Anno | 2019 |
Genere | Docu-fiction, |
Produzione | Italia |
Durata | 80 minuti |
Regia di | Francesca Olivieri |
Attori | Caterina Misasi, Caterina Misasi, Brixhilda Shqalsi, Antonio Andrisani Alessandro Castriota Scanderbeg, Elio Giacobini, Carmelo Giordano, Fabio Pappacena, Denise Sapia, Mario Scerbo, Anna Stratigò. |
Uscita | martedì 26 marzo 2019 |
Distribuzione | LAGO Film |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,13 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 26 aprile 2019
Il film indaga i legami forti e l'eredità culturale delle comunità arbëreshë, gli albanesi d'Italia, che ancora sopravvivono in alcuni piccoli borghi di Calabria e Basilicata. In Italia al Box Office Arbëria ha incassato 6,8 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Aida, che ha lasciato da tempo il proprio paese in Calabria per diventare creatrice di moda in una grande città fa ritorno alle origini in seguito a un decesso. In famiglia viene accolta con un misto di affetto e diffidenza. Chi le è più vicino è la giovane nipote che è fidanzata ma anche dotata di uno spirito indipendente che la spinge a non sottomettersi alle imposizioni da qualsiasi parte provengano. Aida in lei rivede se stessa.
Francesca Olivieri alla sua opera prima evidenzia una grande passione per le proprie radici culturali. È infatti nata in Piemonte ma è di origini Arbëreshë.
Chi sono gli Arbëreshë? Sono gli appartenenti a una comunità albanofona, erede delle tradizioni di un popolo che è migrato durante il Medioevo dall'Albania all'Italia. Anche se la lunga parte introduttiva fa dubitare che l'odierna fruizione televisiva (che si sostanzia nel 'qui e subito' dei primi 5 minuti di narrazione, dopo di che interviene spesso inesorabile l'uso del telecomando) possa avvalersene appieno, la passione di cui si avverte dall'inizio alla fine. Grazie anche all'intensa bellezza (che manifesta un mix di nostalgia e malinconia) e alla bravura di Caterina Misasi che offre ad Aida la pensosa misura di chi ha cercato di allontanarsi dalle proprie origini senza però volersene davvero distaccare definitivamente.
Se l'impianto narrativo è classico negli sviluppi, l'intento è più che apprezzabile. Olivieri riesce a farci accostare non solo alle sonorità di una lingua antica tuttora in uso e proveniente dalla stratificazione di cicli successivi di migrazioni ma ci offre anche, senza pedanteria, informazioni su quelli che i sussidiari scolastici di un tempo definivano 'usi e costumi'.
La preparazione della festa patronale e il rito nuziale sono presentati con un'attenzione etnologicamente e filologicamente aderente anche ai particolari. Al termine della proiezione non saranno pochi coloro i quali vorranno saperne di più degli Arbëreshë. Per una docufiction opera prima questo è già un bel risultato.
Il primo film girato in lingua Arbëreshë ha il merito di portare sullo schermo la realtà di una minoranza che vive a tutt’oggi prevalentemente nel sud d’Italia. Prodotto con il contributo delle Regioni Calabria e Basilicata e di una serie di Comuni, “Arbëria” ha avuto il sostegno del MiBAC e della SIAE.
L'intento del film è certamente lodevole, tuttavia il risultato è deludente. Apprezzabili la fotografia, le musiche e l'interpretazione degli attori, così come i costumi e le riprese del paesaggio. L'Arberia narrata dal film non corrisponde però alla reale Arberia. E' una descrizione fallace e fuori dal tempo; chi cerca di racontare tali realtà evidentement [...] Vai alla recensione »