Dopo Opera senza autore, l'attrice tedesca porta sul grande schermo il film tratto dal romanzo "Transit" di Anna Seghers.
di Fabio Secchi Frau
La sua giovane Anna era innamorata di Franzt. Talmente innamorata da avere già dei progetti. Dopo il loro matrimonio, per esempio, avrebbero continuato a vivere nella loro piccola città tedesca. Li aspettava una vita tranquilla. Idilliaca. Ma l'Europa si è intromessa. Un'Europa gigantesca, pazza e armata. Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, porta Frantz al fronte, in Francia. Il violinista che lei amava, ora suonava un fucile. E poco dopo, quegli occhi che lei scrutava quando leggevano poesie di Verlaine, sono chiusi per sempre. Franzt muore a 23 anni. Ucciso in guerra. Così, quando la pace arriva, Anna scopre che non è vera pace. Per senso di dovere, riduce la sua vita a quella di una vedova. Sostiene gli anziani genitori del suo amato e continua con loro a tenere viva la sua memoria. Ma tutto cambia quando vede uno sconosciuto al cimitero che porta dei fiori sulla tomba di Frantz. Chi è quest'uomo del mistero? Adrien, il francese, il nemico... la svolta.
Ci voleva un personaggio brillante come questo, per farci conoscere e apprezzare Paula Beer. François Ozon ce l'ha consegnata nel bianco e nero stilizzato di Frantz, estremamente dolorosa e cupa. Non più in grado di distinguere amici e nemici. Nel 2018, è ancora sul grande schermo con La donna dello scrittore e con Opera senza autore (guarda la video recensione) di Florian Henckel von Donnersmarck.