La storia della vendetta e della rivalsa della sedicenne Rosa la cui madre è stata uccisa dai suoi familiari mafiosi perché diventata collaboratrice di giustizia. Presentato alla Berlinale 2022 e dal 17 febbraio al cinema.
di Paola Casella
Una femmina è dedicato “a tutte le femmine ribelli” e “a tutte le vittime della ‘ndrangheta”, nonché “ispirato a storie e fatti realmente accaduti”.
Il cosentino Francesco Costabile, al suo esordio come regista di un lungometraggio di finzione e cosceneggiatore insieme a Serena Brugnolo, Adriano Chiarelli e Lirio Abbate (autore del libro “Fimmine ribelli” e del soggetto del film con Edoardo De Angelis), conosce bene la realtà di cui parla ma intende trasfigurarla in senso universale, per raccontare una condizione femminile costretta ad una perpetua sudditanza e a comportamenti che arrivano a contraddire la natura delle donne e persino il loro senso materno.
Una femmina tratteggia l’implosione delle coscienze e la distribuisce a tutti i personaggi, anche i “cattivi”, in qualche modo vittime (oltre che carnefici e beneficiari) di una pressione culturale insostenibile.