Anno | 2021 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 80 minuti |
Regia di | Bonifacio Angius |
Attori | Bonifacio Angius, Stefano Deffenu, Michele Manca, Riccardo Bombagi, Stefano Manca . |
Uscita | giovedì 21 ottobre 2021 |
Tag | Da vedere 2021 |
Distribuzione | Il Monello Film |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,55 su 17 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 15 ottobre 2021
Una rimpatriata tra vecchi amici. Una casa sperduta in una valle dimenticata dal mondo. Tanti ricordi, piombo, e storie d'amore dall'abisso. In Italia al Box Office I Giganti ha incassato 42,1 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Persone che si conoscono da lungo tempo e che potrebbero anche definirsi amici si ritrovano in casa di uno di loro. Tra consumo di droghe e confronti tinti di disillusione nei confronti dell'esistenza procedono verso un redde rationem finale.
Bonifacio Angius prosegue la sua ricerca totalmente indipendente da anarchico individualista (come lui stesso si definisce) di un cinema che, al contempo, sia profondamente radicato nella sua terra ma anche traducibile sul piano universale.
Perché la Sardegna è ricca delle cosiddette 'tombe dei giganti' così denominate per le loro dimensioni e intorno alle quali si sono costruite le più diverse teorie. I protagonisti che agiscono sullo schermo di gigantesco hanno ormai solo una profonda disperazione che cerca rifugio nella perdita di lucidità garantita dall'assunzione ripetuta di stupefacenti.
Non siamo però né in una città degli Usa né in una villa nei dintorni di Parigi. Siamo nella campagna sarda ben lontana dai possibili rimandi a Le iene o a La grande abbuffata (in questo caso di droghe). Se si dovesse fare un'associazione la si potrebbe riferire al Sartre di "A porte chiuse" con quella porta da cui si finisce con il non uscire e con la conquistata consapevolezza che, ancora una volta e forse ancora di più, "l'inferno sono gli altri".
Perché qui, se si esclude il forse superfluo e un po' troppo esplicativo finale, ognuno è chiuso nel proprio mondo e nelle proprie desolate convinzioni. Qualcuno le esprime in modo quasi piatto, qualcun altro prova a filosofeggiare ma in definitiva nessuno può sperare in un cambiamento positivo. Il percorso si presenta come ineluttabile e quasi atteso. Angius comunica questo clima interiore senza alcuna concessione se non al proprio modo di concepire un cinema che non ha intenzione di narrare e non sta narrando, come afferma uno dei personaggi, una storia ma un racconto non facile e, soprattutto, non convenzionale.
I GIGANTI disponibile in DVD o BluRay |
DVD |
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Impossibile descrivere quanto visto sullo schermo. Sembrava che il cinema fosse tornato agli anni d'oro. Non aggiusngo altro. CAPOLAVORO!
I haven't seen anything like that in cinemas in recent years. I had the chance to see it in Locarno and I still have goosebumps
Questo film è semplicemente il capolavoro di un grande poeta che mostra che il Cinema è uno spettacolo. Uno spettacolo che rincorre la ragione di una vita che tutti noi non abbiamo scelto di vivere. Grazie per sempre MAESTRO!
Non sono sarda, ma questo film mi è piaciuto lo stesso tantissimo, mi ha colpito il linguaggio visivo e dei personaggi descritti in maniera incredibile. Mi meraviglio che non abbia avuto l'eco che meritava, lo considero il più bel film che ho visto questa stagione!P.S.: a quando il DVD?
Come ha detto il regiata ieri in sala, impossibile da spiegare con parole. Capolòavoro assoluto già da inserire nei libri di storia del cinema. Chi lo perde è un criminale. Assolutamente sublime.
Ho visto questo film al Festival di Locarno. Conosco e apprezzo il cinema di Angius ormai da anni ma credo che questo sia il suo miglior film. "Respirare è importante" dice uno dei personaggi ma questo racconto a volte ti lascia senza respiro. Però si ride anche, amaro ma si ride. Mmenti di commozione e tanto dolore. Angius riesce a far vivere sullo schermo degli esseri umani [...] Vai alla recensione »
Nel pieno del delirio dovuto all'assunzione di crack, Riccardo (il personaggio più giovane tra i protagonisti de I giganti, l'unico che proviene da una generazione diversa rispetto agli altri quattro) parlando agli amici afferma "Respirare è molto importante. Respirare nelle tue radici, nella tua terra che solo in quel momento diventa tua. E se potesse parlare, frate', sai cosa direbbe? Ti racconterebbe [...] Vai alla recensione »
Partono le percussioni rinforzate dalle cicale, mentre un gruppo di amici si occlude con l'intenzione di sballarsi all'eccesso. Figure respingenti, perdenti all'ultimo stadio esistenziale. Ogni tanto fa capolino la commedia (all'italiana, la solita), finanche divertente (la gag della cometa del Cigno o quella della nave mercantile per la Cambogia), fuori luogo e contesto, come se La Grande Abbuffata [...] Vai alla recensione »
Avete quarant' anni o poco più. Siete maschi, tutti maschi. Siete in una casa in Sardegna. Una bella casa con bei mobili solidi e i ritratti degli antenati alle pareti. Una casa che una volta si sarebbe detta borghese e oggi è il teatro di un fallimento totale. Personale esistenziale generazionale. Siete con i vostri migliori amici. Quelli che conoscete da sempre.
«Ma questa non è una storia, è un poemetto» dice uno dei personaggi, Riccardo, il più giovane, e subito il titolo altisonante, I giganti, è in bilico così come la natura degli stessi: s'intuisce che i giganti in questione non sono tali per levatura etica o onnipotenza, bensì mantengono la contaminazione umana del titano, delle 'favolacce' sarde: «dei Giganti di Monte Prama che si facevano largo con [...] Vai alla recensione »
Dura 80 minuti, minimo sindacale per un lungometraggio. Sembrano tre ore. Con tutta la pazienza e la comprensione verso il cinema d' autore made in Sardegna, vediamo un gruppo di vecchi amici che a favore di macchina da presa si stordiscono con ogni tipo di droga, si prendono a male parole ( esce una pistola, a un certo punto non tanto motivato dalla sceneggiatura: prima o dopo sarebbe stato lo stesso). [...] Vai alla recensione »
Eccoli lì, pronti a ritrovarsi in un casolare isolato, pronti all' assunzione di qualsiasi sostanza, pronti a perdersi come se non ci fosse futuro. Sono cinque personaggi, tutti maschili prima ancora che perduti e perdenti. C' è un giovane, mentre gli altri quattro sono un po' più grandi, ma ancora relativamente e perfettamente in grado di dare un indirizzo alla propria vita.
I due fratelli Ben e Clint accettano l'offerta del ricco Nathan di aiutarlo a condurre la sua mandria dal Texas al Montana. Tra loro c'è Nella, corteggiata da Ben e Nathan e attratta da entrambi. È il 1866. Ben è un cowboy taciturno, tradizionalista e moralmente irreprensibile; Nathan è avido e ambizioso, e teso al futuro. Nella non è semplicemente una pedina contesa: è una donna già moderna, indipendente [...] Vai alla recensione »
A Mont'e Prama, nel 1974, furono ritrovate alcune statue risalenti alla Civiltà nuragica, ridotte in frammenti, nei pressi di una vasta necropoli. Guerrieri, probabilmente aristocratici, in virtù dell'altezza tra i due e i due metri e mezzo, sono chiamati i Giganti. Ci sono loro all'origine del film di Bonifacio Angius, o meglio quel che ne resta oggi: pezzi di corpi trasfigurati nella loro rappresentazione [...] Vai alla recensione »
Quarto lungometraggio di Bonifacio Angius, I giganti è l'unico film italiano presente nel concorso principale della 74° edizione del Locarno Film Festival. Per il regista sardo si tratta di un ritorno alla manifestazione svizzera, sette anni dopo avervi presentato Perfidia. Con I giganti, Angius si inoltra ulteriormente nei meandri della ricognizione umana, fatta di constatazione diretta e pura. Vai alla recensione »
Unico titolo italiano in gara a Locarno, I giganti nasce da una chiacchierata al bar, durante la quale Bonifacio Angius narra all' amico fraterno e abituale co-sceneggiatore Stefano Deffenu l' idea di una storia a partire da un colpo sparato contro un quadro: un' immagine dietro cui c' è «l' urgenza di raccontare un dolore». Il regista sassarese considera infatti il cinema una forma di auto-terapia, [...] Vai alla recensione »
Unico rappresentante italiano in gara nel Concorso Internazionale del Festival di Locarno, I giganti è un film "a porte chiuse", come dicono i francesi, un Kammespiel, un gioco al massacro messo in scena in unità di tempo e di luogo. In una casa della campagna sarda si ritrovano quattro uomini sulla quarantina (cui si aggiunge il fratello più giovane di uno di essi): il taciturno Stefano, pieno di [...] Vai alla recensione »
Sconfitti da una vita che non hanno vissuto, i poveri eroi di Bonifacio Angius si ritrovano stavolta senza strada da percorrere, confinati nelle loro cattive coscienze immacolate, in un dramma da camera che scaturisce idealmente (senza mai davvero citarlo) dal lockdown del nostro scontento. Non è dato sapere dove ci portano queste sgraziate sagome dell'umano distanziamento esistenziale che animano [...] Vai alla recensione »
«Eravamo quattro amici al bar che volevamo cambiare il mondo»... L'incipit della canzone di Gino Paoli Quattro amici al bar sembra adattarsi perfettamente all'atmosfera rarefatta e sospesa, nel segno del rimando ad un passato lontano e mitico, proposto da I giganti di Bonifacio Angius, unico film italiano presente nella sezione del Concorso Internazionale.
In una casa isolata, da qualche parte, alcuni vecchi amici si ritrovano. Ma le cose precipitano. Cupissimo, pessimista, tragico e senza via di scampo racconto corale, immerso in un buio paradigmatico (si veda il contrasto quasi accecante con i rarissimi momenti esterni), dove i personaggi sono già destinati a soccombere tra rimorsi, sensi di colpa e rimpianti, mentre le nuove generazioni sembrano altrettant [...] Vai alla recensione »
Unico titolo italiano in concorso al Festival di Locarno, film nato da diverse congiunture e suggestioni inevitabilmente legate al periodo, al presente carico di difficoltà e paure. Storia densa di rabbia, dolore, tenerezza, fragilità, furore, ironia, cinismo, violenza. Violenza che si scopre e copre per tutta la storia, si vela, si nasconde e poi, di colpo, esplode con la purezza devastante e animalesca. [...] Vai alla recensione »
Alla fine degli anni '70, precisamente dopo la morte di Pasolini e l'uscita nelle sale di Salò, Moravia proponeva al lettore del Corriere della Sera una nuova definizione di cinema: il genere "didattico-rituale". Accomunando le 120 giornate di Sodoma con altre pellicole recenti, come La grande abbuffata e Todo Modo, li definì «film svolti alla maniera di apologhi morali o di allegorie nei quali la [...] Vai alla recensione »