Il regista svela che la politica non avrà spazio nel suo prossimo film.
di Francesca Ferri
La politica è un girotondo che non interessa più a Nanni Moretti. Il regista che ha continuato la tradizione dei maestri del dopoguerra, Federico Fellini, Luchino Visconti e Michelangelo Antonioni, affermandosi come acuto osservatore della politica e della società italiana che attraverso il suo cinema si guarda allo specchio, sembra aver cambiato direzione.
Basta politica. I girotondi sono una parentesi chiusa. [...] Il prossimo sarà un'opera dove la politica non avrà spazio.
Il regista de La stanza del figlio, Habemus Papam e Mia madre non ha più bisogno di raccontare l'attualità, piuttosto preferisce la storia. Il prossimo film sarà dunque un documentario sul ruolo dell'ambasciata italiana in Cile negli anni della dittatura di Augusto Pinochet dopo la morte di Salvador Allende, un'idea nata da un viaggio in Cile: «L'anno scorso ero a Santiago e l'ambasciatore italiano mi raccontò del ruolo giocato dalla nostra ambasciata all'epoca del golpe di Pinochet - spiega Moretti al Corriere della Sera - La residenza dell'ambasciatore italiano diede ospitalità a centinaia di richiedenti asilo che in seguito ebbero il lasciapassare per venire in Italia. Per una volta che abbiamo fatto bella figura, mi è sembrato doveroso raccontarlo». Di più, al momento, il regista non dice, il film è in fase di scrittura.
In fondo, il cinema è l'unica politica che ancora esiste per Nanni Moretti, che dichiara apertamente la sua militanza a un solo partito: «Quello di Fellini. Ho iniziato tardi a andare al cinema, verso i 15 anni. Tra i miei amici c'erano due partiti, quello di Antonioni e quello di Fellini. Io mi iscrissi al secondo». Un'ideologia che resiste al tempo.