Agadah

Film 2017 | Avventura, +13 126 min.

Regia di Alberto Rondalli. Un film Da vedere 2017 con Nahuel Pérez Biscayart, Pilar López de Ayala, Jordi Mollà, Caterina Murino. Cast completo Genere Avventura, - Italia, 2017, durata 126 minuti. Uscita cinema giovedì 16 novembre 2017 distribuito da Amor Film. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,11 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 11 dicembre 2023

Liberamente tratto dal celebre "Manoscritto trovato a Saragozza" di Jan Potocki, il film è una rilettura di uno dei grandi classici della letteratura europea. Ha vinto un premio ai Nastri d'Argento, Il film ha ottenuto 1 candidatura a David di Donatello,

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Consigliato sì!
3,11/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA 2,88
PUBBLICO 3,44
CONSIGLIATO SÌ
Un film dalla grande fascinazione e dalla tessitura delle immagini sontuosa.
Recensione di Paola Casella
lunedì 13 novembre 2017
Recensione di Paola Casella
lunedì 13 novembre 2017

Il capitano delle Guardie vallone Alfonso van Worden intraprende un viaggio iniziatico che durerà dieci giorni e che lo porterà ad incontrare innumerevoli personaggi - due cugine musulmane, un eremita, un inquisitore, un fratello e una sorella cabalisti, un gruppo di gitani, un matematico, scheletri e fantasmi, spose celesti ed ebrei erranti, demoni e dioscuri- che a loro volta hanno infinite storie da raccontare, ognuna delle quali apre la porta ad ulteriori livelli di conoscenza, così come ad ulteriori piani di narrazione. Ma a ben guardare il narratore è unico, e muove le fila di tutti i suoi personaggi non raccontando altro che se stesso: a dichiararlo è una frase all'inizio del film, tratta da quel Manoscritto trovato a Saragozza dello scrittore polacco Jan Potocki cui Agadah (termine cabalistico che significa "narrare) è liberamente ispirato.

Una sfida non da poco quella con cui si confronta Alberto Rondalli, regista, sceneggiatore e montatore di Agadah: una costruzione a scatole cinesi raccontata in tre lingue (italiano, spagnolo e francese) e interpretata da un cast di diverse nazionalità (da quanto tempo un regista italiano non faceva recitare i suoi attori stranieri nella nostra lingua?).

Alfonso van Worden vive un eterno presente fatto di sogni e visioni, avventure picaresche e trasgressioni licenziose, entrando e uscendo da svariati stati di coscienza, attraversando la Storia e la Geografia, circondandosi di specchi e doppi che lo riflettono nelle sue poliedriche valenze.

Le ricostruzioni d'ambiente sono eccezionali (scenografie di Francesco Bronzi, costumi di Nicoletta Taranta) così come eccezionali sono le interpretazioni di un cast che spazia dall'argentino Nahuel Pérez Biscayart (già protagonista di 120 battiti al minuto) agli spagnoli Jordi Mollà e Pilar López de Ayala, dal ceco Ivan Franek agli italiani Alessio Boni, Valentina Cervi, Caterina Murino (mai stata così bella), Flavio Bucci, Alessandro Haber e Umberto Orsini, per citare solo qualche nome. In Rondalli c'è l'aspirazione a trasformare in cinema un classico della letteratura europea che aveva il respiro cosmopolita delle infinite contaminazioni e dominazioni straniere, e che raccontava il trasferimento delle conoscenze come il passaggio di un testimone fra le mani di pochi cercatori illuminati. Il viaggio di Alfonso è visivamente incantevole, e ha sullo spettatore un effetto ipnotico. Meno riuscita è invece la stratificazione identitaria del protagonista, perché è difficile per lo spettatore sovrapporre le innumerevoli vicende narrate a formare un'immagine sola, come proponeva il Manoscritto.

L'impresa di replicare la complessità del testo di Potocki e restituirne filmicamente i vari livelli di lettura fa pensare, per potenza evocativa delle immagini, a Il mestiere delle armi o al Racconto dei racconti, ma non ha la lucidità del messaggio di Olmi, né l'efficacia olistica della struttura narrativa di Garrone. È comunque assai piacevole lasciarsi trascinare nel delirio onirico di van Worden, inseguire le sue chimere, farsi sedurre dall'eterno femminino, e sorridere dell'ironia con cui Rondalli rende meno ostica la lettura delle innumerevoli vicende narrate. Agadah ricorda di essere un "trattatello sulle soddisfazioni ammissibili" nella vita di un uomo sempre chiamato a fugare i dubbi degli altri sul proprio coraggio (anche quello di vivere).
Le musiche di Alessandro Sironi corrispondono allo spirito di ciascun episodio narrato, gli effetti speciali sono raffinati nella loro artigianalità, i riferimenti al rapporto ambivalente fra cristianità e islamismo si rivelano assolutamente attuali, così come il legame perverso fra scrupoli e rimorsi. Agadah non è di facile comprensione e manca il bersaglio nel "sommare le varie storie contenute nella mente di un solo narratore", ma la sua fascinazione resta grande e la tessitura delle immagini sontuosa. E l'ambizione di un regista italiano rigoroso e visionario nel confrontarsi con la complessità dello scibile e dell'animo umani merita tutta l'attenzione del pubblico italiano abituato a pensare in piccolo, e ad accontentarsi di (troppo) poco.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
martedì 21 novembre 2017
Flyanto

 Liberamente tratto dall'opera letteraria "Manoscritto Trovato a Saragoza" dello scrittore polacco Jan Potocki, "Agadah" del regista Alberto Rondalli è un film in cui si racconta di un viaggio, chiaramente simbolico, nel corso del quale il protagonista fa la conoscenza di numerosi personaggi. L'uomo in questione è un nobile cavaliere vallone che, [...] Vai alla recensione »

lunedì 20 novembre 2017
loland10

Agadah (2017) è  il quinto lungometraggio del regista lecchese Alberto Rondalli.  Film di lungaggine verbosa e di bellezza ignota, di schematismo recitativo e di spazialità ammirevole: come un planisfero girevole..un giorno per dieci per raccontare un cammino lungo e tortuoso mentre il sonno nell'alta Murgia prende il sopravvento.

lunedì 20 novembre 2017
opidum

Bel film in costume con attori in stato di grazia. se vi è piaciuto "il racconto dei racconti"  questo film fa per voi.

lunedì 20 novembre 2017
ROSMERSHOLM

Agadah è un film singolarissimo, difficile da raccontare tanto è complesso l'intreccio di storie ed avventure. Ma che restituisce allo spettatore il gusto ed il piacere del racconto come affabulazione e fantasia. Da vedere...

domenica 19 novembre 2017
je

Ho atteso molto l'uscita di questo film e devo dire che non ha deluso le mie aspettative. La storia la si conosce ma devo dire che montarla a parer mio non dev'essere stato affatto semplice anche perché in alcuni pezzi le storie si intrecciavano una con l'altra. In conclusione ho trovato la fotografia e i costumi molto suggestivi che ci hanno aiutati ad entrare ancora più nella vicenda.

venerdì 17 novembre 2017
cinzia70

Il film mi è piaciuto tantissimo, è talmente ricco di storie così lontane da quotidiano che ti lasci trasportare e affascinare, in senso affabulatorio. La fotografia mi ha spiazzato, stupenda, così come le location, le ricostruzioni degli interni e i costumi, un incanto. E poi ho apprezzato il cast degli attori e il lavoro fatto su di loro. Lo consiglio

venerdì 17 novembre 2017
Daniele

Alberto Rondalli vince una sfida con sé stesso regalandoci un bellissimo film da vedere e rivedere. 

giovedì 16 novembre 2017
Cinepiero

Film bellissimo, coinvolgente ed originale.

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
giovedì 16 novembre 2017
Roberto Nepoti
La Repubblica

Viaggio iniziatico del capitano vallone nell'altopiano delle Murge Nel 1734 Alfonso van Worden, capitano delle guardie vallone, decide di attraversare l'altopiano delle Murge per raggiungere Napoli e il suo reggimento. Per lui ha inizio una serie d'incontri affascinanti e spaventosi: le due principesse di Tunisi, che lo seducono, l'Ebreo Errante, impiccati, zingari, spettri.

giovedì 16 novembre 2017
Massimo Bertarelli
Il Giornale

Ambizioso e a suo modo affascinante melò in costume (e spesso anche senza) diretto da un regista italiano, Alberto Rondalli. Un dramma a mezza via tra Decamerone e Don Chisciotte, tratto da un romanzo e girato in gran parte in Puglia e Basilicata. Ambientato tra Settecento e Ottocento, narra le avventurose peripezie di due cavalieri, un polacco e un vallone, con incontri ora spaventosi ora seducenti. [...] Vai alla recensione »

giovedì 16 novembre 2017
Francesco Alò
Il Messaggero

Edizione straordinaria: è appena uscito nelle nostre sale un interessante e assai peculiare adattamento italiano del libro di culto Manoscritto trovato a Saragozza firmato Jan Potocki. Il romanzo, pubblicato nel 1805, fu capace di giocare con vari generi letterari, dal picaresco al racconto del terrore. Il film in costume di Rondalli è realizzato con un'ammirevole energia produttiva (era già bello [...] Vai alla recensione »

giovedì 16 novembre 2017
Silvio Danese
Quotidiano Nazionale

Armi e fanciulle, mostri e cabala, gitani e scheletri, tante storie una nell'altra ossessionano notti e veglie del viaggio del capitano vallone van Worden, sogno o realtà tra Calderon e Borges. Con questa traduzione dell'ingannevole e famoso "Manoscritto trovato a Saragozza" (1814) di Potocki un cineasta appartato, sensibile, fuori norma, non ignaro del maestro De Oliveira, ci accompagna in un suo [...] Vai alla recensione »

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