partecipazione gli aspetti grotteschi del mondo descritto, che è sostanzialmente quello dell'autore, con "tutte le mitologie, le parole d'ordine, le frustazioni, i simboli di prestigio, i luoghi comuni, le convergenze e le dissociazioni di cui si è nutrita una generazione di piccolo borghesi negli anni del movimento e del riflusso post-sessantottino" (G.Brunetta, 1991, p.639). Moretti infatti, pur rinnovandosi continuamente, è uno di quei registi di cui si può dire che girano sempre lo stesso film, nel senso che pur nel mutare delle storie e delle circostanze, il suo è sempre il punto di vista di un personaggio fortemente autobiografico che osserva e cerca di comprendere e riflettere i mutamenti profondi della realtà circostante. Non è un caso quindi se Moretti stesso interpreta tutti i suoi film e se questo io narrante si chiama Michele Apicella. Questa affermazione di uno sguardo personalissimo che indaga il mondo, non è la sola caratteristica che ha indotto la critica a considerare Moretti un vero e proprio autore. C'è una sincerità assoluta, a volte quasi imbarazzante, nella sua analisi e soprattutto nell'autoanalisi, tanto che si è arrivati a paragonare un simile uso del cinema al lettino dello psicoanalista. Ipotesi che lo stesso regista avvalora quando infarcisce le sue opere di autocitazioni e rifermenti autobiografici. Spesso per esempio utilizza il proprio padre per ruoli significativi come lo psicologo della scuola in Bianca. . In Sogni d'oro racconta le nevrosi di un giovane regista di successo il quale, nella finzione, sta realizzando a sua volta un film dal titolo La mamma di Freud, mentre in Palombella Rossa arriva addirittura a inserire alcune sequenze del suo primo cortometraggio, La sconfitta, senza contare che tutto il film si svolge durante una partita di pallanuoto, sport praticato da Moretti a livello semiprofessionistico. Tutta questa autoreferenzialità è costata al regista frequenti accuse di narcisismo e di aver dato vita a un culto ultraminimalista della propria personalità con tanti pianti e molto compiacimento. Certamente qualcosa di vero c'è in questi rilievi, ma va sottolineato come il regista romano riesca quasi sempre a bilanciare queste tendenze sia con l'umorismo, sia con un rigore assoluto nella messa in scena e nella rappresentazione dei rapporti umani, che ricorda il moralismo di alcuni grandi maestri francesi come Rohmer o Bresson.

CRISTIANA MORONI
MYmovies.it

A Brunico, dove i genitori stavano trascorrendo le vacanze. A Roma, città dove ha sempre vissuto, frequenta il liceo classico e la sua adolescenza è segnata da due grandi passioni: il cinema e la pallanuoto, arrivando nel 1970 a giocare nella Nazionale giovanile e in serie A nella Lazio. Negli anni giovanili è impegnato anche politicamente nell'ambito della sinistra extraparlamentare e questo interesse per la politica rimarrà inalterato. Dopo il diploma riesce a comprarsi una cinepresa Super8 e inizia così la brillante carriera di uno dei cineasti più interessanti nel panorama del cinema italiano. Con alcuni amici che si improvvisano attori gira nel 1973 due cortometraggi: La sconfitta e Patè de bourgeois. È del 1976 il suo primo lungometraggio, Io sono un autarchico, realizzato sempre in Super8 e poi gonfiato in 16mm, primo film in cui compare come personaggio protagonista Michele Apicella, alter-ego del regista in quasi tutti i suoi lavori. Il film diventa un piccolo caso cinematografico e viene proiettato al Filmstudio di Roma, ma è con Ecce bombo del 1978, presentato a Cannes in concorso, che si può parlare dell'ingresso vero e proprio di Nanni Moretti nel mondo del cinema. Il film rimane uno dei più grandi successi di pubblico e critica del regista. Nel 1981 vince il Leone d'oro - Gran premio speciale della giuria alla Mostra del Cinema di Venezia con Sogni d'oro. Mantenendo sempre la sua originalità e indipendenza gira nel 1984 Bianca con Laura Morante, altro esempio di grande cinema, a cui farà seguito nel 1985 La messa è finita, con il quale vince l'Orso d'argento al festival di Berlino. Autarchico di natura ha sempre cercato di mantenersi al di fuori di giochi di potere e per questo motivo nel 1986 fonda con Angelo Barbagallo una sua casa di produzione, la Sacher Film, nome scelto in onore del suo dolce preferito, nel 1991 apre in Trastevere una sala cinematografica, il Nuovo Sacher, e nel 1997, per chiudere il cerchio, fonda anche una società di distribuzione, la Tandem. Nel 1989 gira Palombella rossa proiettato nel corso della Settimana Internazionale della Critica durante la Mostra del Cinema di Venezia. Grande successo ha sempre riscosso in Francia tanto che André Labarthe gli dedica una puntata di Cinéma de notre temps. In Canada nel 1993 il Festival di Toronto gli dedica una retrospettiva e nello stesso anno esce uno dei suoi film più belli, Caro diario, con il quale vincerà il premio per la miglior regia al festival di Cannes. Il suo film successivo Aprile, divide la critica e non convince il pubblico, problema che non si pone con la sua ultima fatica, La stanza del figlio, film intenso, un po' fuori dai canoni a cui il regista aveva abituato e unanimemente riconosciuto come un capolavoro.

LIETTA TORNABUONI
La Stampa

Nanni Moretti ha fatto nell’anno qualcosa di unico: è stato il solo regista italiano, della sua generazione trenta-quarantenne e di ogni altra generazione, a raccontare la fine nel mutamento del Partito comunista: quindi l’evento maggiore della politica italiana immobile e ripetitiva; la smentita di sé e della propria storia da parte del partito con il quale gli intellettuali e soprattutto i cineasti italiani avevano avuto nel corso del tempo dalla fondazione della Repubblica in poi i legami più forti e dal quale avevano ricevuto il più forte sostegno; il cambiamento che ha sconvolto in tutta la sinistra milioni di persone portando interrogativi, sollievo, confusione, dolore, perdita di identità e fatica dell’inventarsene una diversa, rimpianti, dilemmi, rivolte, speranza. L’evento è parso inesistente nei film di altri registi, ha lasciato ammutoliti altri autori anche comunisti: Maselli raccontava storie d’amore, Scola e i Taviani s’affidavano alla metafora di vicende seicentesche e settecentesche, Lizzani tirava a campare. Moretti, che non è mai stato iscritto al Pci né mai ne ha frequentato le sezioni, ha affrontato direttamente la crisi comunista, e con risultati belli che smentiscono la pretesa impossibilità di intervenire sulla cronaca e sulla politica, sugli avvenimenti in corso, non conclusi. Lo ha fatto con un film, Palombella rossa, scartato dal concorso della Mostra di Venezia 1989, proiettato ugualmente al Lido dalla Settimana della critica, accolto li e poi nei cinema con passione, lacerazioni, entusiasmi, agnizioni. Lo ha fatto anche con un documentario di un’ora, La Cosa.

IRENE BIGNARDI
La Repubblica

Nanni Moretti sarà una volta di più al centro dell'attenzione internazionale. Con una grande personale (non mi va di chiamarla retrospettiva, ha un che di definitivo, di giubilatorio - ma si sa che in materia di parole è meglio lasciare la scelta al nostro, notoriamente molto meticoloso), lo celebra, infatti, a partire dal 6 agosto il Festival di Locarno, arrivato alla sessantunesima edizione. E non basta: le edizioni dei Cahiers du cinéma hanno preparato per l'occasione un volume sul suo cinema, che sarà presentato nel corso del festival.

BARBARA PALOMBELLI

«Ho cominciato a fare politica negli ultimi tre anni del liceo, dal 1969 al 1972. Facevo parte di un gruppo extraparlamentare che pubblicava la rivista “Soviet”, diretta da Paolo Flores d’Arcais, metteva in copertina il faccione di Marx, ma anche Mao che giocava a ping-pong. Nei 1973 girai il mio primo filmino in super8: si chiamava La sconfitta. Ho sempre fatto film sul mio ambiente politico: non mi sono mai interessati, neanche da spettatore, i film manichei dove ci sono i buoni da una parte, per cui fare il tifo e i cattivi dall’altra, che si beccano i fischi dalla platea. Ho sempre preferito parlare del mio mondo, criticandolo e prendendolo in giro... Il crollo del mio personale muro di Berlino fu quando capii, leggendo dai giornali dei primi interrogatori dei pentiti, che gli assassini del terrorismo rosso venivano dalla sinistra. Scoprire, alla fine degli anni Settanta, che i brigatisti non erano dei marziani dei servizi segreti, quello sì fu un vero colpo. Persone che avevano militato nella Fgci, nella sinistra cattolica, ex militanti di Potere Operaio, i più giovani che venivano da Autonomia Operaia. Ero in piazza Venezia, quel giorno del giugno 1984: il corteo funebre di Berlinguer partì da via delle Botteghe Oscure, verso piazza San Giovanni. La banda cominciò a suonare e io mi misi a piangere. Non ero mai stato iscritto al Pci, ma con Berlinguer cominciava a scomparire una generazione che si era formata in altri anni, che poneva come prioritaria la “questione morale”.» Mescolare l’etica con lo sport, la vita privata con la passione civile, i valori tradizionali della borghesia con l’indignazione radicale, l’ironia con il dovere della denuncia, la difesa della famiglia e la presa d’atto della sua impraticabile perfezione, fino alla propria chemioterapia, inserita in un episodio di Caro diario, per dare e darsi coraggio. Dal liceo fino ai girotondi del 2002-2004, dal Psi a Berlusconi, i suoi bersagli privilegiati sono sempre i suoi simili, colpevoli di non aver fatto abbastanza per bloccare il degrado, la corruzione, la censura. Biografo di se stesso e di almeno un paio di generazioni, Nanni Moretti è nato a Brunico, nell’agosto del 1953, mentre i suoi genitori erano lì in vacanza. Luigi era un professore di epigrafia greca, sua madre Agata professoressa del liceo Visconti, «la classica famiglia di intellettuali, se è un termine ancora attuale» spiega Paolo Zaccagnini, musicologo, giornalista, frequentatore della casa di via Tommaso d’Aquino e protagonista dei primi film di Moretti. «ll fratello grande, Franco, mio coetaneo e compagno di studi alla cattedra di Agostino Lombardo, oggi è un geniale studioso di letteratura americana e italiana e la sorella Silvia, più piccola, lavora alla Treccani. Li ricordo spiritosi, aperti, si divertivano a fare le comparse nei primi super8. Peccato che pochi abbiano visto Come parli, frate?, parodia dei Promessi sposi, con Nanni-don Rodrigo e Beniamino Placido co-protagonista, girato alle pendici di Monte Mario, dov’è ora la strada panoramica e allora c’erano i prati, sopra allo stadio Olimpico. Ci rotolavamo dal ridere. I nostri amori erano tre: la politica, il cinema, la Roma. Eravamo capaci di stare sei ore al cineclub Filmstudio per un documentario di Andy Warhol e poi di passare la notte a giocare a Subbuteo. Nanni era biondissimo, campione di pallanuoto, mai stato un dogmatico come qualcuno vorrebbe: ricordo una sua passionaccia per Franco Cahlifano, cantante scorrettissimo».

FERNALDO DI GIAMMATTEO

Di famiglia borghese (il padre è docente universitario di epigrafia greca, la madre insegnante liceale), alterna l'attività politica fra i gruppi extraparlamentari e il cinema a passo ridotto. Con il super8 gira alcuni spiritosi filmetti. Uno di questi - Io sono un autarchico (1977) - trasferito su 16 mm rivela la presenza di un autentico autore che dà voce a una gioventù amorfa e inconcludente. Con il successivo Ecce Bombo (1978), film girato secondo le regole dell'industria, sia pure in maniera semi-indipendente, l'assonnato e iroso intellettuale borghese - protagonista oltre che regista - getta sul tavolo le sue carte: un gruppetto di amici romani vaga inutilmente per la città, alla ricerca di nulla, con la speranza di acchiappare per la coda un'avventura che non verrà.

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Regia di Nanni Moretti. Da giovedì 6 dicembre al cinema.
Il regista svela che la politica non avrà spazio nel suo prossimo film.
Proseguono le anticipazioni della dodicesima edizione della manifestazione, in programma dal 26 ottobre al 5 novembre.
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