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Gunda, cinema 'puro' e in osservazione (ricambiata). Più Shakespeare che National Geographic

In direzione contraria al sistematico processo disneyano di antropomorfizzazione degli animali, il film di Viktor Kossalovsky lavora sulla loro innata, strutturale espressività. Al cinema.
di Raffaella Giancristofaro

giovedì 13 maggio 2021 - Recensioni

Gli animali ci guardano. Una scrofa con la sua dozzina di piccoli appena nati, una pattuglia di galline avventurose e una mandria disinvolta di mucche. Sono protagonisti assoluti, non solo dell'azione in senso stretto, ma interpreti di sentimenti d'amore materno e di protezione, spirito di esplorazione, solidarietà e desiderio di libertà. Denominatore comune: una spiccata fotogenia e una certa tendenza a restituire lo sguardo verso la macchina da presa.


In direzione contraria al sistematico processo disneyano di antropomorfizzazione degli animali, Gunda lavora sulla loro innata, strutturale espressività.

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