Il film rimane indeciso se rivolgersi ai vecchi fan o ai bimbi di oggi. Da giovedì 26 settembre al cinema.
di Paola Casella
La piccola Dora ha sei anni e vive con mamma e papà nella foresta amazzonica, esercitandosi nel ruolo di esploratrice. I suoi genitori sono alla ricerca di una città inca perduta, Parapata, dove pare si nasconda più oro che in tutto il resto del mondo: ma spiegano a Dora che lo fanno "da esploratori, non da cercatori", cioè per interesse scientifico e non per avidità. Salto temporale di un decennio. Dora ha 16 anni e i genitori l'hanno mandata in California per frequentare il liceo, ospite degli zii Nico e Sabrina. Ma suo cugino Diego è imbarazzato da quella ragazza stramba e impreparata a gestire i rapporti con i compagni di scuola. Finché Dora non viene rispedita nella foresta amazzonica insieme a Diego, alla secchiona Sammy e al nerd Andy, da mercenari che vogliono il loro aiuto per raggiungere Parapata.
Dora e la città perduta, diretto dal regista dei due Muppet movies James Bobin, segue una strategia incomprensibile per un film live-action tratto da una serie di animazione molto amata: trasformare la protagonista dalla bambina che tutti conosciamo a una teenager da sitcom disneyana.