Anno | 2020 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia |
Durata | 83 minuti |
Regia di | Francesco Cannavà |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 4,00 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento martedì 16 febbraio 2021
La relazione che ognuno di noi ha con il proprio corpo.
ASSOLUTAMENTE SÌ
|
Claudia ha vent'anni, una malformazione da spina bifida che tra le altre cose la priva di sensibilità alle gambe e la obbliga a tutori e bastoni per camminare. Vive con i genitori e la sorella ed esce di casa solo per andare in piscina, non ha mai avuto rapporti sessuali ma ne ha ovvia curiosità. Marco, quarantadue anni, partecipa come operatore socio sanitario al primo protocollo sperimentale italiano per OEAS: operatore all'emotività, affettività e sessualità. Non si sono mai incontrati e Marco viene assegnato a Claudia con lo scopo di farle prendere consapevolezza della propria affettività e felicità erotica. Lo farà attraverso la sua presenza fisica, stabilendo un rapporto di fiducia con lei e dandole indicazioni sia pratiche che psicologiche, sulla traccia di un percorso delineato e coordinato dal sessuologo Fabrizio Quattrini. Con grande trasparenza e libertà Claudia racconta le sue paure e i suoi desideri e Marco l'aiuta e l'ascolta con pazienza, interagendo anche con i suoi familiari. Sul tema della sessualità delle persone con disabilità si era già espresso The Sessions di Ben Lewin, ispirato a una storia vera e più focalizzato su terapie "a domicilio" a un tetraplegico. Poi, con spirito vivace e altrettanto rispetto, in forma più codificata e "scritta" di road movie, c'era stato The Special Need di Carlo Zoratti, in cui due amici accompagnavano all'estero il loro amico ventinovenne Enea per affidarlo, in Germania, a un'assistente sessuale professionale, in assenza, nel nostro Paese, di una apposita figura di cura.
Scritto dal regista Francesco Cannavà con Andrea Paolo Massara e finanziato in crowdfunding grazie all'associazione LoveGiver di Max Ulivieri (che promuove l'assistenza sessuale ai disabili), Because of My Body è la documentazione di un'esperienza reale e di una possibilità.
Ovvero l'istituzione anche in Italia di una figura professionale che faccia fronte alle esigenze frustrate, quando non addirittura rimosse (o ancor peggio risolte in via mercenaria o familiare), delle persone per cui è difficile sperimentare la propria dimensione erotica. L'assunto di partenza è il medesimo: la sessualità è un bisogno primario. Con naturalezza, senza imbarazzi, la macchina da presa trova una giusta distanza mentre il rapporto tra assistente e paziente acquista senso: Claudia si lascia guidare nella scoperta del proprio corpo, preso da solo e in relazione a quello di Marco. La sua ricerca indifferenziata di compagnia online cede il posto allo studio di mappe anatomiche genitali, esplorazione del corpo tramite colore steso sulla pelle o il test di un vibratore. Anche se il rischio del transfert - scongiurato dalla definitività della chiusura dei rapporti, condizione ineludibile del progetto - è sempre dietro l'angolo.
Una certa purezza e simpatia emana da entrambi i protagonisti, l'esuberanza di lei bilancia la delicatezza di lui, mentre il loro dialogo affettivo, caratterizzato da inflessioni dialettali, rende sempre più naturali e condivisibili i bisogni e le fragilità, anche quelle dei tabù e delle resistenze da abbattere. È grazie all'estrema disponibilità da loro concessa al regista e ad un taglio semplice e meritoriamente didattico se una legittima richiesta arriva con chiarezza al pubblico, auspicabilmente anche alle opportune sedi legislative.
Quale sia il centro di gravità permanente che ciascuno di noi cerca di raggiungere nella vita è cosa che appartiene alla sfera privata di ognuno. Ma è innegabile, fin dai tempi di Freud, che la sessualità sia il fulcro della nostra identità, il tappeto volante che una volta raggiunto, rende liberi di essere pienamente se stessi. Because of my body è il documentario di Francesco Cannavà che andrà in [...] Vai alla recensione »