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il film su Roberto Baggio ha un taglio volutamente intimista e si sofferma più sull'aspetto psicologico dell'uomo che sulle imprese sportive con i club e con la nazionale italiana. Partendo dagli inizi con il Vicenza il giovane talento viene acquistato dalla Fiorentina ma durante una delle sue ultime partite con il Vicenza subisce un grave infortunio al crociato e menisco. Grazie alla religione buddista cui si avvicina ed alla forza di volontà torna in campo. La sceneggiatura fa un salto direttamente ai mondiali del 1994 negli USA senza far alcun cenno alle partite con la Juventus ed ai mondiali del 1990 in Italia. Osserviamo le varie discussioni tra il Divin Codino e mister Arrigo Sacchi ed i goal segnati da Baggio al mondiale americano fino al fatidico errore su calcio di rigore nella finale col Brasile. Questo evento segnerà lo stato d'animo di Roby che a distanza di anni si porterà dentro di sé una sorta di senso di colpa per aver sbagliato il maledetto rigore. L'ultima parte della pellicola ritroviamo Baggio nel Brescia e simpatici duetti con mister Carletto Mazzone interpetrato egregiamente da Martufello. Il film fa un ritratto in particolare sulla vita privata di Roby, dando ampio spazio ai rapporti con il padre con cui piace andare a caccia ma con il sogno infranto di vincere un mondiale. Il giovane attore che interpreta Baggio se la cava abbastanza bene grazie anche ad una particolare somiglianza col Divin Codino. Essendo Baggio uno dei migliori calciatori italiani di tutti i tempi, amato da tutti i tifosi per il suo talento e la grande umiltà, il film in soli 85 minuti non gli rende il dovuto omaggio. Voto: 6/10.
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