Al festival FanHua di Firenze il cinema esistenzialista di Lu Zhang.
di Tommaso Tocci
A Pechino, il critico gastronomico Gu Wentong ha una situazione familiare movimentata. Divorziato dalla moglie, si reca spesso a visitare la figlia che vive con gli zii, Wenhui e Li Jun. Nel frattempo il padre di Gu e di Wenhui, con cui l'uomo non ha contatti da tempo, osserva i suoi figli e la nipotina a distanza, ma la famiglia non riesce a ricongiungersi. Servirà l'aiuto di Ouyang, giovane collega di Gu che presto andrà oltre il legame professionale.
Amara e speranzosa al tempo stesso, The Shadowless Tower è un'opera sull'arte di riconciliare gli alti e bassi della vita, specialmente quando la giovinezza si attenua e la mezza età inizia a mettere a fuoco i rimpianti. Negli spazi tra le relazioni finite e quelle non ancora cominciate, e nel ricordo di quelle che non possono mai scomparire del tutto, il regista Zhang Lu sembra suggerire l'esistenza di comunioni inconsapevoli, piccoli gesti che fanno da collante esistenziale.