Anno | 2021 |
Genere | Docu-fiction |
Produzione | Italia |
Durata | 91 minuti |
Regia di | Letizia Lamartire |
Attori | Andrea Arcangeli, Valentina Bellè, Andrea Pennacchi, Antonio Zavatteri Riccardo Goretti, Thomas Trabacchi. |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,53 su 14 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 24 maggio 2021
Il talento del campione, la volontà dell'uomo. Il Divin Codino, il film sulla vita di Roberto Baggio.
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martedì 10 settembre 2024 ore 22,53 su CINE34
CONSIGLIATO NÌ
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Vita di Roberto Baggio, dagli inizi nelle giovanili del Vicenza fino al terzo millennio e alla mancata convocazione del 2002, con i mondiali negli Usa del 1994 come fulcro e momento critico.
Raccontare la vita di un personaggio celebre, quando non esemplare, significa effettuare delle scelte: privilegiare un momento, narrativamente cruciale, e sorvolare su pagine intere, seppur ricche di motivi di interesse. Scelte dolorose, che producono ellissi radicali e inattese. Ad esempio, vi aspettereste di non sentire neanche nominare Juventus (come pure Inter e Milan) in un film dedicato al Divin Codino Roberto Baggio? Specie con quel che comportò il passaggio dalla Fiorentina alla Juve per una città intera? Ma la scelta di Letizia Lamartire e degli sceneggiatori Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo è chiara e degna di rispetto.
Il punctum del film sta altrove e converge verso il mondiale del 1994 e verso il fatidico rigore decisivo di Pasadena, ossia il momento in cui Baggio, dopo mille traversie pisco-fisiche, si avvicina sino a sfiorare il sogno di quando era bambino, per poi vederlo sfuggire, ricordandolo per tutta la vita.
Attorno al rigore e al sogno infranto si costruiscono i saliscendi emozionali del rapporto tra Roberto e suo padre, assente e burbero, esigente e silenziosamente orgoglioso, interpretato da Andrea Pennacchi. Le prove e le scelte che Baggio affronta non possono mai prescindere dalla volontà di conquistare l'apprezzamento paterno, più che mai prezioso quando si hanno sette fratelli. Lo capisce al volo Carlo Mazzone, l'unico allenatore che accetta Roberto per ciò che è, senza volergli imporre dogmi e schemi, senza volersi mettere in competizione con lui.
Il film rivisita solo i dissidi con Arrigo Sacchi e Trapattoni, ma nella stampa e sulle panchine dei tecnici il rapporto con Baggio è sempre stato difficile, di reciproche incomprensioni più che di cooperazione. Roberto ha sempre scelto l'estro rispetto agli schemi e la gente lo ha sempre capito, tributandogli quell'amore che i professionisti del calcio hanno preferito centellinare o sottrarre.
Ciò che rende speciale Baggio rispetto ad altri campioni del calcio non sono i trofei vinti o le singole prestazioni; ma è la sua natura perennemente sfuggente. Baggio è il buddista e insieme il cacciatore; porta un vistoso codino ma lo fa per ragioni casuali, differenti da quelle che la stampa cerca di appioppargli. Un artista guidato dall'istinto e mai dalla ragione, che come tale si avvicina a idee e soluzioni senza studiarle né comprenderne le molteplici implicazioni.
Quanto di tutto questo rimane nel film di Lamartire? Non molto, complici le maglie strette di un formato e di un impianto chiaramente televisivi: in questo senso la matrice Mediaset della produzione si avverte molto più che quella Netflix. La volontà di esportazione di quest'ultima si traduce in una colonna sonora internazionale che suona giustapposta, affiancando hit dell'epoca di Oasis e Smashing Pumpkins a una storia con cui poco hanno a che spartire.
Il lavoro insistito del cast sugli accenti e sul localismo - il veneto di Baggio e famiglia, il romagnolo di Arrigo Sacchi - risulta forzato e spezza il flusso di coinvolgimento e immedesimazione, finendo per conferire tratti folkloristici alla prima parte della vicenda, che prevalgono sulla sostanza della narrazione (il dissidio interiore che lacera il ragazzo, nato per essere un campione senza forse volerlo diventare).
Per chi ignora la vicenda del Codino questa insistenza sul colore delle caratterizzazioni significa un aiuto a contestualizzare la vicenda, per gli altri può apparire un tentativo di mimesi della realtà non privo di goffaggini e approssimazioni. Una semplificazione che si ripercuote sul linguaggio cinematografico utilizzato: l'infortunio grave non può che essere quindi seguito da un effetto assordante, i ralenti arrivano quando sono più attesi, e così via.
Visto come prodotto per un pubblico generalista, e pensato per una prima serata sulla tv nazionale, Il divin codino svolge il proprio compito dignitosamente. Ma oltre questa dimensione non si eleva e l'unicità del personaggio avrebbe meritato ben di più.
il film su Roberto Baggio ha un taglio volutamente intimista e si sofferma più sull'aspetto psicologico dell'uomo che sulle imprese sportive con i club e con la nazionale italiana. Partendo dagli inizi con il Vicenza il giovane talento viene acquistato dalla Fiorentina ma durante una delle sue ultime partite con il Vicenza subisce un grave infortunio al crociato e menisco.
Molta vita di provincia, molta gloria e altrettanti dubbi di uno fra i migliori numeri dieci della storia calcistica italiana. Nato a Caldogno, piccolo paese alle porte di Vicenza, dove il giovane Baggio mosse i primi vagiti calcistici prima di approdare alla serie A con la maglia della Fiorentina e al Buddhismo come forma di meditazione per purificare l’anima e raggiungere attraverso il giusto [...] Vai alla recensione »
IL DIVIN CODINO (2021) (Film Netflix) Regia: Letizia Lamartire Italia - Biografico, Sportivo Cast: Andrea Arcangeli, Valentina Bellè Si poteva dare di più, ma molto di più. Si stava parlando della biografia forse più avvincente del nostro panorama calcistico, del personaggio fra i più vezzeggiati, biasimati [...] Vai alla recensione »
Troppe cose importanti mancano in questa pellicola biografica,ed il fatto che il protagonista rappresenti in maniera sufficiente il grande Baggio non fa altro che chiedersi il perché della mancanza di tanti avvenimenti cruciali ,come ad esempio la vittoria del pallone d'oro è il sofferto addio a Firenze ed etc. Detto questo consiglio la visione. Merita comunque.
"Il divin codino", film di Letizia Lamartire ispirato alle reali vicende di vita vissuta dal mito del calcio italiano, Roberto Baggio, avrebbe potuto essere un esperimento fallace su più fronti, sia su quello concettuale e strettamente legato alla narrazione, sia sul fronte estetico pur essendo un prodotto più tele che cinevisivo. Il film non è uscito nelle sale, ma direttamente in esclusiva sulla [...] Vai alla recensione »
L'Italia debutta oggi agli Europei di calcio, e per i fan della Nazionale ecco "Il divin codino", film perfetto per aggiungere emozioni in tono. Rivolgendosi in primis alla generazione delle "Notti magiche" dei mondiali degli anni '90, che avevano in Roberto Baggio il loro campione simbolo, il più amato e tormentato del decennio, la regista Letizia Lamartire si è cimentata, con l'aiuto dello stesso [...] Vai alla recensione »
«Sono fuori ruolo» dice Roberto Baggio al CT della Nazionale Arrigo Sacchi durante un'accesa discussione ai Mondiali di calcio del 1994 negli Stati Uniti. Si avverte spesso uno scarto tra la carriera sportiva di uno dei più grandi calciatori di sempre e la ricostruzione di un biopic che appanna questa storia, la rende normale, anzi, quasi anonima. Scritto da Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo, Il Divin [...] Vai alla recensione »
Più di quattrocentocinquanta partite in serie A condite da duecentocinque reti, cinquantasette partite in Nazionale con ventisette reti, più altre cinquanta marcature tra Coppa Italia, Supercoppa italiana e coppe europee. Tra i trofei, due scudetti, una Coppa Italia, una Coppa Uefa e il Pallone d'Oro 1993. Sono questi i numeri di colui che l'Avvocato Agnelli definì Raffaello, di fatto Roberto Baggio [...] Vai alla recensione »
Roberto Baggio, dall' infortunio con il Vicenza alla mancata convocazione di Trapattoni per i mondiali 2002. In mezzo, il rigore sbagliato nella finale dei Mondiali, il trasferimento alla Fiorentina, gli ultimi anni nel Brescia, tra buddismo, ossessione e rapporto con il padre. Della Juve, neanche l' ombra. Il peso di chiamarsi Baggio, l' amore per la sua famiglia, paradiso e inferno di un campione [...] Vai alla recensione »
I tanti fan di Roberto Baggio, invece, hanno aspettato per molto tempo l'uscita de «Il Divin Codino», film ora disponibile su Netflix incentrato sulla carriera di una delle massime icone del calcio italiano.Dall'adolescenza al ritiro, tra tante gioie e altrettanti dolori, il film di Letizia Lamartire si concentra su alcuni momenti fondamentali nella vita di Baggio, con un'attenzione particolare ai [...] Vai alla recensione »
Raccontare in un'ora e mezza la carriera (e una buona fetta della vita privata) di un atleta come Roberto Baggio, era un'impresa pressoché impossibile. Di questo doveva essere ben consapevole la regista Letizia Lamartire - al suo attivo il film Saremo giovani e bellissimi e le ultime due stagioni della serie Baby - quando ha diretto questo Il Divin Codino.
«Il codino è nato per gioco: in hotel c'era una cameriera di colore con delle treccine stupende, mi complimentai e lei dopo due ore era lì che mi faceva le treccine. Poi quando i capelli divennero molto lunghi mi sono limitato a un elastico, ma non ho mai pensato che quel codino mi avrebbe rappresentato», ha rivelato Roberto Baggio nel corso della conferenza stampa di presentazione del film Il Divin [...] Vai alla recensione »
Il Divin Codino della regista Letizia Lamartire, ovvero il film dedicato a Roberto Baggio da oggi su Netflix, non trasmette l'iconicità del personaggio. Un'ora e mezza di approssimazioni, talvolta goffe, in cui non c'è traccia dell'estro, dell'istinto e della complessità di un uomo la cui carriera ultra ventennale è ridotta a tre distinte pennellate temporali: il passaggio dalle giovanili del Vicenza [...] Vai alla recensione »
Negli ultimi tempi il mondo del calcio anni 90 è tornato alla ribalta grazie al documentario "Mi chiamo Francesco Totti", vincitore del David Di Donatello 2021, e alla serie "Speravo di morì prima" incentrati sull'ex capitano della Roma Francesco Totti. Ora è il turno di uno dei migliori giocatori italiani della storia, Roberto Baggio, ma a differenza dei suoi predecessori, il film tratta qualcosa [...] Vai alla recensione »
C'è sicuramente un'analogia tra Il divin codino e l'epopea sportiva e privata di Roberto Baggio. Infatti, il biopic e il calciatore combattono spesso contro i loro limiti. Purtroppo, lo scarto tra il talento degli autori e quello del loro protagonista non permette le stesse vie d'uscita. Il campione è entrato nel cuore di una nazione attraverso i suoi colpi di genio mentre la sua trasposizione cinematografi [...] Vai alla recensione »
Velocità di gambe, pallone incollato al piede, incredibile senso della posizione, fantasia sconfinata, letterale immarcabilità...Nel gioco del calcio, se c'è stato un campione italiano in grado di ubriacare e saltare l'avversario/gli avversari (erano costanti i "raddoppi" su di lui) come nessuno mai, quello è Roberto Baggio, uno dei più grandi fuoriclasse di sempre.
Qual è - anzi, chi è - il Roberto Baggio raccontato in Il divin codino? È prima di tutto - soprattutto - un Roberto Baggio secondo Roberto Baggio. Niente di male, anche il Francesco Totti visto di recente (il doc di Alex Infascelli e la serie Speravo de morì prima) è benedetto da Francesco Totti stesso. Difficile che in situazioni simili possa andare diversamente, d'altronde: parliamo di viventi coinvolti [...] Vai alla recensione »