Anna e Marco, ingegnere e architetta, si innamorano follemente, vanno a convivere e, dopo la nascita del figlio Tommaso, entrano in crisi. Lei vorrebbe cambiare vita, lui pensa più al suo lavoro e ai suoi impegni. Hanno promesso al figlio un viaggio nella terra dei Vichinghi e l'on the road in camper per la Norvegia farà effettivamente comprendere loro molte cose.
Michela Andreozzi, portando sullo schermo il libro omonimo di Fabio Volo, sceglie di raccontare tutto questo nel suo quarto film da regista, spostando l'attenzione dal "solo" protagonista Marco alla "coppia" protagonista Anna. Intuizione felice: nel passaggio dalla pagina scritta allo schermo il personaggio interpretato da Vittoria Puccini diventa tridimensionale.
Come spesso capita con i personaggi di Volo, proprio l'umanità difettosa dell'italiano medio è quella che crea più empatia e connessione con lo spettatore, che al netto di qualche piccola caduta di stile (attenzione all'orso) può godersi una storia pop con il merito di far riflettere sulle altalene emotive e gli equilibri instabili di ogni relazione.