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Bruno Lauzi

Bruno Lauzi è un attore eritreo, musicista, è nato il 8 agosto 1937 ad Asmara (Eritrea) ed è morto il 24 ottobre 2006 all'età di 69 anni a Peschiera Borromeo (Italia).

Nei primi anni '50 compagno di banco, al liceo Andrea Doria di Genova, di Luigi Tenco, assieme al medesimo ed a pochi altri - Gino Paoli, Umberto Bindi - è ritenuto il fondatore della scuola genovese, così importante nella storia della canzone d'autore nostrana. Colto e appassionato di poesia, da Garcìa Lorca a Ezra Pound, frequenta la facoltà di giurisprudenza alla Statale di Milano: i suoi primi amori musicali sono il jazz e gli autori francesi, da Aznavour a Brassens a Brel. Ha licenziato nel frattempo uno dei suoi brani più intensi, Il poeta, che già fotografa alla perfezione il suo mondo creativo a venire ("se si andava in provincia a ballare/ si cercava di aver le più belle/ lui restava a guardare le stelle/ sorrideva e parlava di te..."). Abbandonati gli studi a due esami dalla laurea, si applica nel corso degli anni '60 alla carriera artistica: inizia a lavorare al Derby di Milano, entra a far parte dell'ambiente, conosce Enzo Jannacci, i Gufi, Cochi&Renato, Lino Toffolo e Felice Andreasi. Risalgono a codesto periodo pezzi quali La donna del Sud, che trae spunto dall'emigrazione dei meridionali verso il Nord, e Ritornerai, travolgente bolero - ispirato nell' andamento a Et maintenant di Gilbert Becaud - che rimane tra le canzoni sue più memorabili ("ritornerai/ lo so ritornerai / e quando tu/ sarai con me/ ritroverai/ tutte le cose che / tu non volevi / vedere intorno a te/ e scoprirai/ che nulla è cambiato/ che sono restato/ l'illuso di sempre"), lustri più tardi leit motiv de La messa è finita (1985) di Nanni Moretti. Dopo il successo seguito alla pubblicazione dei suoi primi album, prende il via la stagione dei concerti in Italia e delle tournée internazionali: infaticabile, traduce con felici esiti Le methèque di Georges Moustaki e Que je t'aime, interpretata da Johnny Halliday; si dedica al cabaret ed ottiene prestigiosi premi nel '65 e nel '71; compone pure fortunate canzoni per bambini (La tartaruga, Johnny Bassotto). È il momento più felice del suo percorso, durante il quale stringe legami artistici con diversi colleghi. Si accosta a Lucio Battisti (E penso a te, Amore caro, amore bello), ad Ornella Vanoni (L'appuntamento) ed a Mia Martini (Piccolo uomo); a quest'ultima, emarginata ingiustamente, fornisce nell'89 con Almeno tu nell'universo l'occasione per una clamorosa rentrée, lui che già aveva dato il suo contributo all'affermazione di Paolo Conte eseguendo Onda su onda e Genova per noi. Gli anni successivi sono pel nostro avari di soddisfazioni, pur se la sua produzione discografica continua: da segnalare anche due suoi libri di poesia, I mari interni e Riapprodi. In seguito colpito dal morbo di Parkinson, lavora sino alla fine e dona all'Associazione che aiuta le persone afflitte dal morbo una delle sue ultime composizioni, La mano.
Courtesy of RAI

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