Suspicion

Durante un soggiorno in un grande albergo al centro di New York, Leo Newman, giovane figlio di una ricca donna di affari, viene rapito da alcuni uomini mascherati. Il rapimento è ripreso dalle telecamere dell'albergo, e subito condiviso su internet, diventando così virale nel giro di pochi minuti. A diventare i principali sospettati, su cui indagheranno l'ispettrice Vanessa Okoye e l'ispettore Scott Anderson, quattro ospiti britannici che la notte del rapimento si trovavano, ognuno per motivi diversi, a soggiornare nell'hotel newyorkese: Aadesh aspirante informatico, Tara, ricercatrice di psicologia a Oxford, Eddie studente allo stesso college e Natalie, impiegata in un'azienda inglese.

Certi temi che dovrebbero essere centrali in Suspicion, finiscono per passare totalmente in secondo piano, come se fossero buttati lì e un po' banalizzati, col risultato che di fronte agli eventi finiamo per perdere il punto.

Tratta dalla serie israeliana False Flag, Suspicion è ambientata ai giorni d'oggi tra Londra e New York. Divisa in otto puntate, la serie d'azione originale Apple TV, creata da Rob Williams, (fra le penne di The Man in the High Castle e Killing Eve) conta nel cast anche nomi di un certo rilievo, come Uma Thurman nei panni di Katherine Newman, madre del ragazzo rapito e Noah Emmerich, in quelli dell'ispettore Anderson.

Un serie action in tutto e per tutto, con un mistero alla base da risolvere e colpi di scena che si rivelano man mano che la trama si infittisce. Ma va detto subito: pur non lesinando su sparatorie, inseguimenti e momenti di pathos, Suspicion è una serie che fatica a tenerci col fiato sospeso lasciandoci, anche per quel che riguarda le rivelazioni finali, alquanto indifferenti.

A fronte di una scrittura decisa, che procede dritta sviscerando pian piano i suoi intrighi, uno dei primi problemi è ravvisabile nella creazione di personaggi alquanto stereotipati, con cui facciamo fatica a empatizzare, così come con certe dinamiche che intercorrono fra di loro, ad esempio il rapporto un po' banale fra l'ispettrice Okoyo e l'ispettore Anderson. E anche se gli eventi si infittiscono e l'azione procede spedita, la tensione non cresce, col risultato che il prodotto finale è inevitabilmente un po' scadente.

Certo, forse una delle questioni è che Suspicion deve cavarsela nel panorama odierno, che vede una produzione massiccia di serie televisive intensificata dal moltiplicarsi delle piattaforme di intrattenimento. E per quanto non si dovrebbero fare paragoni, è inevitabile che questo accada e Suspicion non può non uscirne un po' sconfitta, anche per la sfortuna di trovarsi in un periodo florido per il piccolo schermo, con ottimi prodotti sia sul piano della scrittura che su quello registico.

Perché in fondo il periodo d'uscita di Suspicion è anche quello della seconda stagione di Euphoria di Sam Levinson o di Pam & Tommy di Craig Gillespie, ad esempio. Certo, è pur vero che si tratta di generi differenti così come differente è con tutta probabilità il loro pubblico di riferimento, ma una serie tv è inevitabilmente condannata a fare i conti con quello che ha accanto. E non solo per quel che riguarda la questione legata all'estetica delle immagini (che lascia davvero un po' a desiderare) ma soprattutto per certi temi affrontati che dovrebbero essere a lei centrali, quando risultano in fondo buttati lì.

Primo fra tutti il discorso relativo al primato di internet oggi, di notizie e comunicazione che passano rapide da un cellulare all'altro, finendo per avere implicazioni molto pesanti sulla realtà (questione che, parlando di "psicologia della folla", viene introdotta nella prima puntata a lezione da Tara). E quindi di conseguenza l'importante tema della viralità, del dramma che diventa subito meme, finendo per essere spompato e ridicolizzato pur lasciando tracce nella mente delle persone.

Argomenti fondamentali, che dovrebbero essere il punto ma che Suspicion si perde per strada. Insomma è indubbio che per quanto non è possibile mantenere un livello sempre alto, il pubblico sta comunque affinando lo sguardo e Suspicion finisce per risultare come un prodotto di seconda mano, una serie che fatica decisamente a coinvolgerci nelle sue vicende. 