Nel 2024, 50 studenti della Columbia guidano un'ondata di proteste per Gaza. Il film racconta la loro lotta, tra repressione e speranza. Espandi ▽
Ad aprile del 2024, per dodici giorni gli studenti della Columbia University occupano il prato esterno con le loro tende per rendere pubblica la loro protesta, finora inascoltata, contro il genocidio a Gaza e la politica di investimenti israeliani del loro stesso istituto, nel cui consiglio di amministrazione siede anche un consigliere della Lockeed Martin, nota multinazionale produttrice di armi e sistemi di difesa. A parlare e raccontare la protesta sono, in riprese a parte, esclusivamente gli studenti a capo del movimento. Il film degli esordienti Kei Prikster e Michael T Workman è scaturito da un servizio giornalistico del primo e poi si è sviluppato in lungometraggio con le aggiunte delle interviste “posate”: un’estemporaneità di concezione che ne è la forza, nella incompiutezza aiutata da didascalie esplicative finali. Evidentemente circoscritto all’arco temporale ristretto in cui si muove e condizionato dal brutale evolversi del conflitto, il film ha però il merito di dar conto anche della diffusione delle proteste anche in molte altre università statunitensi e non solo.