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Ultimo aggiornamento venerdì 27 ottobre 2017
Un esperto rapinatore di banche cerca di sfuggire alla polizia per le strade di New York. Riuscirà nel suo intento? Il film ha ottenuto 5 candidature a Spirit Awards, Al Box Office Usa Good Time ha incassato nelle prime 5 settimane di programmazione 1,9 milioni di dollari e 138 mila dollari nel primo weekend.
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New York. Quartiere di Queens. Una rapina in banca finisce male, Connie riesce a fuggire mentre suo fratello Nick, affetto da un ritardo mentale, viene arrestato. Da quel momento Connie inizia a darsi da fare per poter trovare il denaro necessario per pagare la cauzione mentre progressivamente sviluppa un altro progetto: farlo evadere.
Inizia quasi come una commedia il quinto film dei fratelli Safdie, con i rapinatori che scrivono con la penna biro le disposizioni per la cassiera, ma poi il registro cambia rapidamente. Perché ciò che a loro interessa mettere in luce sono personaggi che vivono nel presente, per i quali il futuro non rappresenta una meta ma una incertezza totale.
Sono protagonisti e al contempo persone che potrebbero essere facilmente dimenticate se incontrate nella vita di tutti i giorni. Così si presentano Nick e Connie, con il secondo convinto di dover offrire al fratello disabile una vita 'normale'.
Ma per lui la normalità è rapinare maldestramente una banca con il segreto desiderio di liberarlo dal controllo di una nonna di origine greca che non ha imparato l'inglese. Il film, che ha la benedizione di Martin Scorsese, si trasforma in un thriller di diseredati alla ricerca non di un riscatto (parola di cui Nick non comprenderebbe il significato più pregnante) quanto di una fuga da gabbie, che siano di una prigione o esistenziali.
A tutto ciò offre un contributo essenziale (anche perché il film è stato pensato sulla sua misura) Robert Pattinson. Il rischio che rimanesse ancorato al personaggio della saga di Twilight era già stato bypassato con il suo ruolo in Bel Ami - Storia di un seduttore ma da allora ha mostrato di saper costantemente scegliere partecipazioni a film molto diversi tra di loro, apportandovi una versatilità non comune. Le esperienze fatte sotto la guida di registi come David Cronenberg, Anton Corbijn e Werner Herzog gli debbono essere state molto utili. Lo hanno condotto a questo Connie, fratello amorevole di Nick, che soffre di un ritardo mentale, ma privo degli strumenti culturali e sociali necessari per offrirgli una protezione vera. Il mondo in cui si muove non gli offre nessuna opportunità di crescita. Anche la compagna che si è scelta (una Jennifer Jason Leigh tesa e sofferente) non gli può essere d'aiuto se non per cercare di farle versare la somma necessaria alla cauzione. Tutto ciò collocato in un quartiere in cui si può essere stessi ma, al contempo, da cui si vorrebbe andare via. Connie, come il Queens, ha una sola certezza: non sarà mai cool.
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Trascinandolo via dal programma di rieducazione e supporto psicologico cui è sottoposto, l'irrequieto e irresponsabile Connie coinvolge lo psicolabile fratello Nick in una rapina in banca che si conclude con l'arresto di quest'ultimo. I tentativi di liberare il fratello condurranno l'uomo lungo una maratona notturna fatta di azioni avventate, incontri a sorpresa e rischi poco calcolati, fino all'inevitabile [...] Vai alla recensione »
Le mie non sono recensioni, sono veloci impressioni a caldo. In questo caso non conosco i registi ma al momento non importa. Comunque a giudicare dallo stile del film dovrebbero essere molto giovani. New York. Due fratelli tentano una rapina che finisce male. Il più debole dei due fratelli viene arrestato.
Un film che sembra non avere un passato né un futuro: c'è solo un presente, incomprensibile e caratterizzato da incredibili episodi che accadono apparentemente casualmente, come le difficoltà che disseminano il percorso di un videogioco. Qui però non si capisce dove sarà il goal e l'ansia dell'incipiente arrivo del Game Over è onnipresente. Anche [...] Vai alla recensione »
Un film angosciante che ti lascia addosso una sensazione di disagio. Pattinson, lo avrete capito, è davvero bravo, ma qui protagoniste sono soprattutto le atmosfere, i colori, le immagini. Tutto è precario, dall'inizio alla fine, non vi sono certezze e può accadere qualsiasi cosa. La sensazione è che più si procede più le cose possono andare male.
Imperdibile per amanti del genere...Notevole interpretazione.
Un buon roller-coaster metropolitano quello orchestrato dai fratelli Safdie, forse ancora un po' acerbo, che alterna momenti di folle dinamicità esplosiva a momenti in cui questa dinamicità va perdendosi un po' per strada risultando in un inevitabile calo di tensione. Per essere così giovani e solamente al loro secondo film che bravi i Safdie!
«Liberarmi dei fili e dei nodi in cui sono ingarbugliato e condurre una vita pura, guardando un cielo sereno di fronte a me. Non succederà. Ma è un bel pensiero». La voce profo-da, dolcemente sepolcrale, di Iggy Pop scorre sui credit di chiusura di Good Time, dedicata al miraggio impossibile dei pure and damned, i puri e i dannati, che popolano anche l'ultimo film dei fratelli newyorkesi Benny e Josh [...] Vai alla recensione »
Sorpresa, si può ancora fare cinema indipendente metropolitano senza imitare Tarantino o rifare Scorsese, anzi rubando da entrambi per reinventare. Comincia come un thriller di rapina ("heist movie"), si sviluppa come un dramma familiare sulla difesa del più debole da senso di colpa tra fratelli, finisce con una caccia all'uomo e una emancipazione che illumina la morale, accarezzata da un pezzo originale [...] Vai alla recensione »
I fratelli Josh e Benny Safdie, sessant'anni in due, sono cineasti indipendenti con base a New York. È importante sottolineare "indipendenti" perché fanno un cinema che porta stampato il marchio "indie", anche se si distacca dall'aspetto ormai omogeneizzato delle produzioni americane off-Hollywood. Quest'anno il loro Good time è approdato direttamente in concorso a Cannes, poi si è visto a Locarno [...] Vai alla recensione »
Nell'agosto del 19z6 il famoso giornalista H.L. Mencken cenò insieme a Rodolfo Valentino e lo descrisse come un "gentiluomo", "consumato dal suo successo". Una settimana più tardi Valentino era morto, un divo cristallizzato per sempre nell'ambra. Ma ci sono sistemi meno drastici per uscire da una situazione del genere. Uno è svanire. Un altro è diluire la celebrità in qualche scandalo.
Bislacco, ma godibile dramma metropolitano, una storia di straordinario squallore, ben fornita d'ironia, dalla parte dei perdenti, nella New York dei bassifondi. Lo sbandato Connie rapina una banca col fratello ritardato Nick. Se l'uno se la svigna col grisbì, il deficiente, massacrato di botte, è arrestato. Meglio pagare la cauzione o farlo evadere dall'ospedale dov'è piantonato? Soluzione due, con [...] Vai alla recensione »
Parola d'ordine "ipercinetico". Good Time, che meglio sarebbe chiamare Real (fucking) Time, non si ferma mai: nottetempo un rapinatore dell'underground del Queens fallisce un colpo e "perde" il fratello minore ritardato che finisce in ospedale ingessato a mummia. Il giovane non si dà pace finché non si riprende il parente, facendo un'incursione intra-sanitaria.
Due tizi dal volto mascherato intimano alla cassiera della banca di consegnare il malloppo tramite bigliettino, Questa è una rapina, come nell'alleniano Prendi i soldi e scappa. Ma Good Time non è una commedia, semmai è l'ironica storia di una rapina destinata al disastro; o un'avventura all'ultimo respiro nella New York notturna e marginale dei Queens sulla spinta di una prioritaria urgenza affettiva; [...] Vai alla recensione »