Lubo

Film 2023 | Drammatico, +13 175 min.

Regia di Giorgio Diritti. Un film Da vedere 2023 con Franz Rogowski, Christophe Sermet, Valentina Bellè, Noémi Besedes, Cecilia Steiner. Cast completo Genere Drammatico, - Italia, Germania, 2023, durata 175 minuti. Uscita cinema giovedì 9 novembre 2023 distribuito da 01 Distribution. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,45 su 39 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento martedì 7 novembre 2023

La storia è incentrata su Lubo, un nomade costretto a trovare un nuovo senso di giustizia dopo che lo stato svizzero gli ha portato via i suoi bambini. Il film ha ottenuto 2 candidature ai Nastri d'Argento, 1 candidatura a David di Donatello, In Italia al Box Office Lubo ha incassato 145 mila euro .

Consigliato sì!
3,45/5
MYMOVIES 4,00
CRITICA 2,73
PUBBLICO 3,63
CONSIGLIATO SÌ
In un'azione di pulizia etnica Diritti trova l'occasione per delineare con rigore un personaggio seducente e complesso.
Recensione di Giancarlo Zappoli
giovedì 7 settembre 2023
Recensione di Giancarlo Zappoli
giovedì 7 settembre 2023

Lubo Moser è un nomade del popolo Jenisch. Nella Confederazione Elvetica del 1939 gira di luogo in luogo esibendosi nelle piazze insieme alla moglie Mirana e ai loro bambini. Fino a quando la Seconda Guerra mondiale incombente fa sì che il governo dichiari la mobilitazione degli uomini per la difesa delle frontiere. Lubo, mentre è in servizio, viene a sapere che i figli sono stati prelevati e portati in un istituto mentre la moglie, nel tentativo di proteggerli, ha trovato la morte. Da quel momento il senso della vita per lui consiste nel conseguire un duplice obiettivo: ritrovarli e vendicarsi.

Diritti trova in un'azione di pulizia etnica, che si stenterebbe a credere che sia accaduta in Svizzera, l'occasione per delineare il personaggio più complesso della sua filmografia.

Per comprendere a fondo il lavoro compiuto dal regista, che si è basato sul romanzo di Mario Cavatore "Il seminatore", è necessario avere delle informazioni di base. Gli Jenisch sono, dopo i Rom e i Sinti, il terzo popolo nomade europeo. Di origine germanica hanno una loro lingua e sono stati definiti nel passato, in modo spregiativo, gli zingari bianchi.

In Svizzera, negli anni in cui è collocata la vicenda, era attivo lo "Hilfswerk für die Kinder der Landstrasse", il Programma di rieducazione nazionale per i bambini di strada il cui scopo era di sottrarre i minori alle famiglie Jenisch impedendone la riproduzione al fine di annullarne la presenza sul territorio. Il cinema ha già dedicato all'argomento due film Dove cadono le ombre di Valentina Pedicini e Nebbia in agosto di Kai Wessel. Solo il primo si riferiva a quanto accaduto in Svizzera (l'altro si svolge in Germania) ma soffriva un po' a causa di un impianto teatrale.

Diritti decide di affrontare questa materia scottante avvicinandola dalla parte opposta. Non viviamo le sofferenze imposte a bambini e bambine ma seguiamo la lucida odissea di un padre che si vede strappare l'intero mondo degli affetti da quella stessa istituzione, lo Stato, che gli chiede di prestare la sua opera in divisa a difesa dei confini. È in questa aberrante contraddizione (che nell'Italia fascista, dopo la proclamazione delle leggi in difesa della razza, vissero gli ebrei che avevano servito la patria nella prima guerra mondiale) che l'uomo vivace e creativo, che percorreva strade e piazze con il suo carro trainato da cavalli, si trasforma. La sua nemesi individuale viene condotta con estremo rigore e Franz Rogowski dà corpo, voce e inflessioni a un personaggio che la camera scruta seguendone e assecondandone l'azione.

Se lo Stato vuole estinguere il suo popolo impedendone la riproduzione Lubo agirà in direzione esattamente contraria e sottilmente acuta. A un certo punto, una volta divenuto ricco mercante di preziosi, lo vediamo aggiungere un'annotazione su un taccuino. La memoria corre a tutt'altri tempi e a ben diversa temperie culturale: al catalogo del Don Giovanni di Mozart. I melomani sicuramente ricordano: "In Italia seicentocinquanta, in Alemagna duecento e trentuna; cento in Francia, in Turchia novantuna: ma in Ispagna son già mille e tre". Erano le conquiste del protagonista narrate dal servitore Leporello. Qui l'elenco è decisamente più ridotto e si concentra su una sola nazione. Perché l'obiettivo di Lubo è chiaro: se lo Stato vuole impedire al suo popolo di riprodursi lui ingraviderà quante più donne possibile mettendo al mondo quelli che dai suoi persecutori saranno considerati dei bastardi.

Diritti ci racconta un seduttore suo malgrado che, al contempo, non smette mai la ricerca dei propri figli anche se gli anni scorrono. Su tre di queste relazioni si sofferma e, in particolare, su quella di una cameriera d'albergo di origine italiana in cui Lubo vede qualcosa di più di un corpo che possa tenere viva la sua vendetta.

Con una durata che diviene necessaria per mostrare la progressione di un progetto finalizzato a ristabilire almeno un simulacro di giustizia, Diritti, con questo film, ci invita a stare in guardia in questi tempi difficili. Lo fa con una coproduzione che vede coinvolte Italia e Svizzera ricordandoci che non solo nelle dittature le aberrazioni possono insinuarsi nel tessuto sociale fino a divenire parte integrante della legislazione statale, ma anche in democrazie solide (quella elvetica lo era e lo è) il loro seme può attecchire e svilupparsi con estrema pericolosità. In molti Paesi campagne che si ammantano di un manipolato concetto di difesa della patria non sono purtroppo solo un ricordo del passato.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
mercoledì 15 novembre 2023
francesca meneghetti

Lubo è un artista di strada (uno “zingaro bianco”), appartenente al popolo nomade degli Jenisch, che, negli anni ’30, in Svizzera, furono vittime di pulizia etnica. Non vennero deportati, ma privati dei figli, come accadde in Australia agli aborigeni (vedi il film Rabbit-Proof Fence). Perché l’eugenetica, nel ‘900, non era patrimonio esclusivo dei nazisti, ma mentalità condivisa anche dai paesi più [...] Vai alla recensione »

giovedì 14 marzo 2024
Eugenio

Storia poco nota quella che Giorgio Diritti descrive nelle tre ore di Lubo. Liberamente ispirato al libro “Il seminatore” di Mario Cavatore racconta la storia di una famiglia nomade di etnia Jenisch nella Svizzera neutrale della Seconda guerra mondiale. Lubo (Franz Rogowski) per i paesi esibendosi in spettacoli, ma l’allegria finisce presto.

domenica 12 novembre 2023
Grace

Ho adorato Diritti di "il vento fa il suo giro " e "l'Uomo che verrà", poi a mio parer si è perso. "Un giorno devi andare"  mi era sembrato inutilmente sconclusionato,                  RIguardo alla biografia di LIgabue, non mi esprimo nemmeno- sono uscita prima della fine .

lunedì 20 novembre 2023
athos

Giorgio Diritti confeziona un film duro e cupo che racconta la vita di Lubo, uno zingaro che si ritrova al fronte di una guerra che non capisce, con la moglie morta e i tre figli spariti non si sa dove. Da lì comicerà la sua parabola umana, fatta di ricerca dei figli e dell'incontro con una nuova donna, con un finale dove emerge la sua grandezza.

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
venerdì 24 novembre 2023
Emanuele Di Nicola
Gli Spietati

Il cinema di Giorgio Diritti passa dalla mostrazione alla spiegazione. Nel suo adattamento del romanzo Il seminatore di Mario Cavatore, il regista emiliano percorre la parabola di Lubo Moser, nel tempo e nella Storia: nomade di etnia Jenisch, la terza maggiore popolazione europea dopo Rom e Sinti, di mestiere fa l'artista di strada, ma viene richiamato nel 1939 dalla Confederazione Elvetica per presidiare [...] Vai alla recensione »

domenica 19 novembre 2023
Roy Menarini
Roymenarini.it

Altro caso di regista italiano che irrita parte della cinefilia per i formalismi e i realismi ambientali. Diritti, in verità, è l'unico cineasta italiano insieme ad Alice Rohrwacher (del resto entrambi, in modi diversi, olmiani) che guarda alla cultura materiale come carburante filmico. E, persino in un apparente feuilleton storico su uno zingaro assassino la cui colpa è una goccia nel mare della persecuzio [...] Vai alla recensione »

sabato 18 novembre 2023
Nicolò Barretta
La Voce di Mantova

L'artista di strada Lubo è un nomade che, nel 1939, viene chiamato nell'esercito elvetico per difendere i confini nazionali dall'eventuale pericolo di una invasione tedesca. Poco tempo dopo scopre che sua moglie è morta nel tentativo di impedire ai gendarmi di portar via i loro tre figli piccoli che, in quanto Jenisch, erano stati inseriti nel programma di rieducazione nazionale per i bambini di strada. [...] Vai alla recensione »

mercoledì 15 novembre 2023
Giovanni Guidi Buffarini
Corriere Adriatico

Svizzera 1939. L'esercito richiama l'artista di strada Lubo, nomade d'etnia jenisch. In sua assenza, la Pro Juventute, organizzazione privata che si proponeva di "salvare" i bambini di strada, gli porta via i figli, crimini del genere accaddero davvero, molti i bimbi jenisch sottratti alle famiglie. La moglie di Lubo muore nel tentativo di difenderli.

domenica 12 novembre 2023
Roberto Escobar
Il Sole-24 Ore

La colpa di Lubo Moser (Franz Rogowski) non è quello che ha fatto, ma quello che è, un weiße Zigeuner, uno zingaro bianco, come nella Svizzera di ottanta anni fa sono chiamati gli Jenisch, per distinguerli dai Rom e dagli altri Romanì. A differenza di questi, gli Jenisch sono di origine germanica, o forse celtica, ma sono nomadi, come tali considerati di razza inferiore e pericolosi.

domenica 12 novembre 2023
Alessandra De Luca
Ciak

Tre anni dopo il notevole Volevo nascondermi con Elio Germano nei panni del pittore Antonio Ligabue, Giorgio Diritti è tornato dietro la macchina da presa per raccontare un altro potente ritratto con Lubo, un'opera che parla di integrazione del diverso e di diritti delle minoranze. Con portagonista il bravo Franz Rogowski, è nelle sale dal 9 novembre con 01 Distribution, dopo esser passato in concorso [...] Vai alla recensione »

sabato 11 novembre 2023
Mariarosa Mancuso
Il Foglio

La rapidità con cui Mario Cavatore - narratore dell'infelice storia con vendetta nel volumetto "Il seminatore", prima edizione Einaudi 2004 - si lascia indietro il film di Giorgio Diritti è sorprendente. Nelle prime tre pagine racconta l'origine dei suoi guai: essere jenisch in Svizzera, dagli anni della Seconda guerra mondiale (terza popolazione nomade, per numero, dopo i rom e i sinti, sostengono [...] Vai alla recensione »

sabato 11 novembre 2023
Enrico Danesi
Duels.it

Una storia che corre sulle ali dell'immaginazione, caratterizzata da una cornice (quasi) noir, che mette a fuoco una reale vergogna storica, tra le tante nefandezze perpetrate nel secolo scorso contro le popolazioni nomadi, in questo caso gli Jenisch, di origine germanica e pelle chiara, terzo gruppo europeo per numero dopo Rom e Sinti. Un film, Lubo, con il quale Giorgio Diritti segue strade narrative [...] Vai alla recensione »

sabato 11 novembre 2023
Alice Sforza
Il Giornale

È il 1939. Lubo, nomade Jenisch, viene arruolato nell'esercito svizzero. Intanto, la moglie muore e i figli gli vengono sottratti. Lui diserta per andare alla ricerca della prole e vendicarsi dello Stato. Incredibile che in Svizzera si facesse pulizia etnica. E Diritti racconta molto bene il tutto, inseguendo con la camera il talento di Rogowski. Il quale è bravissimo a dar voce e sguardi alla complessità [...] Vai alla recensione »

venerdì 10 novembre 2023
Andrea Giordano
La Provincia di Como

Dal regista Giorgio Diritti un film sul tentativo di sradicare il nomadismo nella Svizzera anni Trenta Il protagonista - interpretato da uno strepitoso Franz Rogowski - vede la sua famiglia distrutta in breve tempo Il rapporto col passato, tragico e doloroso, ma che serva da monito a migliorare e riflettere, è una delle cifre narrative di Giorgio Diritti, che in un paio di occasioni ha fatto sue (e [...] Vai alla recensione »

venerdì 10 novembre 2023
Jessica Kiang
Variety

Per buona parte del novecento in Svizzera esisteva una politica semi-ufficiale per separare i figli dei nomadi dai loro genitori. Il programma Kinder der Landstrasse (bambini di strada) intendeva salvaguardare i più piccoli dai pericoli del vagabondaggio e della criminalità. Vedendola oggi questa pratica, interrotta negli anni settanta, si rivela per quello che era: una violazione ingiustificata e [...] Vai alla recensione »

venerdì 10 novembre 2023
Alessandra De Luca
Avvenire

Quando dalla Germania degli anni Trenta cominciano a sommare venti di guerra, il governo svizzero dichiara la mobilitazione dei suoi cittadini maschi, i nomadi. Chiamato a presidiare il confine Lubo Moser, artista di strada, scopre che la polizia ha ucciso la moglie e ha portato i suoi tre bambini dal campo corso di un'operazione di pulizia etnica. Negli anni a seguire utilizzerà ogni memo per ritrovare [...] Vai alla recensione »

venerdì 10 novembre 2023
Valerio Caprara
Il Mattino

Presentato con esiti contrastanti all'ultima Mostra di Venezia, "Lubo" è un film che ha il merito di affrontare una vicenda poco conosciuta della Storia europea del secolo scorso, ma lo fa con piglio e tempi farraginosi. L'affresco tratto dal libro di Cavatore "Il seminatore" è in effetti affrontato dal cineasta bolognese Giorgio Diritti e il cosceneggiatore Fredo Valla con un passo cadenzato e gremito [...] Vai alla recensione »

venerdì 10 novembre 2023
Andrea Chimento
Il Sole-24 Ore

Giorgio Diritti dirige Franz Rogowski: basterebbe questo per suscitare interesse attorno a "Lubo", uno dei grandi protagonisti del weekend in sala. Il regista bolognese, tre anni dopo il notevole "Volevo nascondermi" con Elio Germano nei panni del pittore Antonio Ligabue, è tornato dietro la macchina da presa per raccontare la vita di Lubo, un uomo, interpretato dal bravissimo attore tedesco, che [...] Vai alla recensione »

venerdì 10 novembre 2023
Giovanni Spagnoletti
Close-up

Qualche anno fa, precisamente nel 2017, proprio alla Mostra di Venezia era stato presentato Dove cadono le ombre, diretto da una promettente regista, prematuramente scomparsa, Valentina Pedicini (1978 - 2020) in cui, basandosi sull'opera della scrittrice svizzera Mariella Mehr, si narrava del progetto di pulizia etnica portato avanti dall'associazione Pro Juventute dal 1926 al 1973, in Svizzera, ai [...] Vai alla recensione »

giovedì 9 novembre 2023
Michele Gottardi
Il Mattino di Padova

In concorso a Venezia 80, "Lubo" di Giorgio Diritti racconta una vicenda che pochi conoscono, liberamente tratta da "Il seminatore" di Mario Cavatore. Anche in Svizzera, il paese che nell'immaginario comune è un esempio di democrazia, è avvenuto in anni non lontani uno scontro etnico, animato sempre dalla paura del diverso, in questo caso una delle grandi famiglie degli zingari europei dopo rom e [...] Vai alla recensione »

giovedì 9 novembre 2023
Francesca Filiasi
Cult Week

Inizia bene Lubo: con uno spettacolo improvvisato nella piazza di un piccolo paese, dove un goffo orso di pezza balla al suono di una piccola banda squinternata. Sul più bello dalla sua pancia di stoffa esce una creatura travestita di stracci che ha lo sguardo intenso di Lubo/Franz Rogowsky. Il protagonista dell'ultimo film di Giorgio Diritti, tratto da un romanzo di Mario Cavatore intitolato Il seminatore, [...] Vai alla recensione »

giovedì 9 novembre 2023
Silvio Danese
Quotidiano Nazionale

Tra il '39 e gli anni '50, è la parabola di vendetta e riscatto di uno «zingaro bianco» (i nomadi Janisch), dopo la perdita della moglie, uccisa dai militari svizzeri, e la perdita dei figli, sottratti dal programma di rieducazione «Pro Juventute». Di Lubo, personaggio brechtiano di adeguamento attivo all'oppressore, Rogowski fa uno strategico seduttore e uno spietato imprenditore, mentre Diritti, [...] Vai alla recensione »

giovedì 9 novembre 2023
Fabio Canessa
Il Tirreno

Kolossal nostrano di tre ore girato in molte lingue e in location storiche di notevole potenza evocativa, con una suggestiva ricostruzione d'epoca che, raccontando la storia sconosciuta dei bambini zingari rapiti ai genitori dalla Svizzera degli anni Trenta, fa pensare ai bambini ucraini rapiti oggi dai russi. Trasferendo sullo schermo un romanzo di Mario Cavatore, Giorgio Diritti si conferma tra i [...] Vai alla recensione »

martedì 7 novembre 2023
Mariuccia Ciotta
Film TV

La scena mancante c'è, ma quasi nessuno la vede, neppure il regista Giorgio Diritti, sembra, visto che la dimentica subito dopo. Lubo Moser, artista nomade del gruppo etnico jenisch, uccide a sassate un corriere austriaco mentre sta esportando clandestinamente, oltrefrontiera, in Svizzera, i gioielli dei perseguitati da Hitler. Inverno 1939, l'Austria è stata annessa alla Germania nazista e gli ebrei [...] Vai alla recensione »

martedì 7 novembre 2023
Massimo Giraldi
Roma Sette

Svizzera, 1939. Lubo, giovane nomade di etnia Jermish, viaggia con moglie e tre figli di città in città, dove propone i propri spettacoli come artista di strada. Mentre è in viaggio, viene raggiunto da un'ordinanza dell'esercito elvetico che lo obbliga ad abbandonare la famiglia e a presentarsi alla leva obbligatoria. Passato alla recente Mostra del Cinema di Venezia come ultimo dei sei film italiani [...] Vai alla recensione »

martedì 12 settembre 2023
Giulio Sangiorgio
Film TV

Grigioni, 1939. Lubo (Rogowski, corpo da co-produzione europea) è uno jenisch che sopravvive con spettacolini itineranti (travestito da bestia, rinato in donna, sempre in maschera) allestiti con la propria famiglia. Lo stato elvetico lo chiama a difendere i confini dai tedeschi, gli uccide la moglie, si prende i suoi figli. Per rintracciarli, Lubo sottrae l'identità a un contrabbandiere.

venerdì 8 settembre 2023
Francesco Alò
Il Messaggero

Prima ora magnifica: Lubo (Rogowski) è felice con moglie e figli circensi nella Svizzera del 1939 (sembrano la famiglia di saltimbanchi itineranti del Settimo sigillo di Bergman). Poi arriva la guerra, li separano e lui perde tutto: moglie morta, figli confiscati perché di etnia jenish. Nelle successive due ore, non magnifiche, diventa come James Bond cambiando identità, seducendo ricche signore, illudendo [...] Vai alla recensione »

venerdì 8 settembre 2023
Alberto Crespi
La Repubblica

Alzi la mano chi conosce la storia degli "zingari bianchi". Noi, a domanda, non l'avremmo alzata e siamo quindi grati a Lubo , di Giorgio Diritti, sesto e ultimo film italiano in concorso a Venezia. Ispirandosi al romanzo Il seminatore di Mario Cavatore, Diritti ci racconta la vita di un uomo - il Lubo del titolo - dell'etnia Jenisch, un popolo nomade come i Rom e i Sinti oggi diffuso in mezza Europa, [...] Vai alla recensione »

venerdì 8 settembre 2023
Adriano De Grandis
Il Gazzettino

Si è conclusa la manifestazione della nutrita pattuglia italiana in Concorso. E non nel migliore dei modi, anche se c'è stato chi ha fatto peggio, anche ieri, per dire. "Lubo" di Giorgio Diritti ha un handicap non da poco: dura tre ore e quando si arriva a tale lunghezza, bisognerebbe giustificarlo. E invece il film non lo fa. Trascina a lungo una prima, abbondante parte, per poi virare quasi bruscamente, [...] Vai alla recensione »

venerdì 8 settembre 2023
Enrico Danesi
Giornale di Brescia

Una storia di finzione, non priva di tensione, che mette a fuoco una vergogna storica, una delle tante nefandezze perpetrate nel secolo scorso contro le popolazioni nomadi, in questo caso gli Jenisch, terzo gruppo europeo più numeroso dopo Rom e Sinti. Con «Lubo», Giorgio Diritti si allontana solo in apparenza dal tema centrale del suo cinema, per cui da una parte c'è sempre il «diverso», in quanto [...] Vai alla recensione »

venerdì 8 settembre 2023
Filiberto Molossi
La Gazzetta di Parma

Accende la luce su una pagina di Storia buia, oscura, là dove il sonno della ragione (e dei codici, che avvallano leggi discriminatorie e criminali) genera mostri, cicatrici e conseguenze, Giorgio Diritti, l'ultimo dei sei registi italiani in concorso: che esce dalla comfort zone emiliana, per oltrepassare il confine con la Svizzera, e montare un dramma in tre atti lungo vent'anni (dal '39 al '59) [...] Vai alla recensione »

venerdì 8 settembre 2023
Claudia Catalli
Wired

La parabola di un resiliente che non si lascia abbattere dai drammi multipli della vita, ma cerca di reagire con speranza, facendo leva sulla forza della disperazione. È Lubo, il nuovo film di Giorgio Diritti liberamente ispirato al romanzo Il seminatore di Mario Cavatore (Einaudi). Racconta la storia di un artista di strada Jenisch nella Svizzera degli anni Trenta, bruscamente costretto ad arruolarsi [...] Vai alla recensione »

venerdì 8 settembre 2023
Antonello Catacchio
Il Manifesto

Sesto e ultimo film italiano in concorso Lubo di Giorgio Diritti ci porta nella neutrale Svizzera mentre rimbombano gli echi della Seconda guerra mondiale. Lubo appartiene alla comunità Jenisch, sono nomadi, campano con spettacoli di strada e altri lavoretti. Inutile dire che non sono proprio ben visti. Ma nessuno avrebbe sospettato che la «civilissima» confederazione elvetica potesse escogitare un [...] Vai alla recensione »

venerdì 8 settembre 2023
Alvise Mainardi
NonSoloCinema

Liberamente tratto dal romanzo Il seminatore di Cavatore, Lubo è il quinto lungometraggio di Giorgio Diritti, nonché il suo film più lungo, più incline alla grandeur e più "internazionale". Girato in tedesco e italiano lungo un vasto lasso di tempo che va dal 1939 ai primi anni '60 a cavallo del confine tra Svizzera e Austria, il quinto film patrio presentato a Venezia 80 è anche quello che il concetto [...] Vai alla recensione »

giovedì 7 settembre 2023
Francesco Del Grosso
Cinematographe

L'80esima Mostra Internazionale D'Arte Cinematografica è un'edizione che passerà agli annali per avere ospitato in concorso ben sei film battenti bandiera tricolore. L'ultimo in ordine di tempo a sfilare sul red carpet e a scorrere sullo schermo della Sala Grande è stato Lubo di Giorgio Diritti, la cui uscita nelle sale nostrane con 01 Distribution è prevista il 9 novembre 2023.

giovedì 7 settembre 2023
Gian Luca Pisacane
La Rivista del Cinematografo

Per alcuni può esserci un riferimento lontano, di oltre mezzo secolo fa, La legge del Signore di William Wyler, Palma d'Oro al Festival di Cannes nel 1957. Gary Cooper interpretava un padre, un mite quacchero che vedeva suo figlio Anthony Perkins sparire per la Guerra di Secessione. E lo andava a riprendere sul campo di battaglia, senza aver mai imbracciato un fucile, secondo i dettami del suo credo [...] Vai alla recensione »

giovedì 7 settembre 2023
Simone Emiliani
Sentieri Selvaggi

Sulla linea del confine. Dalla Svizzera all'Italia (e ritorno) Lubo sembra avere l'andamento di un poliziesco. C'è l'omicidio, la fuga, il cambio d'identità, tutti elementi appartenenti al genere. Ma al tempo stesso il nuovo film di Giorgio Diritti, liberamente tratto dal romanzo Il seminatore di Mario Cavatore (edito da Einaudi), riporta a galla delle vicende poco conosciute che sono successe in Svizzera [...] Vai alla recensione »

giovedì 7 settembre 2023
Roberto Manassero
Cineforum

Lubo Moser, il protagonista dell'ultimo film di Giorgio Diritti e del romanzo da cui è tratto, Il seminatore di Mario Cavatore (Einaudi, 2004), è uno jenisch, cioè un nomade, uno zingaro, nella Svizzera di fine anni '30. Con la moglie, i tre figli e il resto della famiglia allargata gira il paese esibendosi per strada in numeri circensi e musicali. In uno di questi, nella prima scena del film, nasce [...] Vai alla recensione »

giovedì 7 settembre 2023
Serena Nannelli
Il Giornale

Debutto in concorso, oggi al Lido, per Giorgio Diritti con "Lubo", un film storico della durata di ben tre ore, ambientato tra il 1939 e la fine degli Anni 50. Lubo (Franz Rogowski) è un nomade e artista di strada con una moglie e tre figli piccoli. Un giorno in maniera inaspettata si trova chiamato dall'esercito elvetico a difendere i confini nazionali dal rischio di un'invasione tedesca.

giovedì 7 settembre 2023
Marina Pavido
Asbury Movies

Essere considerati una minoranza e venire perseguitati fin da quando si è bambini. Il regista Giorgio Diritti ha spesso mostrato interesse per chi, in un modo o nell'altro, è stato spesso considerato una sorta di "outsider". Basti pensare, giusto per fare un esempio, al recente Volevo nascondermi (2020), in cui veniva approfondita la vita del celebre pittore Antonio Ligabue.

giovedì 7 settembre 2023
Daria Pomponio
Quinlan

Sostituire il concetto di patria con quello più umano di appartenenza, specie quella di sangue. È questo in fondo il tema portante di Lubo, quinto lungometraggio di finzione di Giorgio Diritti (Volevo nascondermi, Un giorno devi andare, L'uomo che verrà, Il vento fa il suo giro), presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2023. Protagonista delle traversie tragiche e picaresche narrate [...] Vai alla recensione »

mercoledì 6 settembre 2023
Leonardo Amato
Madmass

Con il suo ultimo film Lubo, in concorso all'ottantesima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, Giorgio Diritti ci trascina in un capitolo oscuro e poco conosciuto della Svizzera. Tratto dal romanzo Il Seminatore di Mario Cavatore, il film segue la vita di Lubo Moser, un nomade di etnia Jenish, negli anni del Secondo conflitto mondiale. Il protagonista, interpretato da Franz Rogowski, è un [...] Vai alla recensione »

NEWS
TRAILER
giovedì 19 ottobre 2023
 

Regia di Giorgio Diritti. Un film con Franz Rogowski, Christophe Sermet, Valentina Bellè, Noémi Besedes, Cecilia Steiner. Da giovedì 9 novembre al cinema. Guarda il trailer »

MOSTRA DI VENEZIA
giovedì 7 settembre 2023
Giancarlo Zappoli

Franz Rogowski dà corpo, voce e inflessioni a un uomo che la camera scruta seguendone l’azione. In Concorso a Venezia 80 e dal 9 novembre in sala. Vai all'articolo »

Christophe Sermet nella parte di Motti
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