Anno | 2021 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia, Svezia |
Durata | 80 minuti |
Regia di | Antongiulio Panizzi |
Attori | Monica Bellucci . |
Uscita | mercoledì 1 dicembre 2021 |
Distribuzione | Eagle Pictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,83 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 2 dicembre 2021
Monica Bellucci racconta e interpreta Anita Ekberg, indagando la donna oltre l'icona, quella donna la cui immagine è diventata il simbolo della dolce vita e l'ha lasciata prigioniera di quel grande successo... In Italia al Box Office The Girl in the Fountain ha incassato nelle prime 12 settimane di programmazione 3,5 mila euro e 3,3 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Sul set de La dolce vita di Federico Fellini l'attrice svedese Anita Ekberg è "entrata nella Fontana di Trevi e nella storia del cinema, ma anche in una prigione": da quel momento infatti Ekberg sarebbe rimasta per sempre "la ragazza nella fontana", e il suo personaggio quello dell'attrice procace e svampita inseguita dallo sguardo pieno di desiderio degli uomini.
The Girl In The Fountain racconta la sua storia, accostando a home movies, fotografie, spezzoni di film e interviste alla diva svedese nell'arco del tempo alcuni commenti in voce fuori campo e da alcune scene che il regista Antongiulio Panizzi ha girato con Monica Bellucci, chiedendole di calarsi nei panni di Anitona per aiutarlo a narrare la sua storia.
Quel parallelismo è di per sé un'idea opinabile, perché cerca una similitudine fra le due attrici basata prevalentemente sull'esteriorità. Se la tesi infatti è che l'estrema avvenenza per un'attrice possa essere anche una condanna, la carriera internazionale di Monica Bellucci non ne è la conferma, e laddove Ekberg giocava con la sua immagine, recitando se stessa anche fuori dai set, Monica Bellucci è sempre stata molto sincera e con i piedi per terra nella vita di tutti i giorni. E sarebbe stato sufficiente utilizzare solo i frammenti documentari per raccontare bene "la distanza fra la star e la donna". Anche l'idea di non identificare chiaramente le voci fuori campo che commentano la vita di Anita Ekberg, spesso facendo osservazioni interessanti, è poco premiante, perché senza abbinare i pareri a chi li esprime non si riesce a valutare il livello di effettiva cognizione di causa sull'attrice svedese.
Resta molto interessante invece la parabola narrata dalle interviste a quella starlet capace di incarnare una femminilità sopra le righe ma interessata a vedere premiati il suo "duro lavoro e determinazione" invece che la sua bellezza esagerata, così come sarebbe stato interessante approfondire il fatto che il viversi sempre come oggetto del desiderio non l'ha posta al riparo dalle relazioni tossiche: un marito alcolizzato, l'altro imbroglione. Viene esposto anche il maschilismo della società del tempo e di alcuni personaggi, come Salvatore Quasimodo che rivolge alla Ekberg domande condiscendenti o il secondo marito dell'attrice che vuole a tutti i costi rubarle la scena durante un'intervista (a lei).
Ne emerge la figura complessa di una donna libera e generosa che "non ha potuto sfuggire da se stessa", o meglio dall'immagine di sé che piaceva al pubblico e che lei ha per lungo tempo avvalorato. Una donna indipendente e vitale ma poco attrezzata a proteggersi e a liberarsi del piedistallo su cui era stata issata.
Cosa fa di una donna un’attrice e di un’attrice una star? La bellezza? Il talento? Il carisma? La fortuna? La disciplina? Un bravo produttore? Domandarselo è lecito anche se non esiste una sola risposta ed esistono diversi tipi di star. Non c’è miglior curriculum del tempo. Un po’ giudice un po’ mago, il tempo è capace di trasformare un semplice volto in un’immagine indimenticabile. Anita Ekberg è stata la diva per eccellenza. Star internazionale, attrice di talento, simbolo di un periodo che prende il nome da uno dei film più importanti della storia del cinema, La dolce vita di Federico Fellini, di cui nel 2020 ricorre il centenario della nascita. Ma la vita di Anita è stata tutt’altro che dolce. Molti anni dopo quel fortunato film, ospite in un salotto televisivo, lanciò un appello a Fellini, proponendo di girare insieme La vita amara:aveva solo 50 anni, era ancora straordinariamente bella ma la sua carriera si era spenta ormai da tempo. Cosa proverebbe una star contemporanea se dovesse interpretare Anita? Come si sentirebbe a confrontarsi con la vita di una donna distrutta dal suo stesso successo?
Si mette in cantiere un film sulla vita di Anita Ekberg, e Anita sarà Monica Bellucci. The Girl in the Fountain scorre su due binari paralleli: da un lato c'è il documentario (come da manuale: immagini d'archivio + voci autorevoli), e dall'altro il mockumentary, un fasullo dietro le quinte per un film che non sarà mai. Il primo è corretto, ma senza guizzi: Anita viene incoronata miss Svezia, vola a [...] Vai alla recensione »
Anita Ekberg/Monica Bellucci. I destini incrociati delle due attrici. The Girl in the Fountain convive con due corpi. Da una parte con l'archivio dell'attrice svedese, dall'altra con il corpo di quella italiana. C'è il progetto di un biopic sulla star di La dolce vita e un regista, (Roberto De Francesco), si reca da Monica Bellucci per chiederle di interpretare il personaggio.
L'umanizzazione delle dive. Non solo Anita Ekberg ma anche Monica Bellucci nel film The Girl in the Fountain, che verrà proiettato in evento unico il 1° e 2 dicembre nei cinema italiani, si confrontano con la loro immagine pubblica che per entrambe significa essere un'icona di bellezza e popolarità. Non a caso il film, proiettato anche il 30 novembre alla 39^ edizione del Torino Film Festival, già [...] Vai alla recensione »