I maghi del crimine sono tornati! Al loro fianco, una nuova generazione di illusionisti riscrive le regole dello spettacolo con numeri mozzafiato, colpi di scena e sorprese che sfidano l'immaginazione. Espandi ▽
Sono passati dieci anni dall'ultima apparizione in scena dei Cavalieri della Magia. Ma si tratta davvero dei quattro Cavalieri, o solo di un loro ologramma? Un terzetto di giovani artisti della magia, nonché di vendicatori sociali alla Robin Hood e di ecologisti convinti, sta infatti cercando di affermarsi facendo leva sulla popolarità della generazione precedente, e ad Atlas questo tentativo non è sfuggito.
Il terzo capitolo della saga è una cavalcata fra New York, il Sudafrica, il deserto dell'Arabia, Anversa, la Francia e gli Emirati. Ed è anche un continuo gioco di prestigio creato sia dalle tecniche cinematografiche più all'avanguardia che dall'abilità degli attori protagonisti.
Il messaggio è che le generazioni hanno bisogno le une delle altre, e che i giovani servono anche per riconnettere i più anziani ai loro doveri morali. La raccomandazione per il pubblico è quella di prestare attenzione ad alcuni indizi che la sceneggiatura semina e che portano alle sorprese finali, e per il resto salire sull'ottovolante visivo orchestrato dal regista Ruben Fleisher gustandosi la corsa senza farsi troppe domande. Recensione ❯
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Una famiglia si ritrova a condividere una vecchia casa nella Normandia rurale. Espandi ▽
Nella Francia di oggi, un gruppo di sconosciuti viene riunito in quanto discendente di Adèle, donna di fine ottocento che dalla Normandia era partita alla volta di Parigi in cerca della madre che l’aveva abbandonata. Dovendo ispezionare la casa in rovina di Adèle per decidere cosa fare della proprietà, gli emissari del gruppo - Guy, Céline, Seb e Abdel - mettono insieme pezzo dopo pezzo il lontano passato della loro famiglia. Parallelamente, durante la Belle Époque, Adèle si avventura nella grande città assieme ai nuovi amici Lucien e Anatole, scoprendo una capitale nel vortice del cambiamento, tra zone ancora rurali e i salotti della borghesia moderna, e tra le arti figurative e l’avvento della fotografia.
Con La venue de l’avenir, il regista francese ritrova uno smalto che gli mancava da un po’, dirigendo con brio un grande cast corale che si rincorre dalle taverne di una Montmartre fin de siècle ancora campagnola fino ai mosaici digitali di una riunione su Zoom, passando per la prima mostra dei pittori impressionisti raggiunta da viaggi nel tempo psichedelici grazie a un trip di ayahuasca. Recensione ❯
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Wright firma un'opera affascinante che ci fa riflettere sulla manipolazione delle immagini. E la lotta di classe. Azione, Avventura, Fantascienza - Gran Bretagna, USA2025. Durata 133 Minuti.
I futuristici Stati Uniti del 2025, quando il mondo è diventato una distopia. Tratto da un romanzo di Stephen King. Espandi ▽
The Running Man è il programma televisivo più seguito al mondo: un reality show estremo in cui i concorrenti devono rispettare una sola regola per restare vivi: fuggire per 30 giorni, in diretta tv, braccati da killer professionisti, detti "Cacciatori". Ben Richards non è un eroe. È un uomo qualunque, costretto a una scelta impossibile: entrare nel gioco per salvare la figlia malata. A convincerlo è Dan Killian, il carismatico e spietato produttore dello spettacolo.
Edgar Wright dirige un omaggio rispettoso a Stephen King e una rappresentazione del mondo (tragicamente) molto vicina a quella di oggi. Il libro e il film sono affascinanti perchè rappresentano il futuro in modo vintage, retrò, digitale ma ancora molto analogico dove però come sempre, dalla notte dei tempi, sono le persone a decidere con leggerezza della vita e della morte degli uomini.
Ci sono alcuni elementi che parlano anche dell'oggi soprattutto rispetto alla manipolazione delle immagini e alla post-verità. Ma c'è anche un riferimento alla lotta di classe, con un attacco, abbastanza inedito per la sua chiarezza, ai "ricchi più merdosi" nel momento. Recensione ❯
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Peppino, impresario funebre romano trapiantato in provincia, conduce una doppia vita. Espandi ▽
Peppino (Maurizio Mattioli), impresario funebre romano da sempre supportato dal maldestro Spartaco (Enzo Salvi), è un uomo che si destreggia tra funerali disastrosi, affari turbolenti e... due famiglie. Una con la moglie Lidia (Anita Kravos) e l'altra con l'amante spagnola Helena (Isabelle Adriani). Una vita già complicata, che diventa una vera e propria corsa contro il tempo quando Peppino scopre di avere solo poche settimane di vita. A questo punto, il nostro protagonista attua una mossa che sconvolgerà le vite di tutti. Definitivamente. Recensione ❯
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L'atteso ritorno della star dei BTS sul grande schermo. Espandi ▽
Il film cattura un'esperienza unica per i fan, registrata durante le due spettacolari serate finali del tour al Goyang Stadium in Corea del Sud, e celebra il gran finale del primo tour mondiale da solista di j-hope, che ha toccato 16 città, con 33 spettacoli e 524.000 army presenti. Recensione ❯
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La storia di un professore che crede che i ragazzi siano, ormai, più legati all'avere che all'essere. Espandi ▽
Un un professore che crede che i ragazzi siano, ormai, più legati all'avere che all'essere assegna ai suoi studenti un tema - che cosa sono per voi le emozioni? - che dovranno scrivere durante le vacanze di Pasqua, in modo che possano confrontarsi e parlare fra di loro, convinto che l'educazione non sia formazione, ma un conoscere sé stessi, perché tutti hanno dentro di sé le risposte, che purtroppo teniamo nascoste. Prende il via un confronto e uno scambio di opinioni che coinvolge ragazze e ragazzi della classe intera. Parallelamente, quegli stessi studenti si sfidano in una partita di pallavolo che dovrà stabilire chi sia il più forte: maschi o femmine? Anche qui, le strategie si confrontano e le diverse maniere in cui i ragazzi e le ragazze interpretano la partita porteranno verso un finale a sorpresa. Recensione ❯
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Il primo capitolo di un viaggio nelle neuro diversità, un viaggio delicato, "oltre lo sguardo medico", con attenzione all'autorappresentazione. Espandi ▽
Guida e mentore della produzione è Enrico Valtellina, autorevole voce nel dibattito attuale sui temi, il titolo dei film è ripreso da una sua pubblicazione (Tipi Umani Particolarmente Strani - La sindrome di Asperger come oggetto culturale, Mimesis 2016) ormai un riferimento. Questo primo "capitolo" inizia con l'AUTCamp, incontro annuale sulla neuro diversità. Appare da remoto Martina, che racconta la propria storia, di madre con quattro diagnosi di autismo. Incontriamo poi Martina più volte a casa sua e nei luoghi che più ama frequentare e fotografare: i cimiteri. Recensione ❯
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Una storia personale per raccontare una pagina della Storia italiana. Espandi ▽
Toni Negri è stato un pensatore di fama mondiale. Anna Negri, sua figlia, è una regista che ha faticato molto per emanciparsi dal suo cognome. Perché quando aveva 14 anni, suo padre, allora professore di Scienze Politiche all'università di Padova e tra i leader del movimento di contestazione degli anni '70, fu arrestato. L'accusa, da cui poi sarà prosciolto, era gravissima: essere il capo occulto del terrorismo italiano.
Il racconto intimo di un trauma personale, familiare, generazionale e storico. Non senza contraddittorio: la forza del film sta proprio nel suo approccio mai agiografico ma dialettico, nel continuo scambio di punti di vista, di opinioni anche politiche, di emotività. Sfilano sullo schermo una serie di litigi, confronti - generazionali, oltre che privati - anche aspri, continui tentativi di boicottaggio del film stesso.
Padre e figlia allo specchio, nelle mancanze dell'uno e nel dolore dell'altra, nella difficoltà e nell'impegno di comprendersi, nel loro parlare due linguaggi diversi («Lui quello della politica, io quello degli affetti»). Recensione ❯
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Documentario di Andrea Segre che esplora il successo tra i giovani di Berlinguer - La grande ambizione, riflettendo su impegno civile e crisi della democrazia. Espandi ▽
Durante la distribuzione in Italia di Berlinguer. La Grande Ambizione, c’è stato un pubblico giovanile che ha seguito il film di Andrea Segre anche nei dibatti dopo la proiezione. Vista la partecipazione, i realizzatori hanno deciso di creare dei momenti di confronto con loro nelle sale cinematografiche, nelle università e nei luoghi di impegno civile e politico. Noi e la grande ambizione è frutto di questo viaggio nel rapporto tra vita e politica, tra individuo e società, tra paura e sogno nella generazione dei venti e trentenni di oggi. C’è dietro un’interessante idea di ascolto dei giovani su temi politici che il cinema recente, anche documentario, ha portato avanti in maniera sporadica (recentemente Futura di Pietro Marcello, Francesco Munzi e Alice Rohrwacher). Andrea Segre ritorna sui suoi passi unendo incontri e dialoghi a immagini di backstage e di scene inedite del film. Recensione ❯
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Il ritratto spiazzante e coraggioso di Piero Pelù che diventa anche invito a tornare a guardarsi negli occhi. Documentario, Italia2025. Durata 82 Minuti.
Il racconto intimo diretto dal regista Francesco Fei su un capitolo cruciale nella vita dell'icona del rock italiano Piero Pelù. Espandi ▽
Ha inizio con un ronzio persistente il film di Francesco Fei: un disturbo uditivo invasivo e menomante, destinato a ritornare sotto varie forme in Rumore dentro, documentario dedicato a Piero Pelù, ex frontman dei Litfiba, band simbolo del rock italiano dagli anni Ottanta in avanti.
Non sappiamo se fosse un'idea originaria, ma certo è che, a conclusione del film, "acufene" risulta essere la parola pronunciata più volte dal protagonista. È una condizione fisica concreta, ma anche il perno metaforico di un racconto: la difficoltà di convivere con un suono interiore che non si spegne mai, e che per un musicista abituato a vivere di decibel, energia e volume è una condanna difficile da accettare.
Il film è un ritratto spiazzante e coraggioso e non è il rilancio di una carriera - parola che Pelù rifiuta e disprezza - ma un invito a ripensare la comunità, a tornare a guardarsi negli occhi. Recensione ❯
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Un documentario pensato come omaggio corale alla manifestazione: un progetto con protagonisti i 300.000 partecipanti della fiera. Espandi ▽
Un gruppo di visitatori alla ricerca di qualcosa o di qualcuno, come in un gioco da tavolo; sciami di persone bardate nei costumi più impensabili, come in un film d’epoca; una cinta muraria che avvolge la città, come in un’illustrazione medievale. Anzi, no, non semplici spettatori ma VisitAutori, capaci di scrivere da soli la propria storia; non riduttive comparse ma Cosplayer, portatori di una lore più grande di loro; e non un qualsiasi centro storico ma una location degna dell’immaginario fantasy. Insieme, sono tutte parti di quel grande affresco corale, orizzontale e passionale, forse irripetibile, che è Lucca Comics & Games. I numeri della passata edizione: 275 mila paganti, 900 ospiti, 600 espositori. E più di 140 treni aggiunti. Il film di Castagna non tenta minimamente di andare oltre la sfera emotivo-relazionale: si tratta di un manifesto più che di un pamphlet, denunciato già in quel “I love” iniziale, e che sembra collocare ancora di più Castagna nel mazzo dei narratori puri tutti dentro al lore, al mito, alla fabula del racconto. O in questo caso, nel racconto dei racconti che è Lucca Comics & Games. Recensione ❯
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Eugenio, musicista, ed Elvira, attrice, con l'amico Marcello incontrano a Roma la diva Paola Dini e la misteriosa Ajna: tra attrazioni, contrasti e sorprese, vivranno un viaggio che li porterà a riscoprire amore e bellezza umana. Espandi ▽
Elvira è una giovane attrice che ha uno stretto legame con il fratello Eugenio, compositore. Sono entrambi amici di un anziano gay che ha appena chiuso una relazione e ha bisogno del loro affetto. I tre incontreranno casualmente la diva Paola Dini che, colpita dalla bravura di Elvira, le offrirà un ruolo di primaria importanza in un nuovo spettacolo. Ciò provocherà situazioni che metteranno in gioco il legame tra fratelli e avranno anche bisogno dell'intervento di Marcello.
Non sempre un romanzo i cui intrecci risultano interessanti sulle pagine riesce ad offrire le stesse emozioni nella trasposizione sullo schermo.
All'origine di questo film c'è il romanzo omonimo di Massimo Benenato che gode di buone recensioni. Purtroppo però ciò che sulla pagina funziona finisce con l'appiattirsi in questa trasposizione in cui quelle che risultavano manifestazioni di sentimenti si trasformano in frasi retoriche. Recensione ❯
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Una giovane donna e il temibile guerriero extraterrestre uniscono le forze per sopravvivere. Espandi ▽
Considerato ancora troppo giovane e debole dal fratello maggiore, Dek è uno Yautja che vuole disperatamente dimostrare il proprio valore. Quando suo padre chiede la sua testa e suo fratello maggiore si oppone, il genitore decide che il fratello è a sua volta troppo debole per il clan e lo sfida in un duello mortale. Dek viene intrappolato nella nave del fratello, e il velivolo parte per "il pianeta più pericoloso dell'universo" dove si trova il mitico Kalisk, una creatura dotata di straordinarie capacità rigenerative che nessun Yautja è mai riuscito a uccidere.
Predator - Badlands segna un nuovo tentativo di ripartenza per il franchise dedicato ai feroci cacciatori alieni e questa volta il protagonista è uno di loro.
L'idea più interessante non è però il ribaltamento di prospettiva bensì l'aver affiancato allo stoico, determinato e vendicativo alieno un'androide disabile dall'inscalfibile buon umore. L'inedita strana coppia, dove è Elle Fanning a fare la parte del leone con i suoi impeccabili tempi comici, dona al film una vitalità che quasi non meriterebbe. Recensione ❯
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Un incidente stradale fa riemergere profonde ferite del passato. Espandi ▽
Padre, madre e figlioletta percorrono di notte una strada in auto quando un cane finisce sotto le ruote. Ciò provoca un danneggiamento al veicolo che costringe ad una sosta per la riparazione temporanea. Un uomo che si trova sul posto cerca di non farsi vedere perché gli è parso di riconoscere nel conducente dell’auto un agente dei servizi segreti che lo ha sottoposto a violenza in carcere. Riesce successivamente a sequestrarlo ed è pronto a seppellirlo vivo quando gli viene il dubbio che si tratti di uno scambio di persona. Jafar Panahi, scontata la pena inflittagli dal regime iraniano, gira un film in cui la denuncia si fa durissima anche se nell’involucro di una apparente commedia. Chi sente l’urgenza della denuncia di una struttura di repressione in cui si stanno insinuando crepe visibili non potrà non apprezzare il fatto che il coraggioso regista iraniano abbia scelto la strada dell’ironia per poi poter colpire dritto il bersaglio mettendone a nudo la crudeltà. Recensione ❯
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Guerritore si (ri)conquista, con le unghie e con i denti, il suo spazio nel cinema e lo fa con un film libero, personale e con grande personalità. Drammatico, Italia2025. Durata 111 Minuti.
Il primo film su Anna Magnani e la prima prova da regista per il cinema di Monica Guerritore che la interpreta. Espandi ▽
Il primo film sulla più grande interprete italiana amata in tutto il mondo, Anna Magnani, si concentra nella notte del 21 marzo 1956 quando vince il Premio Oscar come miglior attrice per La rosa tatuata. La notte dell'attesa la passerà tra i vicoli e le piazze di Roma, tra la gente del popolo che la ama e le memorie che abitano il suo cuore. Questo il leitmotiv che unisce tutti i grandi accadimenti della vita di Anna Magnani accompagnata dalle persone che le sono state più vicine. C’è qualcosa di ammaliante nelle interpretazioni di Monica Guerritore. Come se cadesse qualsiasi filtro tra l’attrice e il personaggio. Non a caso segna anche il suo debutto da regista. Scritto, diretto e interpretato da lei medesima per un’identificazione di una donna che si chiama Anna Magnani ma si legge Monica Guerritore. Guerritore si (ri)conquista così, con le unghie e con i denti, il suo spazio nel cinema e lo fa con un film libero, slabbrato, personale e con grande personalità. Recensione ❯
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