Gli anni più belli |
|||||||||||||
Un film di Gabriele Muccino.
Con Pierfrancesco Favino, Micaela Ramazzotti, Kim Rossi Stuart, Claudio Santamaria.
continua»
Commedia,
Ratings: Kids+13,
durata 129 min.
- Italia 2020.
- 01 Distribution
uscita giovedì 13 febbraio 2020.
MYMONETRO
Gli anni più belli
valutazione media:
2,98
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
|
|||||||||||||
|
|||||||||||||
|
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
A lezione da Scola con tanta nostalgia
di Roberto Nepoti La Repubblica
La nostalgia è una brutta malattia: se non la curi in tempo, diventa cronica.
Ingrediente-base dei film di Gabriele Muccino, qui la fa da padrona, estendendosi per ben quarant' anni: dal liceo all' età matura dei tre grandi amici Giulio (che di cognome fa Ristuccia come la famiglia di Ricordati di me), Paolo, Riccardo.
Il primo diventa un avvocato di successo, sporcandosi la fedina morale; Paolo è a lungo insegnante di lettere precario; Riccardo, aspirante giornalista, precario resta a tempo indefinito.
Però le vicende ruotano soprattutto intorno a Gemma, bella e fragile, ignorante e sentimentale, interpretata da Micaela Ramazzotti dando fondo al suo abituale repertorio.
Il modello palese per Gli anni più belli è C' eravamo tanto amati di Ettore Scola: personaggi fotocopiati (inclusi i minori, come il suocero di Giulio), scene riprese pari pari (l'episodio della Fontana di Trevi): anche se nel capolavoro del grande Ettore puoi trovare di tutto fuorché la nostalgia. Nelle due ore abbondanti di amicizia e litigate, tradimenti (ideologici e sessuali) e nascite, canzoni cantate in auto, Muccino semina pezzetti di repertorio con l'ambizione di fare il film generazionale: scontri di piazza, tangentopoli, l'attentato alle Torri Gemelle, fino a una formazione politica con la bandiera bianca e stellata chiamato "del cambiamento" (Riccardo, frustrato, vi aderisce).
Intanto esplode la musica di Nicola Piovani, alternata alla canzone composta da Claudio Baglioni per il film e che porta lo stesso - inspiegabile - titolo, alla Tosca, a De André, alla Società dei magnaccioni.
Non manca neppure l'interpellazione dallo schermo, in cui i personaggi dicono la loro rivolgendosi direttamente alla platea. Ma è nulla rispetto alle scene di laurea degli amici, proclamati dottori con le loro facce da cinquantenni, mentre dovrebbero essere sulla ventina.
|