Mentre si avvia verso la conclusione dell'ultimo anno del liceo, Uri si ritrova alla ricerca della propria strada. Espandi ▽
Uri è un diciassettenne che sta cercando la propria strada nel mondo. Deve districarsi tra la scuola e la famiglia ma il suo problema più grande è costituito dalla separazione dei suoi genitori, che ha fatto sì che sua madre non abbia più voluto dormire nel letto matrimoniale e ora condivida la camera del figlio. Matan Yair si rivela come un regista di cui sarebbe interessante veder arrivare nelle nostre sale anche le opere precedenti. Se si scorre la sua filmografia si può osservare come il suo interesse per la fase adolescenziale della vita e per la realtà scolastica abbia da sempre attraversato la sua opera. In questo specifico caso a fare da elemento di riferimento è un dato autobiografico. La stanza per sé del titolo Uri la deve cercare come tutti coloro che stanno crescendo e si chiedono se c’è un posto in cui possano autodeterminarsi senza per questo incrinare i legami parentali. Recensione ❯
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Un viaggio che ripercorre la storia di due bronzi di Riace conservati straordinariamente. Espandi ▽
Ci sono un quando, un dove, un chi e un come: il 16 agosto 1972, a 300 metri dal litorale di Riace Marina, in provincia di Reggio Calabria, a 8 metri di profondità nel Mar Jonio, vengono ritrovati due statue ascrivibili alla storia della Grecia classica; a segnalarne la presenza alle forze dell'ordine è un sub dilettante romano, Stefano Mariottini, in vacanza presso degli amici del luogo; i Carabinieri si occupano del ripescaggio delle statue, che vengono mandate all'Opificio delle Pietre Dure di Firenze ed esposte per la prima volta al pubblico nel 1981, tornando quindi in Calabria per essere collocate definitivamente nel Museo Archeologico di Reggio.
Ma ci sono altri quando, dove, chi e come: le statue sono soltanto due? Che fine hanno fatto lance e scudi? È stato per primo Mariottini a ritrovarli? In che città devono essere ospitate? La Calabria è i Bronzi di Riace, i Bronzi di Riace sono la Calabria.
La storia, intera o ancora da scrivere; i misteri, veri o presunti; i protagonisti, conosciuti o inascoltati. C'è tutto dentro Semidei. Il film è una questione di sguardi, di osservazioni, di visioni. Ci sono gli archeologici e gli storici dell'arte che scrutano prima da fuori e poi da dentro per capire chi sono il Giovane (o l'Eroe) e il Vecchio (o lo Stratego) - così si chiamano il Bronzo A e il Bronzo B. Recensione ❯
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Una ragazza appena adolescente deve fare i conti con la sua terra devastata dalle conseguenze del riscaldamento globale. Espandi ▽
Il Brahmaputra è un fiume che attraversa Tibet, India e Bangladesh. Lungo il suo corso resiste, tra un'isola di fango e un'altra, una popolazione poverissima, che le inondazioni recenti, dovute al cambiamento climatico, hanno messo in ginocchio. Il regista e reporter Angelos Rallis dal 2017 filma per cinque anni la quotidianità di Afrin, dodicenne incontrata durante le sue ricerche. Temporaneamente ospitata dalla zia perché orfana di madre e con padre lontano, la ragazzina combatte quotidianamente con le piogge torrenziali, cerca di arginare i danni raccogliendo e accatastando rami e canne di bambù attorno alla sua precaria abitazione. Le inondazioni hanno distrutto tutto, sostentarsi è sempre più difficile.
Ecco perché il padre di Afrin è andato a cercare una nuova vita a Dacca, la metropoli capitale del Bangladesh. Lì si sposterà anche la ragazzina, per cercare il padre e sfuggire al possibile matrimonio, visto che a quattordici anni in quella parte del mondo si è già considerate "da marito".
Mix di documentario di osservazione e invenzione finzionale, realtà e fantasia, Afrin nel mondo sommerso va accolto come la testimonianza preziosa di un disastro ecologico e sociale ma anche come una fiaba magica e nera, un coming of age che invita a una nuova consapevolezza del pianeta. Recensione ❯
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Un incalzante doc di denuncia sul lavoro della dottoressa Cattaneo: restituire la dignità umana a tutti. Documentario, Italia, Svizzera, Svezia2023. Durata 93 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Storia di morti senza identità, corpi a cui nessuno sa dare un nome. Espandi ▽
La dottoressa Cristina Cattaneo dirige il LABANOF, Laboratorio ai Antropologia e Odontologia Forense dell'Università degli Studi di Milano. La sua missione è quella di restituire un'identità ai numerosi cadaveri o scheletri che vengono trovati senza documenti. Con il suo team inizia a rintracciare ogni volta dei segni utili che ne possono permettere l'identificazione. Ma non è mai facile. Tra i suoi obiettivi, c'è quello di fare in modo che a tutte le persone decedute dei quali non si conoscono le generalità venga riconosciuto il diritto al nome e creare così una banca dati europea.
Dietro ogni persona scomparsa c'è una storia e quella delle loro famiglie che li stanno cercando. Si parte sempre da un indizio, anche dagli stessi oggetti: scarpe, occhiali, telefono, crocifisso, portafoglio.
Sconosciuti puri è un incalzante documentario di denuncia sull'assenza delle istituzioni e la lentezza della burocrazia. Emerge la figura di una donna che combatte tra mille difficoltà, anche in piena pandemia, che ci accompagna nel corso del documentario ma che, nella sua discrezione, cerca anche di essere invisibile e mantiene solo la sua voce per restituire nome e cognome a tutte le persone scomparse come gesto di rispetto della dignità umana. Recensione ❯
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La cronaca dettagliata del terrificante calvario vissuto da vittima di un marito megalomane e gelosissimo. Basato sul romanzo omonimo (1926) di Mercedes Pinto. Espandi ▽
Francisco Galván de Montemayor è un ricco borghese che un giorno, durante la celebrazione dei riti del Giovedì Santo vede in chiesa la giovane Gloria e se ne innamora immediatamente. Lei è fidanzata con un ingegnere che lascia per sposare Francisco. Non sa che l'attende una vita coniugale con un uomo affetto da gelosia morbosa.
Pochi registi sono riusciti a descrivere il delirio psicotico paranoico della gelosia come Buñuel in questo film. Il regista è andato oltre con questo personaggio a cui aveva attribuito alcuni dei suoi elementi caratteriali e psicologici.
El, come talvolta accade con le opere di valore, resta quindi un film aperto che, visto a settanta anni di distanza, non ha perso nulla delle sue qualità sia estetiche che narrative. Va ricordato che il soggetto di base si ispirava al romanzo "Pensamientos" scritto, non a caso, da una donna: Mercedes Puito. Recensione ❯
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Un originale e spiazzante giro per il mondo attraverso la spazzatura e i metodi in cui viene smaltita o riutilizzata. Documentario, Austria2022. Durata 100 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un film sui rifiuti in aree remote e sulle persone che cercano di ripulire: un lavoro simile al sisifo dei netturbini e dei gestori dei rifiuti in tutto il mondo. Espandi ▽
L’accumulo e lo smaltimento dei rifiuti sono al centro di un documentario che mostra come viene affrontato (o trascurato) il problema e quale sia il suo impatto ambientale, in varie zone del mondo. Il tema viene indagato saltando da un continente all’altro, e passando per aree remote e diversissime tra loro: dalle vette innevate della Svizzera alle coste della Grecia e dell’Albania, dal Nepal alle Maldive, fino al Nevada. Le immagini della spazzatura che contamina il paesaggio naturale, invadendo le montagne, le spiagge, fino alla profondità degli oceani, si accompagnano alle riprese delle azioni di chi tenta di occuparsi della gestione dei rifiuti nelle varie realtà locali. Geyrhalter esplora il tema dello smaltimento dei rifiuti senza intenti didattici, ma affidandosi ad una fotografia suggestiva e al potere delle immagini). Il suo intento non è dimostrare ma semplicemente mostrare, e in questo risiede il limite ma anche il fascino di un documentario che parla quasi solo per immagini e adotta vari registri, dall’iperrealistico al visionario, sfiorando anche il grottesco e la fantascienza. Recensione ❯
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Una donna si trova al capezzale di un morto che chiedeva di vederla. Per lei però è un totale sconosciuto. Espandi ▽
Amelia Jandolo è un'insegnante di ricamo e cucito nella Napoli degli anni '50. Una sera si trova davanti un giovane che pretende che la segua a casa perché Felice, il fratello morente, chiede con insistenza di vederla. Giunti a destinazione trovano che l'uomo è già deceduto. Tutti pensano che lei ne sia l'amante ma Amelia non lo conosce. Le rimarrà il desiderio di scoprire chi abbia usato il suo nome facendosi passare per lei. L'indagine la porterà a conoscere una realtà inattesa.
Daniele Salvo realizza un film con uno stile classico che aderisce alla vicenda che porta sullo schermo.
In un film che potremmo definire di altri tempi possiamo scoprire la possibilità di una narrazione che tenga conto delle possibilità interpretative messe a disposizione da un testo letterario portandone in luce gli elementi, grazie ad un cast equilibrato che aderisce a una regia che può permettersi, senza alcun timore reverenziale, di dedicare il film a Bernardo Bertolucci. Recensione ❯
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Brava e precisa, Calabria ci mostra quello che c'è dietro l'emigrazione e lo stereotipo albanese. Documentario, Italia2022. Durata 81 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Esmeralda Calabria sfida i preconcetti per restituire dignità alla memoria e con coraggio squarcia un velo sull'Albania, uno dei Paesi a noi più vicini ma a noi più sconosciuti. Espandi ▽
Gli intrecci della storia e delle vite di chi è andato via: Redi scappa dall'Albania nel 1997 per sfuggire ai disordini scoppiati in tutto il paese e raggiunge il fratello Ekland in Italia, dove si diplomerà al Conservatorio Tito Schipa di Lecce. Ekland, musicista del Teatro dell'Opera di Tirana, aveva lasciato clandestinamente l'Albania qualche anno prima. Meteli Hasa e Afe¨rdita Hasko Hasa, i genitori di Redi ed Ekland, primo ballerino dell'Opera di Tirana lui, insegnante di violoncello all'Accademia Musicale di Tirana lei, ora vivono in Puglia.
Gli intrecci della storia e delle vite di chi è rimasto: Bojken Lako, figlio di Bujar Lako, l'attore più importante del cinema albanese, scrive, dirige e produce programmi radio e tv. Irini Qirjako, Irena Saraci, Sabahet Vishnja e le altre, tutte componenti del Coro Jehona, il più importante gruppo di musica tradizionale albanese, si esibiscono nel paese e in giro per l'Europa.
Redi Hasa, con il suo violoncello e le sue musiche, ci guida alla scoperta di quello che c'è dietro l'emigrazione e lo stereotipo albanese. C'è tutta l'Albania dentro questo film, un paese dove ancora qualcuno parla a bassa voce e, come nel finale obliquo e inquieto, qualcuno ancora si chiede chi è entrato a casa sua. Recensione ❯
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Un viaggio agli inferi che accetta di fare i conti con la propria identità africana rifiutando lo stereotipo. Drammatico, Belgio2023. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il ritorno in Congo di un uomo emigrato anni prima in Belgio apre un viaggio agli inferi magico e caotico. Espandi ▽
In una terra africana caotica e fantasmagorica, tra stereotipi e crisi dei valori tradizionali (familiari, sessuali, identitari), Augure intreccia le vite di quattro personaggi a loro modo posseduti ed esclusi dalla società. Capita di rado di vedere un film africano di coproduzione europea che accetti di fare i conti con la propria identità in maniera sofferta e non riconciliata. Opera prima dell’attore, rapper e regista esordiente belga di origini congolese Baloji, prova a prendere di petto la questione e a farla esplodere. Il ritorno a casa del protagonista apre a un viaggio agli inferi dalla funziona catartica, grazie al quale lo stesso regista rielabora la morte del padre e il suo stesso sradicamento.
Visivamente e narrativamente, Augure è caotico e disordinato, immerso in una violenza espressiva che stride con i canoni del cinema festivaliero e i suoi equilibri. Se da europeo Baloji aderisce ai luoghi comuni dell’Africa come continente magico e arretrato, da africano non cerca una fuga o un conforto nella meraviglia e nell’irrazionale. Da artista e da uomo chiude i conti con la sua identità e usa il cinema per ricominciare una nuova vita. Recensione ❯
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30 registi hanno risposto a quesiti sul cinema durante l'edizione del 2022 del Festival di Cannes. Espandi ▽
Secondo lo stesso principio del film di Wim Wenders del 1982 Room 666, questo documentario è stato girato durante i giorni dell'edizione 2022 del festival di Cannes in una sala dell'hotel Marriott sulla Croisette, dove 30 registi, molti dei quali facevano parte della giuria o avevano film e progetti presentati al festival quell'anno, hanno risposto a domande sul cinema e sul futuro del cinema. Recensione ❯
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Tre amici nell'entroterra calabrese. La festa patronale è in arrivo. Un documentario di prossimità, sincero
e potente. Espandi ▽
A Crotone, il 13 dicembre di ogni anno, si festeggia Santa Lucia portando avanti la tradizione dei Fuochi: grandi piramidi di legno vengono costruite e fatte ardere da gruppi di giovani e adulti appartenenti ai diversi quartieri della città, che si sfidano con l’obiettivo di realizzare la struttura più alta e il falò più bello. Il rito antichissimo vuole simbolicamente restituire la luce a Santa Lucia, acciecata secondo la leggenda, e diventa un momento di unione tra ragazzi che condividono una vita problematica tra povertà e mancanze in un contesto spesso difficile, come quello del quartiere Fondo Gesù. Il documentario di Matteo Russo si addentra in una realtà complessa e nella quotidianità amara di tre ragazzi, tentando di illuminare le loro vite buie. Nel suo lungometraggio d’esordio, il regista crotonese Matteo Russo si concentra sulla propria terra d’origine ponendo lo sguardo su uno spaccato di gioventù negata, priva di sbocchi, oppressa da situazioni familiari disastrate e da uno scenario sociale desolante. Senza ammorbidire la realtà e filmando anche qualche screzio tra i protagonisti, Musso cerca in quei ragazzi e nei loro silenzi delle scintille che possano illuminarne il cammino verso un’incerta età adulta. Recensione ❯
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Un film sul ricordo e sui rimpianti, in cui l'intimità discreta ma partecipe di Bigoni trova corrispondenze col cinema di Soldini. Drammatico, Italia2022. Durata 83 Minuti.
I limiti di un amore, l'esaurirsi del tempo a disposizione, la fine. Cinque stanze si infila nei meandri della vita di una coppia e ne svela le fragilità, giocando con il tempo e con gli spazi. Espandi ▽
K, un uomo ormai prossimo alla pensione, sta leggendo una lettera che gli ha scritto la moglie Lara, gravemente malata, prima di andarsene di casa. I due sono stati sposati per circa trent'anni. All'inizio della loro relazione si sono amati intensamente ma la morte della loro figlia di quattro anni ha condizionato per sempre la loro vita. Da quel momento K si è allontanato da Lara. Negli ultimi sei mesi poi l'uomo ha iniziato una nuova relazione con Silvia. Non si rende conto del suo stato di salute. Quando accade, è già troppo tardi.
Cinque stanze oltrepassa la sua innegabile organizzazione dello spazio della scena e, attraverso la fotografia di Italo Petriccione, racconta molto dei suoi personaggi attraverso i primi piani, i silenzi.
Da parte di Bigoni, c'è una cura esemplare nel disegnare gli stati d'animo 'provvisori quasi d'amore' che avvicinano i suoi protagonisti a quelli del cinema di Soldini. Qui non hanno la possibilità di fuga, di provare a reinventarsi una vita. Ma nel finale, proprio nell'ultima stanza, il film respira e trasforma la sua rabbia in tenera malinconia. Recensione ❯
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Una serie ingegnosa che costruisce un intricato mosaico tra presente e passato. Ottimi gli attori e un tema musicale di grande livello. Azione, Drammatico, Thriller - USA2023. Durata 88 Minuti.
Tra thriller e spy story, una serie con Kiefer Sutherland protagonista di una fervida battaglia per la democrazia. Espandi ▽
John Weir (Kiefer Sutherland) è un maestro dell'inganno nel mondo dello spionaggio aziendale. Almeno fino a quando viene incastrato per omicidio da forze potenti con la capacità di influenzare e controllare la popolazione. Recensione ❯
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L'artista che è riuscito a elevare il kitsch e il pop per trasformarli in capolavori come pochi artisti visionari nella storia recente. Espandi ▽
Il ritratto intimo di questo personaggio così polarizzante arriva al cinema per raccontare le dinamiche nascoste dietro la persona, l'artista e il marchio Koons. Passando dall'America all'Europa e al Qatar attraverso varie decadi, il film sarà un'occasione unica per capire l'uomo che ha preso gli oggetti di uso quotidiano prodotti in serie e li ha trasformati nella più alta forma d'arte, elevando il loro status da ordinario a sublime. Attraverso le parole di Koons, della sorella, della moglie e dei figli, ma anche di critici, galleristi, artisti e studiosi come Mary Boone, Jeffrey Deitch, Massimiliano Gioni, Antonio Homem, Dakis Joannou, Stella McCartney, Andy Moses, Norman Rosenthal, Scott Rothkopf, Julian Schnabel, Linda Yablonsky, il docu-film condurrà in un viaggio intimo nella mente di Jeff Koons, con l'obiettivo di scoprire cosa lo motiva oggi e cosa ha plasmato nel corso della sua carriera la sua incomparabile visione. Un mondo in cui gli oggetti quotidiani e la nostalgia per il pop del XX secolo trascendono le loro forme originali, si trasformano in opere d'arte, lasciando che lo spettatore guardi dentro le proprie riflessioni. Recensione ❯
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Un'animata allegoria che parla del delicato momento che vede il passaggio dall'infanzia all'adolescenza. Dagli autori di Un gatto a Parigi. Espandi ▽
Nina ha un papà che le racconta e disegna storie prima di dormire. Arriva però il momento in cui questa tradizione viene interrotta. Non solo perché cresce ma soprattutto perché il genitore è preoccupato perché la fabbrica in cui lavorava ha chiuso l'attività. Con l'aiuto del coetaneo Mehdi, che si trova in una situazione analoga, e con il supporto del riccio che il padre le aveva disegnato, mette in atto un piano per trovare il denaro che il direttore della fabbrica aveva rubato portandola così alla chiusura.
Felicioli e Gagnon tornano a parlare della realtà facendo uso dell'inventività che l'animazione consente. Sanno come partire da una base di realtà sociale, mantenendola sempre presente, per poi costruire una storia di amicizia (e forse di amore) in cui non mancano i momenti thriller. Tutto sempre ad altezza di bambini ma senza dimenticare il pubblico adulto.
Tutto ciò senza forzature grazie proprio all'integrazione di realismo e fantasia che consente di realizzare dei titoli di coda da non perdere. Recensione ❯
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