Titolo originale | Transit |
Anno | 2018 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Francia |
Durata | 101 minuti |
Regia di | Christian Petzold |
Attori | Franz Rogowski, Paula Beer, Godehard Giese, Lilien Batman, Maryam Zaree Barbara Auer, Matthias Brandt, Sebastian Hülk, Emilie De Preissac, Antoine Oppenheim, Louison Tresallet, Alex Brendemühl, Agnès Regollo, Grégoire Monsaingeon, Ronald Kukulies, Justus von Dohnányi, Trystan Pütter, Thierry Otin, Elisa Voisin, Brahim El Abdouni, Jean-Jérome Esposito, Stina Soliva, Nathalie Dodivers. |
Uscita | giovedì 25 ottobre 2018 |
Tag | Da vedere 2018 |
Distribuzione | Academy Two |
MYmonetro | 3,16 su 9 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 12 novembre 2018
Le truppe germaniche hanno raggiunto Parigi e ora scendono verso il sud della Francia. Georg, un rifugiato tedesco, è riuscito a raggiungere Marsiglia. In Italia al Box Office La donna dello scrittore ha incassato 137 mila euro .
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Le truppe germaniche hanno raggiunto Parigi e ora scendono verso il sud della Francia. Georg, un rifugiato tedesco, è riuscito a raggiungere Marsiglia. Ha con sé i documenti, un visto per l'ambasciata messicana e il manoscritto di un romanzo di Weidel, uno scrittore che si è suicidato temendo di essere catturato. Georg ha assunto la sua identità ed ora è alla ricerca di un passaggio su una nave americana. Ma l'incontro con Marie, una giovane donna che è in cerca del marito scomparso e che nel frattempo si è legata a un medico, muta i suoi progetti.
Christian Petzold è entrato in contatto diversi anni fa con il romanzo omonimo di Anna Seghers grazie ad Harun Farocki, suo cosceneggiatore che, nato nei Sudeti nel 1944 da genitori profughi, era particolarmente interessato al soggetto. Il protagonista del libro era un comunista che cercava temporaneo rifugio in una 'zona libera'.
Quando però è giunto il momento di realizzare il film Petzold ha sentito la necessità di spostare la vicenda nel presente. Il film, evitando la ricostruzione d'epoca, offre così una nuova significazione alla storia. In tempi di risorgenti nazionalismi mostra come la lezione della Storia potrebbe essere facilmente dimenticata per farci ripiombare in un passato purtroppo perfettamente riproducibile.
Transit, grazie a questa trasposizione temporale evidenzia un pregio e un difetto. Il secondo è legato a una struttura decisamente troppo letteraria che affida alla voce narrante la descrizione dei sentimenti e dei pensieri dei protagonisti come se gli attori non fossero in grado di esprimerli mentre ciò non accade grazie alla prestazione eccellente di Franz Rogowski e Paula Beer che tutti ricordano quale ottima protagonista di Frantz. Si sente cioè in maniera forse eccessiva il peso che la presenza del romanzo ha avuto nella stesura della sceneggiatura.
Questo elemento negativo non riesce però ad inficiare la descrizione accurata di quella 'no man's land' che diventano i luoghi di confluenza di coloro che stanno sfuggendo a una persecuzione. Georg, Richard, Marie, Driss, figlio di un compagno di fuga del protagonista che non ce l'ha fatta, sono dei fantasmi degli esseri umani che furono. Sono, appunto, in transito o ne cercano uno. Le loro esistenze sono sospese tra la vita e la morte che si avvicina giorno dopo giorno o che può coglierli in maniera inattesa.
Questa condizione esistenziale che, con pelli di colore diverso, ancora centinaia di migliaia di persone stanno vivendo, viene declinata nell'apparente quiete di una solare città di mare. Marsiglia diviene così un luogo di intreccio di vite che aspirano a tornare a vivere nel senso pieno del termine e che tendono, anche se talvolta inconsciamente, a poter riprendere in mano un destino che non riguarda solo loro.
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Un film che si muove nel grigio, inteso come una zona d'ombra tra il detto ed il non detto, il fatto ed il non fatto.La trama, rigorosamente storica, è riconducibile a fatti realmente accaduti e purtroppo noti, si articola in un tempo che non esiste... in un tempo che non è il suo! Lo spettatore si ritrova così a fare un esercizio unico, quello di accettare una distonia storica/temporale eccezionale: [...] Vai alla recensione »
Il film La donna dello scrittore, del regista tedesco Christian Petzold, girato nella Marsiglia della Francia di Vichy, si avvale di un cast formidabile: Georg [Franz Rogowki] il cui volto normale, imperfetto, che non risponde ai canoni della bellezza di plastica del ventunesimo secolo, lo rende particolarmente vero, mimico, e credibile; Marie [Paula Beer], che abbiamo conosciuto nella splendida Anna [...] Vai alla recensione »
“La Donna dello Scrittore” del regista tedesco Christian Petzold è una storia che, tratta da un romanzo ambientato nel 1944, viene trasportata più o meno ai giorni nostri presentando però il contesto di quegli anni. Il protagonista è un giovane tedesco che si è rifugiato a Parigi, come moltissimi altri suoi connazionali, perché non aderente [...] Vai alla recensione »
La trasposizione storica di un evento già accaduto come possibile reiterazione? Oppure come ripetersi di tragedie sempre uguali? E sempre con la Germania come invasore sterminatore? Troppa confusione e il regista non prende una posizione chiara. Niente è credibile se non per metafora. Non si può incentrare un film solo sui personaggi se questi sono condizionati ( e in questo film [...] Vai alla recensione »
C'è un eccesso di imbellettamento letterario per i miei gusti. Il tocco pirandelliano c'è ed è massiccio, ma a volte le cesure e le ellissi risultano un po' troppo facili se risolte con un voice over. La riflessione non è certo banale, ma neppure così innovativa. Discreto
Un film straordinario. Una storia bellissima. Perché in qualche modo siamo tutti in fuga, in attesa di un visto di transito, ma solo quando ne prendiamo coscienza le nostre esistenze si intrecciano autenticamente.
Che cosa succederebbe se le truppe naziste occupassero oggi Parigi, conquistando poi la Francia intera? Chi sarebbero le vittime dei rastrellamenti e delle deportazioni? Non più gli ebrei, ma tutti quegli immigrati clandestini rifiutati dal Paese nel quale cercano protezione. Parte da qui Transit (titolo italiano La donna dello scrittore), il nuovo film del regista tedesco Christian Petzold, presentato [...] Vai alla recensione »
Esiste un universo nel quale i fantasmi del passato continuano ad agitarsi. Un universo dove, come in un racconto di Borges, dei fuggiaschi sono eternamente in partenza per il nuovo mondo, lasciandosi alle spalle brandelli d'Europa. È il nostro universo e il regista tedesco Christian Petzold ha capito bene che questi fantasmi non se ne sono mai veramente andati e che il nostro presente è tormentato [...] Vai alla recensione »
Parigi, ai nostri giorni. Oppure no? Vestiti, auto, oggetti: tutto è contemporaneo. Ma quello che sta succedendo appartiene invece, con ogni evidenza, a un'altra epoca. I tedeschi hanno appena occupato la città, chi può fugge nella Francia ancora libera, in cerca di un lasciapassare per poter raggiungere qualche Paese straniero. Dunque siamo catapultati nel 1940, con le truppe hitleriane che dilagano [...] Vai alla recensione »
Presentato a Berlino, Transit- titolo italiano La donna dello scrittore - è sui nostri schermi e probabilmente non vi resterà a lungo. Strano destino quello del regista tedesco Christian Petzold : essere uno dei più profondi e analitici artisti della Germania post-muro; talento smisurato; anima bella e vibrante della Dffb, la Scuola di Berlino (con Thomas Arslan ed Angela Schanelec); allievo prediletto [...] Vai alla recensione »
Un uomo (Franz Rogowski) prende un caffè al bar. "Georgl - lo chiama un altro appena entrato - che ci fai qui?" Il caso fa incontrare due tedeschi in fuga dal fascismo e fornisce l'innesco narrativo per una partenza a razzo: Georg segue le istruzioni dell'amico ma, invece dei soldi, trova una nuova identità. È la via della salvezza, ma non è facile abituarsi e lui conserva lo stupore dello spaesato [...] Vai alla recensione »
C'è un uomo in fuga, è un clandestino tedesco che cerca di salvarsi dai nazisti alle porte di Parigi. La sua destinazione è Marsiglia tra altri come lui, rifugiati in attesa di un visto, di una nave, di un passaggio verso la salvezza, verso un futuro. Siamo in Francia durante l'occupazione eppure quel porto affollato di esistenze invisibili, sospese nel nulla, somiglia al presente, gli abiti, le automobili, [...] Vai alla recensione »
Le truppe tedesche stanno avanzando in Francia. Greg, un rifugiato, scappa verso Marsiglia, utilizzando i documenti di uno scrittore morto che potrebbero permettergli di andare in Messico. Incontrerà, però, Marie, la moglie del defunto, che, ignara, lo aspetta con ansia. Il tutto, ambientato, però, ai giorni nostri, facendo lavorare di fantasia Io spettatore.
Aspettano, aspettano, aspettano. I rifugiati di "Casablanca", in attesa di un visto per viaggiare e sfuggire alla persecuzione nazista e all'orrore della guerra, vivono in una condizione sospesa, in quella dimensione senza tempo che, poi, è passata, come qualità altra, all'essenza stessa del capolavoro di Michael Curtiz così che il film perdesse ogni connotazione costrittiva e propagandistica per assurgere [...] Vai alla recensione »