Il regista sta intraprendendo un percorso autoriale in cui si muove sempre più liberamente. Al cinema.
di Emanuele Sacchi
Guy e Prisca stanno attraversando un momento difficile, ma tengono tutto nascosto ai figli Trent e Maddox, per non rovinare loro la vacanza speciale che si accingono a vivere: un periodo di relax in un resort esclusivo e poco noto. La proposta dei gestori del villaggio turistico di accedere a una spiaggia oceanica esclusiva e incontaminata sembra impossibile da rifiutare, ma presto i Capa scopriranno che il luogo nasconde un segreto.
Il gioco a cui M. Night Shyamalan ci e si sottopone, adattando molto liberamente la graphic novel "Castello di sabbia", agisce su più livelli e più dimensioni.
Dal regista di Il sesto senso al creatore della geniale serie TV Servant è passata un’epoca di cambiamenti radicali e di evoluzione di un percorso autoriale. Lo Shyamalan di oggi ha sempre meno bisogno di rientrare in parametri mainstream e si muove liberamente, anche in senso letterale, grazie a una folle macchina da presa che non disdegna di avanzare e indietreggiare bruscamente.
L’orrore rimane principalmente fuoricampo, ed è forse il segnale più evidente di come Shyamalan utilizzi il genere più che aderirvi, invitandoci a guardare altrove.
VAI ALLA RECENSIONE COMPLETA