Anno | 2023 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 105 minuti |
Regia di | Daniele Salvo |
Attori | Ida Di Benedetto, Gioia Spaziani, Peppe Servillo, Emanuele Pacca, Lorenzo Parrotto Fabrizio Desideri. |
Uscita | giovedì 30 novembre 2023 |
Tag | Da vedere 2023 |
Distribuzione | Digital Soul |
MYmonetro | Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 2 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento martedì 10 settembre 2024
Una donna si trova al capezzale di un morto che chiedeva di vederla. Per lei però è un totale sconosciuto. In Italia al Box Office Gli altri ha incassato nelle prime 7 settimane di programmazione 2,3 mila euro e 0 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Amelia Jandolo è un'insegnante di ricamo e cucito nella Napoli degli anni '50. Una sera si trova davanti un giovane che pretende che la segua a casa perché Felice, il fratello morente, chiede con insistenza di vederla. Giunti a destinazione trovano che l'uomo è già deceduto. Tutti pensano che lei ne sia l'amante ma Amelia non lo conosce. Le rimarrà il desiderio di scoprire chi abbia usato il suo nome facendosi passare per lei. L'indagine la porterà a conoscere una realtà inattesa.
Daniele Salvo realizza un film con uno stile classico che aderisce alla vicenda che porta sullo schermo.
Alla base di questo film c'è un romanzo omonimo di Michele Prisco del 1999. Il testo si muoveva su due livelli. Si immaginava che l'autore avesse trovato un manoscritto di un romanzo iniziato nel 1952 successivamente abbandonato e che tornasse a lavorarci intervallando la scrittura con riflessioni sui personaggi immaginati un tempo e ripresi (o cancellati) nella nuova stesura. Salvo elimina del tutto questa parte ed affronta la vicenda narrata nel libro.
Lo fa con la consapevolezza di dover ambientare questa storia misteriosa, e al contempo socialmente molto incisiva, in luoghi che già matericamente ne forniscano le coordinate. Gli spazi in cui colloca l'azione portano con sé i segni di un'antica bellezza che ora però si è trasformata in degrado. Tutto è, in misura maggiore o minore, corroso dal passare del tempo e forse anche dalle miserie dell'animo umano. Anche la casa dove dovrebbero andare a vivere dei futuri sposi può solo essere immaginata come accogliente nel futuro mentre al presente è soltanto squallida.
All'interno di queste ambientazioni un'Ida Di Benedetto all'altezza delle sue migliori prestazioni ritorna, dopo quasi dieci anni di assenza, sul grande schermo per dare vita a una 'signorina' che si trova implicata in una vicenda che la sottopone al giudizio degli 'altri' e, al contempo, la porta a conoscerne passioni e anche sofferenze che le erano ignote.
Perché, insieme alla scoperta di una relazione amorosa di una donna sposata che si è presentata sotto falso nome (il suo), scopre i traffici illegali che stanno alla base delle promesse di emigrazione gestite da persone apparentemente perbene ed introdotte negli uffici giusti pronte a truffare coloro che speravano in un futuro migliore al di là dell'Oceano.
In questa donna apparentemente dura e scostante vediamo progressivamente farsi strada sentimenti e attenzioni per il prossimo che forse neppure sapeva di possedere interiormente. In un film che potremmo definire di altri tempi possiamo scoprire la possibilità di una narrazione che tenga conto delle possibilità interpretative messe a disposizione da un testo letterario portandone in luce gli elementi, grazie ad un cast equilibrato che aderisce a una regia che può permettersi, senza alcun timore reverenziale, di dedicare il film a Bernardo Bertolucci.
Un film diverso, poetico. Mi ha fatto pensare a quanto tempo e quanta attenzione ormai dedichiamo ad un'opera d'arte, a un film in questo caso. Una storia antica, che ha a che fare con l'identità di una persona, che ancora poteva nascondersi, celarsi. Nel finale compare la dedica a Bernardo Bertolucci, è molto chiaro tutto.
Quando un narratore «si accomiata per sempre dai suoi personaggi e li affida al giudizio degli altri», dice una voce over nell'incipit, inizia «un'avventura». Quella di Daniele Salvo - allievo di Luca Ronconi, regista e attore teatrale, qui all'esordio - comincia dall'omonimo romanzo di Michele Prisco del 1999, punto di partenza per l'intreccio, in una Napoli anni 50, di amori segreti, false identità, [...] Vai alla recensione »