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The Other Side, la maternità, la morte e la grande diva del cinema horror, la casa demoniaca

I temi classici del film campione d'incassi in Svezia rappresentano un vero e proprio percorso di cura attraverso l'immagine terrificante. Al cinema.
di Alice Catucci

venerdì 10 giugno 2022 - Focus

È indubbio che l'horror sia uno dei generi cinematografici con in assoluto più donne a ricoprire il ruolo di protagoniste. Basta fare tre nomi in fondo: Nancy, Laurie e Sidney, eroine che nei classici più intramontabili, si ritrovano a combattere il Male con tutta la forza che hanno a disposizione. Uno sguardo, quello della macchina horror, che da sempre si confronta col corpo della donna...d'altronde quale immagine è più esplicativa se non l'occhio di Norman Bates che spia Marion Crane? Un cinema che celebra la donna, in primis per la sua forza combattiva, ma anche per la sua sensualità e non di meno per la sua purezza (vien da pensare “alla teoria della vergine”, illustrata alla perfezione dal cinefilo Randy in Scream...).

Ma non solo, la donna viene raccontata anche nel ruolo di madre ad esempio, e la maternità stessa analizzata coraggiosamente in tutte le sue sfumature, anche quelle più complesse, e talvolta drammatiche ed oscure. Come non pensare a Rosemary's Baby in cui la maternità  giunge a Mia Farrow come qualcosa di mostruoso, in tutto e per tutto “diabolico”. O anche al Babadook di Jennifer Kent, nel quale Amelia si trova ad affrontare in solitudine il compito di crescere un figlio, il piccolo Sam.

Così anche Shirin, protagonista di The Other Side, diretto da Tord Danielsson e Oskar Mellander, si scontra, ancor prima che con una casa infestata da forze maligne, con l'accettazione di una maternità non scelta, di fronte alla quale si sente del tutto inadeguata. La storia di The Other Side, campione di incassi in Svezia, è la seguente: la giovane Shirin si trasferisce in una piccola città per iniziare una nuova vita insieme al fidanzato Fredrik e al figlio di cinque anni, il piccolo Lucas, ancora scioccato per la perdita della madre, morta di cancro. I tre scelgono come nuova abitazione una villetta bifamiliare, che sembra accogliente e perfetta per costruire una famiglia.

Ovviamente la casa si rivela tutt'altro che accogliente, soprattutto quando Lucas dice di aver trovato un amico speciale con cui giocare nell'altra metà della casa, in realtà abbandonata da anni. The Other Side è indubbiamente un film dalla trama estremamente basica (anche ai limiti del prevedibile) ma questo ci permette di ragionare su alcune della caratteristiche più classiche del cinema horror, che emergono con forza da quest'opera. Così oltre che al ritorno del tema della maternità, è presente un'altra grande diva del genere horror, e cioè “la casa”, vera e propria coprotagonista, che da focolare pensato per proteggerci e rassicurarci si trasforma in un luogo ostico e demoniaco.

E poi il rapporto con la morte, da cui si evince il potere tutto curativo e di liberazione che solo l'horror sa mettere in gioco. È Lucas che deve affrontare il distacco dalla figura materna, e in questa elaborazione del lutto, avvicinarsi a Shirin. E se Il Sesto Senso è stato il film che più ha saputo ragionare elegantemente sull'accettazione della morte, per rimanere in un'ambientazione svedese di un horror più recente, non possiamo invece non pensare alla giovane Dani di Midsommar, il cui viaggio nell'incubo inizia proprio con un lutto inaffrontabile, che di fatto si fa come presagio di una tragedia inevitabile, di cui la ragazza è l'unica a riconoscerne le prime avvisaglie. E anche qui, in The Other Side, viene scelta una donna come figura in grado di cogliere e  affrontare la verità dei fatti, di lottare contro la paura. L'unica che abbia il coraggio combattere,  andando contro al dire comune di un piccolo paesino e al compagno stesso. Insomma, ciò che forse risulta più interessante nel film diretto da Tord Danielsson e Oskar Mellander, è come nella sua basilarità riveli gli stilemi classici dell'horror, che lavorando principalmente sul concetto di paura e mettendoci di fronte alle nostre angosce, è un genere teso prima di tutto all'elaborazione...Un vero e proprio percorso di cura attraverso l'immagine terrificante.


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