Anno | 2020 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Canada |
Durata | 128 minuti |
Regia di | Kornél Mundruczó |
Attori | Vanessa Kirby, Shia LaBeouf, Ellen Burstyn, Molly Parker, Iliza Shlesinger Jimmie Fails, Domenic Di Rosa, Benny Safdie, Sarah Snook, Tyrone Benskin, Frank Schorpion. |
Uscita | mercoledì 5 maggio 2021 |
Tag | Da vedere 2020 |
Distribuzione | Lucky Red |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,66 su 30 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 6 maggio 2021
A seguito di un evento traumatico, Maya avverte su di sè una crescente pressione. Come deve reagire? Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar, Il film è stato premiato al Festival di Venezia, 1 candidatura a Golden Globes, 1 candidatura a BAFTA, 2 candidature a Satellite Awards, 2 candidature a Critics Choice Award, 1 candidatura a SAG Awards, In Italia al Box Office Pieces of a Woman ha incassato nelle prime 8 settimane di programmazione 252 e 147 nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Nonostante la madre sia contraria, Martha sceglie di partorire in casa, assistita dal compagno Sean e dall'ostetrica Barbara. Quest'ultima però non riesce a raggiungerli durante il travaglio ed è rimpiazzata da Eva. Nonostante l'esperienza pluriennale e i modi rassicuranti dell'ostetrica, avviene qualcosa di imprevisto e la neonata muore, pochi minuti dopo il parto. Mentre Martha e Sean cercano di convivere con il dolore della perdita e provano a ripartire, la madre di Martha intende fare tutto quanto è in suo potere affinché Eva sia condannata per negligenza dall'opinione pubblica e da una corte giudiziaria.
Per anni Pieces of a Woman è stata una pièce in evoluzione, presentata in Polonia e scritta da Kata Wéber, autrice e partner del regista ungherese Kornél Mundruczó.
Finché quest'ultimo non l'ha trasformata nel suo primo lungometraggio girato in lingua inglese, una coproduzione tra Canada e Ungheria con un cast in prevalenza statunitense. L'ambientazione è divenuta Boston, nello stato del Massachusetts, luogo che a quanto pare - la memoria va a Manchester by the Sea - si accompagna al dolore più intenso e alla perdita irreversibile, incorniciata dal gelo invernale che ghiaccia le acque dell'oceano. L'iniziale scansione in due atti del lavoro teatrale si articola in un film dalla struttura più complessa, ma che ruota comunque attorno a due scene principali: il parto e la cena del Giorno del ringraziamento. È la prima delle due a catturare da subito l'attenzione del pubblico e a lasciare un segno indelebile sul piano emotivo. Mundruczó evita di ricorrere alla camera a mano e rende più fluido il pianosequenza che segue la coppia, dall'eccitazione per l'attesa iniziale al terrore dell'esito finale. La macchina da presa, memore della lezione di Cassavetes, si incolla ai volti dei personaggi, in particolare a quello della protagonista Vanessa Kirby, per carpire ogni sussulto e ogni reazione a eventi che, dopo una tragedia come quella avvenuta, sembrano non avere più alcuna importanza. La piccola Yvette resta al mondo solo per pochi minuti, ma con la sua assenza riempie e sconquassa le vite di Martha, di Sean e della famiglia di lei. Gli equilibri faticosamente raggiunti vanno in frantumi, in cerca di una nuova configurazione sensata, mentre si acuisce la contrapposizione tra il carattere della figlia - consapevole che non esistono compensazioni per quanto avvenuto - e quello della madre - sopravvissuta all'Olocausto quando era ancora bambina e incapace di accettare ogni forma di rassegnazione di fronte a un destino avverso.
Raccogliendo le esperienze personali e quelle di madri colpite da questa forma di tragedia, Mundruczó e Wéber riescono a rendere credibile e toccante in ogni suo aspetto, anche minimo e all'apparenza insignificante, la vicenda di Martha e il divario incolmabile tra l'identità di un individuo e di una coppia prima e dopo aver subito un trauma simile. Muovendosi su un terreno quanto mai sensibile, riescono a realizzare un dramma umano di rara intensità, che prova a interrogarsi su come sia possibile sopravvivere a una tragedia e quale sia il prezzo da pagare per poter rinascere. Produce (e benedice) Martin Scorsese, già con Burstyn in Alice non abita più qui, mentre partecipa in qualità di attore Benny Safdie (Good Time, Diamanti grezzi), uno dei registi protagonisti della scena newyorchese di inizio millennio.
Kornél Mundruczó è un regista ungherese che gira film insieme alla compagna Kata Wéber In qualità di sceneggiatrice. “Pieces of a Woman” è una pièce teatrale in due atti, che il regista ha trasformato in lungometraggio. La vicenda - ispirata a un'esperienza simile vissuta da Wéber e Mundruczó - è ambientata a Boston [...] Vai alla recensione »
In Pieces of a Woman la prima mezz’ora è di quelle che prendono alla gola: girato con lunghi piani sequenza che l’interpretazione della Kirby rende assolutamente credibili, quell’incipit sarà l’antefatto del progressivo e inesorabile sgretolamento della coppia. Ma un po’ anche del film, che inizia a inanellare una serie di elementi probabilmente reali che [...] Vai alla recensione »
Rari sono i momenti in cui nei primi trenta minuti di un film si riesce a provare un’emozione così forte e Vanessa Kirby che interpreta una giovane puerpera, Martha, in Pieces of woman, ci mostra senza troppe mezze misure, il viaggio in caduta libera nel suo dolore incipiente. Eppure questa pellicola ci inganna: inizialmente, prevale la felicità, l’allegria dinanzi al parto [...] Vai alla recensione »
Martha e Sean Carson, giovane coppia di Boston, stanno per avere una bambina con un parto in casa, guidati al telefono da un'ostetrica confusa e agitata. Appena nata, la piccola muore e comincia co- sì un'odissea lunga un anno per Martha, che deve attraversare il proprio dolore e al contempo gestire le difficili relazioni con il marito e la dispotica madre, oltre che confrontarsi in tribunale con l'ostetric [...] Vai alla recensione »
Martha (Vanessa Kirby) sta per partorire e ha deciso di far nascere sua figlia in casa. Una scelta di libertà, anticonvenzionale ma neanche troppo, contrastata da sua madre (Ellen Burstyn) ma amorevolmente condivisa da suo marito Sean (Shia Labeouf). Purtroppo c'è un piccolo intoppo: l'ostetrica di fiducia di Martha non riesce ad arrivare in tempo e manda una sostituta, una gentile sconosciuta di cui [...] Vai alla recensione »
Ci sono due piani sequenza che tolgono il fiato in Pieces of a Woman. Il primo dura 23 minuti, è collocato all'inizio del film, prima dei titoli di testa, e vede in scena un uomo, una donna e un'ostetrica alle prese con l'ansia, la gioia e il dolore di un parto. Il secondo si colloca invece nella seconda parte del film e riunisce tutti i personaggi in un'elegante villa bostoniana per un pranzo di [...] Vai alla recensione »
Settembre, ottobre, dicembre, marzo... Autunno, inverno, primavera. Ma in Pieces of a Woman, questo calendario, i mesi, le stagioni, l'immagine ritornante di Boston (il film è stato in realtà girato a Montreal) e di ponti reali o simbolici, caduti, da costruire, da osservare e immaginare, non sono soltanto la scansione del tempo del dolore, la sua storia, la sua cadenza, bensì la costruzione di uno [...] Vai alla recensione »
Dopo la lunga dieta leggera (eufemismo) imposta dalle piattaforme, ecco finalmente un film che affronta il peso della vita senza cercare scorciatoie o semplificazioni. Anzi aggiungendo complessità a complessità col passo fermo di chi non esibisce lo stile ma lo scioglie in racconto. Primo titolo americano dell' ungherese Kornél Mundruczó, classe 1975, che lo ha scritto con sua moglie Kata Wéber (c' [...] Vai alla recensione »
Ignorate il titolo un po' imbarazzante, che ricorda i film di Lifetime. In Pieces of a Woman, ritratto di disintegrazione di una persona e del suo processo di guarigione per provare a tornare alla normalità, ci sono tre ragioni per cui prestare attenzione a questa entrata in ritardo nella lotteria stagionale "bella gente che soffre". (È uscito nei cinema USA ed è in streaming su Netflix dal 7 gennaio.) [...] Vai alla recensione »
Al cinema, sul grande schermo, era una scena fin troppo realistica. Una donna decide di partorire in casa, la levatrice non arriva e manda una sostituta mai vista prima, la situazione si complica e forse servirebbe l' ospedale. Dura una mezz' ora, con dovizia di particolari. Sequenza girata benissimo, bisogna riconoscerlo, con tutta la confusione, la paura, le incertezze su come comportarsi, il terrore [...] Vai alla recensione »
Tra le novità più attese su Netflix di questo inizio del 2021, c'è indubbiamente «Pieces of a Woman», esordio in lingua inglese del regista ungherese Kornél Mondruczó.Al centro della trama c'è una giovane coppia che sta aspettando la nascita della prima figlia. Al momento del parto, però, le cose non andranno per il verso giusto.Il regista ha sottolineato come questo film, realizzato insieme alla moglie, [...] Vai alla recensione »
In Pieces of a woman, il bellissimo film dell'ungherese Kornél Mundruczó presentato in concorso all'ultimo festival di Venezia, Martha è protagonista di una tragedia devastante. Quando il film non è ancora a metà ci si chiede come Martha possa andare avanti con quello che le è capitato. Sarà proprio lei a darci la risposta verso il finale, dopo averci tenuto a lungo a debita distanza.
La notizia dell' acquisto Netflix l' ha comunicata - sapientemente - il 12 settembre, quando cioè Vanessa Kirby ha vinto la Coppa Volpi alla Mostra del cinema di Venezia proprio per Pieces of a Woman - anche se il personaggio del desiderio rivoluzionario che incarna in A World to Come di Mona Fastvold, anch' esso nel concorso veneziano, è assai più affascinante.
Il dolore, al cinema, è stato raccontato in vari modi e forme, tanto che, raramente, si rimane davvero colpiti dall' ennesima tragedia che si abbatte addosso al protagonista di turno, sul grande (o piccolo) schermo. Davanti, però, alla messa a nudo del dramma vissuto da una madre che, dopo aver partorito e abbracciato, per pochi secondi, la sua neonata, la vede morire impotente, non si può restare [...] Vai alla recensione »
Arriva direttamente su Netflix, dopo il passaggio in concorso alla 77a Mostra del Cinema di Venezia, Pieces of a Woman. Arriva col battage pubblicitario della piattaforma streaming e con ambizioni da Oscar, almeno per la sua protagonista Vanessa Kirby (già vincitrice della Coppa Volpi al Lido); il passaggio a partire da fine dicembre in poche sale americane permette infatti al film di Kornél Mundruczó [...] Vai alla recensione »
Non sono i cuori a stabilire quanto dura un amore. Forse, talvolta, nemmeno a dire se sia vero amore. È dunque mortale un sentimento, verrebbe da chiedersi e la risposta sarebbe affermativa dal momento che la fine scioglie tutto, anche da una prospettiva religiosa. Tuttavia, capovolgendo la domanda in una chiave diversa, se cioè una morte può soffocare un affetto, il tema è più dibattuto.
"Pieces of a woman", presentato allo scorso Festival di Venezia e con Scorsese tra i produttori, è un film che racconta, con devastante autenticità, una tragedia come quella del lutto neonatale. La storia è reale, in quanto vissuta proprio dalla coppia autrice del film: la sceneggiatrice Kata Wéber e il marito, Kornél Mundruzkó, regista ungherese al suo prima lungometraggio in inglese, attraverso [...] Vai alla recensione »
Pieces of a Woman, pezzi di una donna. Di più donne: i frammenti di un discorso interrotto, frainteso, amaro sulla maternità e sul femminile compongono lo specchio crepato in cui si riflettono i volti di Martha, Elizabeth e Eva. La prima (Vanessa Kirby, Coppa Volpi a Venezia 2020 per una prova viscerale che echeggia la Gena Rowlands cassavetesiana) sfugge alla necessità di affrontare i postumi emotivi [...] Vai alla recensione »
Pieces of a woman è un processo, una confessione, una catarsi autobiografica, un saggio su cosa tiene insieme -coppia, famiglia, individuo- e cosa disfa, disperde, rende irreparabile. La stessa forma, e formalizzazione, del racconto in immagini avviene per analogie, per corrispondenze che dispiegano un tessuto di simboli -e sulla stessa scia della narrazione, che si vuole interpretativa, ricorderemo [...] Vai alla recensione »
Pezzi di donna. A dire il vero sono tante le donne di cui Mundruczó, nel suo primo film anglofono, tratto dalla pièce della compagna Kata Weber, racconta le fratture: c'è Yvette, primogenita di una coppia mal assortita di Boston, morta a pochi minuti dal parto, i cui resti diventano, sadicamente, campo di battaglia familiare; c'è Elizabeth, matrona sopravvissuta all'olocausto, nonna di Yvette, incapace [...] Vai alla recensione »
È lo squarcio del corpo - e dell'anima - di una donna, il film drammatico di produzione canadese-ungherese Pieces of a Woman, candidato al Leone d'oro della 77ma Mostra del cinema di Venezia. Diretto dal regista magiaro Kornél Mundruczò (vincitore nella sezione Un certain Regard di Cannes per White God), è interpretato dalla bellissima londinese Vanessa Kirby (alias principessa Margaret nelle prime [...] Vai alla recensione »
Un sontuoso banchetto di nozze in una villa, un colpo di stato e l'irruzione dei rivoluzionari nell'alta società. Quello di Franco è un Messico distopico e ferino, un mondo marcio non così distante dalla lacerata realtà della nazione. In questo quadro di primordiale feudalesimo si mette in scena una lotta di classe ridotta ai minimi termini che condurrà a un ordine solo ironicamente nuevo, perché la [...] Vai alla recensione »
Non si fa fatica a immaginare registi come Norman Jewison o Sidney Lumet dirigere un film su una giovane coppia in attesa (Vanessa Kirby e Shia LaBeouf) che dopo la tragedia decide di portare in tribunale la loro ostetrica (Molly Parker). Ma invece di concentrarsi sul processo il regista ungherese Kornél Mundruczó ha scelto di puntare l'attenzione su marito e moglie, devastati dall'esperienza vissuta, [...] Vai alla recensione »
Martha (Vanessa Kirby) e Sean (Shia LaBeouf) sono una coppia come tante altre, nell'attesa della loro prima figlia. All'inventario familiare non manca nulla: la cameretta è pronta, le fotografie stampate e appese alle pareti, la tradizionale monovolume acquistata. Qualcosa però va storto. Durante un travaglio difficile, la bambina perde la vita dopo pochi secondi, il motivo rimane ignoto.
La trasferta Usa dell'ungherese Mundruczó finisce a Boston, dove Martha (l'ottima Vanessa Kirby) attende con Sean la nascita della loro prima bambina. Ma qualcosa va storto nel parto domiciliare, la neonata muore, la coppia va in crisi e Sean - inviso dalla perfida suocera (Ellen Burstyn) - abbandona la città. Tra elaborazioni del lutto, conflittualità di classe (Sean è un operaio in un ambiente intellettu [...] Vai alla recensione »
Un inverno freddo, freddissimo a Boston. Martha e Sean hanno deciso di far nascere la loro figlia in casa. Lui vuole sbrigarsi a costruire il ponte della città affinché la figlia sia la prima ad attraversarlo. Ma a volte, come dirà lui stesso, i ponti crollano senza alcuna spiegazione. Così la notte del parto una serie di imprevisti fanno in modo che la neonata muoia tra le braccia di Martha.
La trasferta Usa dell' ungherese Mundruczó finisce a Boston, dove Martha (l' ottima Vanessa Kirby) attende con Sean la nascita della loro prima bambina. Ma qualcosa va storto nel parto domiciliare, la neonata muore, la coppia va in crisi e Sean inviso dalla perfida suocera (Ellen Burstyn) abbandona la città. Tra elaborazioni del lutto, conflittualità di classe (Sean è un operaio in un ambiente intellettuale [...] Vai alla recensione »
Non si può fare contemporaneamente John Cassavetes e Douglas Sirk. Stilisticamente, due mondi opposti, anche se empaticamente erano molto simili, capaci di entrare dentro la testa, il cuore, le sofferenze e i disastri delle persone e di trasmetterli agli spettatori. Ma la loro maniera di fare cinema era distante anni luce e, anche se siamo in piena era di commistioni e contaminazioni, una strada bisogna [...] Vai alla recensione »
Spudorato? Probabilmente sì. Sfiancante? Certo non aiuta in apertura il travaglio ripreso in un lunghissimo e magari disturbante piano sequenza. Fin troppo simbolico con tutte quelle mele che germogliano, i cani fuori posto, i ponti che cedono? D'accordo. Isterico? Asfissiante? Ridondante? Sarà. Tutto condivisibile e, va bene, la finezza non appartiene a Kornél Mundruczó, figuriamoci se gli interessa [...] Vai alla recensione »
In concorso a Venezia 77, Pieces of a Woman, primo film in terra americana (è girato in Canada) dell'ungherese Kornél Mundruczó, inizia in maniera promettente, come d'altronde spesso gli capita. Si vede uno Shia LaBeouf super-barbuto, in tuta da lavoro, intento a costruire un ponte mentre dialoga in maniera veemente e vivace con dei colleghi. Dura poco questo momento, ma abbastanza da far venire subito [...] Vai alla recensione »
Nella realtà un travaglio di 24 minuti sarebbe una gran fortuna, in un film, per di più raccontato con un solo piano sequenza, pare interminabile, contrazioni, spingi forte, vomito, respira a fondo, cacca, sangue, doglie, sei centimetri, il battito del cuore, paura, odio, un dolore insopportabile, la testolina che appare. Tra la cucina e la vasca da bagno e il letto, con l'ostetrica tra le gambe e [...] Vai alla recensione »
Il film di Kornél Mundruczo hanno creato grande interesse e raccolto premi fin dall' esordio Delta al più recente White Dog complesso e durissimo scenario contemporaneo dove non manca di avere un preciso riferimento una Budapest desolata e assediata dai cani randagi, così come da una ferocia incontrollabile. Film ispirato all' umanesimo di Coetzee, ci raccontava, contro le discriminazioni di qualunque [...] Vai alla recensione »