Un esordio che tiene accesa l'attenzione dello spettatore senza aver bisogno di ricorrere a colpi di scena o a soluzioni estreme. Recensione di Giancarlo Zappoli, legge Roberta Azzarone.
di A cura della redazione
In una cittadina di mare una ragazza fugge pensando di essere inseguita. L'accoglie nella propria villa una donna di nome Veronica. La casa però non è la sua e l'incontro non è stato casuale.
Manfredi Lucibello affronta la sua opera prima con, alle spalle, due produttori attenti come i Manetti Bros. L'unione delle forze dà origine a un thriller che si affida alla sceneggiatura e ad attori con esperienze molto diverse. A loro spetta il compito di reggere uno script che tiene accesa l'attenzione senza ricorrere a soluzioni estreme.
Benedetta Porcaroli incarna con grande duttilità le luci e le ombre di una baby prostituta, reggendo abilmente il confronto con due attori rodati come Barbora Bobulova e Alessio Boni.
Ma è nel confronto tra Sara e Veronica che il film trova il suo punto di forza, quasi una metafora per dire che unite le donne possono farcela. Sempre, o quasi.
In occasione dell'uscita al cinema di Tutte le mie notti, in sala dal 28 marzo, Roberta Azzarone interpreta la recensione di Giancarlo Zappoli.