Titolo originale | Le Daim |
Titolo internazionale | Deerskin |
Anno | 2019 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Francia |
Durata | 77 minuti |
Regia di | Quentin Dupieux |
Attori | Jean Dujardin, Adèle Haenel, Albert Delpy, Pierre Gommé, Laurent Nicolas Coralie Russier, Stéphane Jobert, Marie Bunel, Panayotis Pascot, Caroline Piette, Géraldine Schitter, Youssef Hajdi, Simon Thomas, Tom Hudson, Maryne Cayon, Thomas Blanchard, Rio Vega, Maxim Driesen, Jérôme Menard, David Sztanke, Julia Faure, Franck Lebreton (II), Ayouba Ali, Bruno Mary. |
Tag | Da vedere 2019 |
Distribuzione | Europictures |
MYmonetro | 3,44 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 19 giugno 2020
La vita di un uomo ordinario sta per essere sconvolta. In Italia al Box Office Doppia pelle ha incassato 2,1 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Georges guida tutto il giorno per raggiungere un'anonima località di montagna e comprare un blouson di pelle. Pelle di daino 100%. Per soddisfare la sua ossessione, Georges ha dato fondo al conto e alla sua vita coniugale. Morbida, decorata di frange e rivestita in raso, la giacca lo innamora fino a possederlo e precipitarlo in un delirio criminale. Ad assecondare la sua follia c'è Denise, cameriera con la mania di smontare film celebri. Deciso a girare un film che celebri il suo blouson cognac, Georges si 'arma' di camera digitale e sbaraglia la concorrenza. Ogni altra giacca sulla faccia della terra non è che una mera imitazione e va 'eliminata'. Ad ogni costo e con ogni mezzo.
Commedia dell'assurdo ancorata a un mondo razionale, Le Daim è un film folle su un folle che evade dalla città per vivere un sogno di predatore barbaro e narcisista alle pendici dei Pirenei.
Seconda tappa di un ritorno in Francia, avviato lo scorso anno con Au poste!, Le Daim mette a punto le abitudini del cinema concettuale di Quentin Dupieux, che immagina questa volta un personaggio che gli somiglia e rilancia gli ingranaggi della finzione. Al centro di un progetto 'rimpatriato', il film nasce americano e con un attore americano, c'è un eroe che si mira e ammira in uno specchio o nel vetro di una vettura per convincersi della propria presenza. Presenza imprecisa e senza contorni finiti, almeno fino a quando non compra per una cifra esorbitante un blouson 100% daino. Persuaso che la sua giacca vintage gli doni un "style de malade", spregiudicato e cool insieme, e confermato dal ritornello di Joe Dassin che canta alla radio "Et Si Tu N'existais Pas", Georges getta alle ortiche la sua vita come il suo cellulare per realizzare un'idea maniacale in un paesino della Francia profonda. Nel corso del film lo spettatore assiste alla progressiva trasformazione del protagonista in bestia selvaggia. Ricoperto di daino dalla testa ai piedi, ruba un cappello, acquista un paio di stivali e riceve in regalo un paio di pantaloni e di guanti, Georges diventa un animale e apre ufficialmente la stagione della caccia. Sprofondato letteralmente nella paranoia, la mitomania e la pulsione assassina, non sopporta la concorrenza 'vestiaria' e massacra sistematicamente tutte le persone che rifiutano di consegnargli le loro giacche.
Emergendo qualche cosa di singolarmente inspiegabile, una forza bruta ed esilarante insieme, Le Daim esibisce un'ossessione angosciosa per un oggetto, posseduto eppure irraggiungibile, manifestazione metaforica dell'istinto di morte che si complica in feticismo e sublimazione estetizzante. Il film procede per iterazioni sistematiche, l'adozione stilistica della ripetizione è una delle cifre del cinema di Dupieux, che definiscono il significato profondo dell'oggetto assunto ad espressione del mito. L'istanza libidica provocata dalla vista della giacca di daino è appannaggio invece di Jean Dujardin, campione (straordinario) di un'imbecillità gioiosa convertita qui in una demenza impenetrabile e bizzarra che sopprime i suoi rivali per compensare un'assenza di personalità e di talento. Ma il fantasma dell'artista fallito è solo una delle possibili letture del film che ne offre tante e probabilmente tutte pertinenti. Sempre al limite della burla che si risolve in fumo, l'opera dell'autore francese è un piacere da guardare e da analizzare. Le sue oscillazioni tra pieno e vuoto, idiozia e intelligenza, senso e nonsense, mettono in scena un piacere infantile a dispetto dell'orrore che sottendono. Per il suo cinema, Le Daim non fa eccezione, serve un certo grado di tolleranza e di humour perché il lavoro di Quentin Dupieux non assomiglia a nessun altro ma i suoi film si somigliano tutti, allacciati alle 'frange' della sua singolarità tentacolare. Personaggi dalla razionalità dubbiosa o controproduttiva, combinazione di toni e slittamenti umoristici incomprensibili sono i tratti emblematici di un cinema costruito attorno a un filo narrativo perennemente spezzato, riannodato e daccapo snodato secondo un principio di assurdità trionfante. Surrealista 'in ritardo', il regista ha i suoi sostenitori e i suoi detrattori. Tra i due estremi si accomoda un parterre di spettatori puntualmente smarriti dai e nei suoi film che sembrano usciti dalla serie B degli anni Settanta. Con la sua desaturazione cromatica e i suoi beige scoloriti, Le Daim conferma la regola e lo stile vintage, funzionale al blouson venerato che produce una potenza incontrollabile e fatale per il suo proprietario. Predatore che volge in preda dentro un finale che spiega il titolo e assiste al trionfo della protagonista di Adèle Haenel, primo personaggio nella curiosa galassia degli antieroi di Dupieux a mantenere la sua eccentricità dentro i limiti umani. Gentile e paziente è la complice (in)volontaria di un eroe troppo folle per restare umano, una 'montatrice' che conserva fino alla fine la sua dolcezza e la sua paradossale verità. A lei soccombe un prodigioso Dujardin, singolarmente cambiato, quasi inquietante, che ha preso peso (artistico) nei giardini di Quentin Dupieux, Benoît Delépine e Gustave Kervern, dove coltiva adesso l'amabile atrocità di personaggi spostati.
DOPPIA PELLE disponibile in DVD o BluRay |
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Cosa si può dire ormai di Quentin Dupieux e della sua carriera autoriale da regista (perché c'è anche quella musicale con il moniker di Mr. Oizo), senza risultare petulanti a furia di accatastare l'uno in fila all'altro termini come "folle", "grottesco", "controsenso"? È operazione complessa spiegare, perlomeno da parte nostra, come queste caratteristiche permeino organicamente, identificandolo, il [...] Vai alla recensione »
Quentin Dupieux ci ha abituati a un cinema anticonvenzionale, sia nello stile dai contorni surreali, sia nella narrazione, sempre caratterizzata da traiettorie bizzarre. E il suo nuovo lungometraggio, Doppia pelle, scelto come titolo d'apertura della Quinzaine des Realisateurs del Festival di Cannes 2019, ne e una conferma. Artista eccentrico che molti ricorderanno come produttore discografico, DJ [...] Vai alla recensione »
Nonostante l'inutile tentativo della pandemia di bloccare la sua uscita, ecco il primo Dupieux a essere distribuito in Italia. Come sempre, la storia d'un mondo sottosopra. Che è quello che c'è già. Per capirlo, torniamo ad Alfred Jarry e a Gesta e opinioni del dottor Faustroll, patafisico: «La patafisica sarà soprattutto la scienza del particolare [.
Daim, ovvero pelle di daino, abito scamosciato. Il titolo del film (apertura della Quinzaine des réalisateurs) richiama il vero protagonista del racconto: una giacca. Quentin Dupieux da sempre ci ha abituato a un cinema imprevedibile, inclassificabile, assurdo (nel senso più letterale del termine). Ora insiste nuovamente con tutte queste caratteristiche e racconta la storia d'amore tra un uomo e il [...] Vai alla recensione »
Per Quentin Dupieux tutti i suoi film sono degli incubi. O delle ossessioni. Più conosciuto come Mr.Oizo, autore di quel Flat Beat che alla fine degli anni Novanta diventa un successo mondiale, Du pieux diviene allora uno dei protagonisti del French Touch, musicista e autore di videoclip col gusto però di esplorare altri territori, musicali e non solo.
All'inizio è strano: una serie di inquadrature, che dovrebbero essere tra le più classiche, neutrali e oggettive, lasciano intuire un occhio nascosto. Nell'incipit, i ragazzi che giurano di non indossare mai più una giacca, guardano direttamente in macchina. Ed è dalla prospettiva "innaturale" di un abitacolo vuoto che vediamo Jean Dujardin specchiarsi nel finestrino o uscire dal locale dove ha appena, [...] Vai alla recensione »
Georges, 44 anni, e la sua giacca scamosciata, 100% made in Italy, hanno un progetto da realizzare. "Se tu non esistessi, neanche io esisterei". Inizia così, sulle note della canzone di Joe Dassin Et si tu n'existais pas il nuovo film di Quentin Dupieux Le daim, scelto dal neo direttore Paolo Moretti come apertura della Quinzaine des Réalisateurs di Cannes 2019.
Potrebbe essere un perfetto racconto d'orrore: l'ossessione di Edgar Allan Poe e il feticismo di William Lustig. Le daim però è un film di Quentin Dupieux, regista e dj eclettico e bizzarro che ha fatto dell'umorismo surreale e grottesco il suo marchio di fabbrica, per cui diventa il curioso innesto tra le due modalità. Il protagonista (Jean Dujardin) è un uomo che si trova ossessionato da una giacca [...] Vai alla recensione »
Pelle di daino al 100%. Con le frange. Rigorosamente Made in Italy. Costo: 7500 euro. È questo il prezzo che il protagonista di Doppia pelle è disposto a pagare, in un paesino di montagna sui Pirenei francesi dove si è rifugiato dopo aver lasciato la moglie, per acquistare una giacca in stile Pecos Bill, conservata dall'anziano venditore in un baule come se fosse un prezioso reperto del passato.