Pam & Tommy

A metà anni Novanta, un team di muratori, elettricisti, idraulici e falegnami viene assunto e poi malamente licenziato da Tommy Lee, marito di Pamela Anderson. Uno di loro, il falegname Rand Gauthier, è particolarmente umiliato dalla situazione e le cose peggiorano quando, tornato per riprendersi la cassetta degli attrezzi, viene allontanato dal batterista dei Mötley Crüe, che gli punta un fucile in faccia. A quel punto decide di vendicarsi e organizza il furto della cassaforte della coppia di celebrità, dove trova anche una videocassetta con un home movie in cui i due fanno sesso. Attraverso i suoi contatti nel porno cerca di diffonderlo, ma ci riuscirà solo grazie a Internet e con l'aiuto della mafia...

Dopo la bizzarra ma reale vicenda di Tonya, Craig Gillespie affronta una storia altrettanto celebre e assurda, portando in Tv un dinamismo da grande cinema americano.

Il regista firma i primi tre episodi della serie, che sfoggiano una notevole fluidità di movimenti di macchina e passaggi narrativi, in un montaggio serrato con abbondante uso della musica del tempo - dove l'effetto juke box anni 90 prende però un po' la mano. Il suo lavoro dà l'impronta stilistica a Pam & Tommy, poi seguita dalle registe che si avvicenderanno nei restanti cinque episodi: l'attrice Lake Bell, la veterana di serie Gwyneth Horder-Payton e Hannah Fidell, che proviene dal cinema indie e in Tv aveva finora principalmente trasposto il omonimo lungometraggio A Teacher. La divisione, naturalmente, non è casuale: le prime tre puntate tengono in gran parte i punti di vista maschili del falegname Rand Gauthier e del musicista Tommy Lee, rispettivamente interpretati da Seth Rogen e Sebastian Stan (che con Gillespie già aveva lavorato in Tonya).

Questa discesa nelle contraddizione di quella che, ormai, siamo abituati a chiamare "toxic mascolinity" è tanto fallocentrica che Tommy Lee ha alcune scene in cui dialoga letteralmente con il suo organo sessuale. "Interpretati" dal primo pene animatronico della storia della TV (con l'aiuto di un po' di CGI naturalmente), i genitali di Tommy Lee hanno diversi primi piani che possono sembrare una trovata registica di dubbio gusto, ma in realtà la situazione prende spunto proprio dall'autobiografia del batterista, che si apriva con un dialogo tra lui e il suo pene. Del resto l'organo sessuale è stato di certo tra le cose più discusse del "sex tape" della coppia e le sue notevoli dimensioni sono un punto di conversazione ricorrente anche nella serie - che spiattellandolo in faccia al pubblico, già nella seconda puntata e in modo surreale, taglia la testa al toro e toglie alla cosa ogni prurigine.

Gli episodi successivi al terzo prendono via via la prospettiva di Pamela Anderson e quindi subentrano a Gillespie le tre registe come vuole l'attuale vulgata hollywoodiana. Il ritmo si fa meno frenetico ma la serie non perde la spinta iniziale, anche grazie a diverse puntate di più breve durata, da poco più di mezz'ora, prima del gran finale giustamente più corposo.

Anderson, interpretata da una Lily James irriconoscibile (tranne nei flashback pre-chirurgia plastica), viene angelicata nella serie, che è comunque giustamente tutta dalla sua parte di vera vittima dell'ego incontrollato - o ferito - dei due uomini rivali. Il lungo articolo ("Pam and Tommy: The Untold Story of the World's Most Infamous Sex Tape" di Amanda Chicago Lewis) del 2014 pubblicato su Rolling Stone, e da cui è tratta Pam & Tommy, racconta infatti che la coppia - e non il solo Tommy Lee - aveva licenziato numerose squadre di lavoratori all'opera su casa loro. Inoltre Anderson diceva di non assumere stupefacenti come nella serie, ma non aveva problemi a organizzare un festa per il marito con droghe assortite per il valore di cinquemila dollari. Era infatti proprio durante la loro assenza per quella festa, che Rand Gauthier compì il furto alla villa, ma non ve n'è traccia nella serie.

Ancora più che con Anderson però, la serie addolcisce la figura di Gauthier, che qui è un po' imbranato e un po' invasato ma che ha comunque il fisico "debole" di Seth Rogen, mentre il vero Gauthier era un uomo dalle spalle larghe e assai più muscoloso. Allo stesso modo la sua frequentazione del mondo del porno era molto meno occasionale e di certo meno romantica di com'è rappresentata in Pam & Tommy, considerato che in realtà aveva partecipato come attore ad almeno 75 film. L'intento dello showrunner Robert Siegel, noto soprattutto come sceneggiatore di The Wrestler di Aronofsky, è stato certamente di avvicinare il personaggio al pubblico e di rendere la vicenda meno sgradevole, eccedendo però nella cautela.

Al di là del motivo, quella di Rogen è comunque un'ottima scelta cinematograficamente parlando: mette i panni del falegname da comico navigato e nei dialoghi con la pornoattrice ed ex moglie, interpretata da Taylor Schilling, è convincente tanto nell'ossessione quanto nella tenerezza e nel rimpianto. Di certo una delle interpretazioni migliori della sua carriera e lo stesso vale per quella di Sebastian Stan, mai così convincente fino ad ora.

Al fianco della performance super-mimetica di Lily James, i due attori danno corpo a una storia assurda ed emblematica tanto del rapporto tra pubblico e privato nell'era di Internet, quanto della condizione femminile, dove si sposa pienamente la tesi dell'articolo originale e purtroppo ancora attuale. Una donna che ha posato nuda è vista dai media come una sgualdrina, che ha ceduto il controllo del proprio corpo e non può pretenderlo di riaverlo, nemmeno se le è stato strappato senza consenso. Il consenso è infatti l'altro tema, meno risaputo e non meno importante, al centro di Pam & Tommy. 