Celebre per il suo cinema radicale e sovversivo, capace di spingersi ai limiti del corpo e dell'identità. Con Raw ha sconvolto Cannes firmando un coming-of-age cannibalesco, mentre con Titane ha conquistato la Palma d'Oro, diventando la seconda donna a ricevere il prestigioso riconoscimento dopo Jane Campion nel 1993. Ma se il suo linguaggio affonda nel body horror, si allontana dalla violenza estrema sui corpi e dal desiderio di annullamento che anima, invece, il lavoro della connazionale Coralie Fargeat, scegliendo invece un approccio più perturbante.
Origini e influenze
Julia Ducournau nasce a Parigi da madre ginecologa e padre dermatologo, che le trasmettono fin da giovane la curiosità per le funzioni e i misteri del corpo umano. Dopo aver conseguito una laurea in Lettere alla Sorbona, prosegue la sua formazione alla prestigiosa scuola di cinema La Fémis, dove si diploma nel 2008 con una specializzazione in sceneggiatura. Appassionata di horror fin da bambina, a soli sei anni si imbatte per caso in tv in Non aprite quella porta, un'esperienza che segnerà profondamente il suo immaginario. Trae ispirazione da artisti che hanno fatto della mostruosità il cuore della loro opera: scrittori come Mary Shelley ed Edgar Allan Poe ma anche registi quali David Cronenberg e David Lynch. In particolare, Ducournau considera il protagonista di The Elephant Man come «l'essenza stessa dell'umanità», una figura che ha profondamente influenzato la sua poetica. Tra le registe donne, nutre un'ammirazione particolare per Kathryn Bigelow, in particolare per il modo in cui dirige le scene corali e l'energia vibrante che riesce a trasmettere in film come Detroit e Strange Days.
Carriera
Debutta dietro alla macchina da presa con Junior. Un cortometraggio che racconta la storia di una ragazza che, dopo aver contratto un virus intestinale, comincia a «cambiare pelle» come un serpente. Nel 2011, vince il Petit Rail d'Or al Festival di Cannes. L'anno successivo, Ducournau realizza per il piccolo schermo il film Mange, che segue le vicende di una giovane bulimica in via di guarigione, decisa a ottenere vendetta sul suo aguzzino del college. Raw - Una cruda verità è il primo lungometraggio-shock e racconta la storia di una studentessa di veterinaria che, dopo un rituale di iniziazione, sviluppa un irresistibile desiderio di carne umana. Il film suscitò reazioni così impattanti che due spettatori svennero durante la proiezione e furono portati al pronto soccorso. Ducournau dimostra un approccio pratico e meticoloso, padroneggiando tecniche di ripresa, sceneggiatura e storyboard. Raw viene presentato alla Settimana Internazionale della Critica di Cannes 2016, dove riceve il Premio FIPRESCI. Nel 2021, la seconda opera, Titane, vince l'ambita Palma D'Oro. Il body horror infernale segue una danzatrice erotica (Agathe Rousselle) di un night club che, da piccola, sopravvive a un terribile incidente automobilistico grazie all'impianto di una placca di titanio sul lato destro del cranio. Questo intervento chirurgico trasforma radicalmente il suo rapporto con gli altri esseri umani e con le macchine. Inoltre, Ducournau ha ricevuto una nomination come miglior regista ai 75° British Academy Film Awards. Junior era incentrato su un maschiaccio che diventa una ragazza, Raw sulla trasformazione di una giovane donna. In Titane, la protagonista Alexia diventa Adrien. Questo ha spinto molti a leggere il film come un dramma transgender; Ducournau ha sempre smentito questa interpretazione. Alpha (2025), il terzo titolo presentato a Cannes, è un racconto di formazione ambientato nella New York degli anni '80 durante la crisi dell'AIDS. Il film segue Alpha (Mélissa Boros) nella sua lotta per emanciparsi dal legame con la madre (Goldshifteh Farahani), esplorando un rapporto madre-figlia complesso. Ducournau introduce la minaccia di un virus immaginario, simile all'HIV per modalità di trasmissione e stigma sociale, che trasforma la pelle delle persone in marmo che si sgretola al minimo tocco. La regista descrive questa trasformazione come una «mutazione continua», iniziata prima dell'inizio del film e destinata a proseguire oltre la sua conclusione.