
Titolo internazionale | The Best Years |
Anno | 2020 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Italia |
Durata | 129 minuti |
Regia di | Gabriele Muccino |
Attori | Pierfrancesco Favino, Micaela Ramazzotti, Kim Rossi Stuart, Claudio Santamaria Francesco Centorame, Andrea Pittorino, Matteo De Buono, Alma Noce, Nicoletta Romanoff, Emma Marrone, Gennaro Apicella, Paola Sotgiu, Francesco Acquaroli, Elisa Visari, Ilan Muccino, Fabrizio Nardi (II), Titti Nuzzolese, Mariana Falace, Mariano Rigillo, Massimiliano Cardia, Jacopo Maria Bicocchi, Riccardo Caruso, Federica Flavoni, Silvia Iorio, Ilir Jacellari, Marco Pancrazi, Dino Porzio, Azzurra Rocchi, Antonella Valitutti, Matteo Zanotti II, Matteo Zanotti. |
Uscita | giovedì 13 febbraio 2020 |
Tag | Da vedere 2020 |
Distribuzione | 01 Distribution |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,96 su 44 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento mercoledì 12 febbraio 2020
La storia di quattro amici raccontata nell'arco di quarant'anni, dal 1980 ad oggi, dall'adolescenza all'età adulta. Il film ha ottenuto 9 candidature ai Nastri d'Argento, 2 candidature a David di Donatello, In Italia al Box Office Gli anni più belli ha incassato 5,7 milioni di euro .
CONSIGLIATO SÌ
|
Roma, primi anni Ottanta. Giulio, Paolo e Riccardo hanno 16 anni e tutta la vita davanti. Giulio e Paolo sono già amici, Riccardo lo diventa dopo una turbolenta manifestazione studentesca, guadagnandosi il soprannome di Sopravvissuto. Al loro trio si unisce Gemma, la ragazza di cui Paolo è perdutamente innamorato. In realtà tutti e quattro dovranno sopravvivere a parecchi eventi, sia personali che storici: fra i secondi ci sono la caduta del muro di Berlino, Mani Pulite, la "discesa in campo" di Berlusconi e il crollo delle Torri Gemelle, per citarne solo qualcuno. E dovranno imparare che ciò che conta veramente sono "le cose che ci fanno stare bene" e che certi amori - così come certe amicizie - "fanno giri immensi e poi ritornano". Se citiamo un cantautore è perché Gli anni più belli segue volutamente il registro di concept album come "Piccolo grande amore" di Claudio Baglioni, e infatti Baglioni viene evocato nel film ben tre volte, con "E tu come stai?", "Mille giorni di te e di me" e l'inedito che accompagna i titoli di coda.
Ma se l'afflato di questo "romanzo popolare" è quello della canzonetta - e lo diciamo senza condiscendenza - lo stile registico è 100% Gabriele Muccino.
Il che, nella prima parte del film, è quasi letale: i giovani attori che interpretano i quattro ruoli principali, benché molto bravi (specialmente Alma Noce e Andrea Pittorno) sono spinti a recitare costantemente sopra le righe, alzando la voce, ansimando e soccombendo a quella frenesia ormai definibile come "muccianiana". E a sottolineare ogni scena c'è la colonna sonora (di Nicola Piovani) spalmata "a palla". Tuttavia dopo la prima mezz'ora, e dopo l'entrata in scena di Pierfrancesco Favino, Kim Rossi Stuart e Claudio Santamaria, il film comincia a prendere quota e a trovare un'identità che si smarca gradualmente dai cliché, rivelando un'onestà artistica credibile. Il merito è certamente degli attori, che trovano la loro misura anche all'interno dello stile dominante, ma anche di una regia che riesce a contenere i propri "difetti fatali", anche facendo leva su professionalità ben definite come Eloi Mori alla fotografia, Patrizia Chericoni ai costumi o Tonino Zera alle scenografie. Particolarmente notevole è il lavoro di montaggio di Claudio Di Mauro, specialmente nella scena del ristorante vicina alla conclusione, che destruttura magnificamente il meccanismo del campo e controcampo, e in quella dove Gemma, nelle sue varie incarnazioni, sale di corsa le scale, una delle più belle del film. Gemma è invece il tasto dolente, non per via delle belle interpretazioni della già citata Noce e di Micaela Ramazzotti, ma per lo scarso lavoro di scrittura del suo personaggio, del quale si faticano a capire le motivazioni, e dal quale traspare la consueta visione del mondo mucciniana in cui le donne "la danno via con la fionda", di solito per ragioni di sicurezza economica.
Molto ben scritti invece (dallo stesso regista e dal cosceneggiatore Paolo Costella) i tre personaggi maschili che corrispondono ad altrettante identità degli autori, e soprattutto delineano insieme il profilo di una generazione. È proprio il ritratto di chi oggi è arrivato ai cinquant'anni il punto di forza e il cavallo di Troia che si insinua nella coscienza degli spettatori, de Gli anni più belli: un ritratto che finora nessuno aveva portato al cinema con altrettanta compiutezza, mettendo a fuoco una generazione sfocata, travolta da una "metamorfosi socioculturale", umiliata dal precariato e schiacciata dai padri. In questo senso il modello di riferimento dichiarato del film, C'eravamo tanto amati, fa da efficace pietra di paragone, perché i protagonisti di Gli anni più belli, smarriti e spaesati, sono l'ombra di quelli del capolavoro di Ettore Scola, ed è giusto così, perché non possono avere lo spessore e la definizione di chi ha vissuto un'Italia molto diversa dalla nostra. Muccino fa leva drammaturgica su questo scarto epocale raccontandoci tre identità maschili depotenziate e destrutturate, come lo sono molti neocinquantenni di oggi. E alla fine ci si commuove profondamente, si riflette su dove siamo e perché, e su quali siano "le cose belle" cui stare attaccati come cozze quando il mondo intorno ci tradisce. Muccino racconta molto bene quanto sia facile sbagliare nella vita (soprattutto se è "una vita difficile") senza valutare le conseguenze di errori cui sarà arduo porre riparo, ma (grazie anche al provvidenziale suggerimento di Favino, come ha dichiarato il regista in conferenza stampa) è ancora possibile rammendare la propria vita e trovare una consolazione finale, una rappacificazione con noi stessi e il nostro bilancio esistenziale. E l'unico eroe è quello che ha capito da subito che non bisogna lasciare che sia il mondo a definirci.
Sarà la storia di quattro amici nell'arco di quarant'anni, dal 1980 ad oggi, il cuore del prossimo film di Gabriele Muccino, I migliori anni, che arriva a poco più di un anno dal successo di pubblico di A casa tutti bene - il film italiano più visto del 2018, oltre nove milioni di incassi. A interpretarlo, Pierfrancesco Favino, Micaela Ramazzotti, Kim Rossi Stuart e Claudio Santamaria. Nel cast, new entry per il grande schermo, anche la cantante Emma Marrone.
«È il film più grande che abbia mai realizzato perché i personaggi sono la microstoria nella cornice della grande storia. Sullo sfondo della storia che racconto c'è l'Italia che cambia, dalla fine degli anni di piombo alla caduta del Muro di Berlino, dalla stagione di Mani pulite all'11 settembre. Racconterò anche l'ascesa del Movimento 5 stelle. Non sarà un viaggio nostalgico, o pessimista: tutti i personaggi, con le loro difficoltà, sono spinti dall'idea che domani sarà un giorno migliore».
Gabriele Muccino
Girato quasi interamente a Roma, il film è costato otto milioni di euro. «È un film che racconta la vita in tutte le sue sfumature, attraverso la storia di tre amici, che nel 1982 hanno sedici anni, e di una ragazza che diventa l'oggetto del desiderio di tutti. Questi ragazzi affronteranno tradimenti, delusioni, fallimenti, la rincorsa verso il successo: quello che tutti conosciamo bene».
Nel 1982, quando i protagonisti del suo film hanno sedici anni, Muccino ne aveva quindici. «E non ero felice. A quindici anni ero un adolescente profondamente incompiuto, poi a trenta ho iniziato a fare cinema e ho trovato il mio modo per comunicare col mondo».
Ci saranno, nel film, omaggi al grande cinema italiano che, in commedia, ha saputo raccontare il paese e la sua storia: da C'eravamo tanto amati di Ettore Scola a Una vita difficile di Dino Risi. «Uno dei personaggi è molto ispirato a quel film del 1961», rivela il regista. «Mi ispiro a quel cinema per capire chi siamo, da dove veniamo e perché siamo ciò che siamo oggi. E di C'eravamo tanto amati ho messo due citazioni, per le quali ho chiesto al produttore di comprare i diritti, per sentirmi più libero di farle. Ma non sono plagi: sono degli omaggi sentiti». Nel film, anche due figli di Muccino: Penelope, 10 anni, e Ilan, sedici.
Sceneggiato da Gabriele Muccino insieme a Paolo Costella, I migliori anni è prodotto da Lotus, società della Leone film group, insieme a Rai Cinema e a 3 Marys Entertainment. Uscirà nelle sale italiane il 13 febbraio 2020, vigilia di san Valentino, distribuito da 01 Distribution. La colonna sonora del film sarà di Nicola Piovani.