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Ultimo aggiornamento mercoledì 16 marzo 2016
Dopo Like Father, Like Son (Premio della Giuria a Cannes) e Nobody Knows (Premio Miglior Attore a Cannes) Kore-Eda Hirokazu ritorna con un altro sensibile e poetico racconto di amore sui legami familiari. Il film ha ottenuto 2 candidature a Asian Film Awards, In Italia al Box Office Little Sister ha incassato 191 mila euro .
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Nella cittadina di Kamakura vivono tre sorelle (Sachi, Yoshino e Chika) il cui padre le ha lasciate da 15 anni per iniziare una nuova convivenza. In occasione del suo funerale le ragazze fanno la conoscenza della sorellastra adolescente Suzu che accetta volentieri l'invito ad andare a vivere con loro.
Hirokazu Kore-eda in questa occasione ha avuto come punto di riferimento la graphic novel "Umimachi's Diary" di cui ha conservato l'impianto di fondo riservandosi però, con il consenso dell'autore Yoshida Akimi, la più ampia libertà di rilettura. Ha così focalizzato il racconto non solo sulla giovanissima Suzu ma anche sulla più adulta delle sorelle, Sachi.
Con la sensibilità che lo contraddistingue entra in questo universo femminile in punta di piedi ma la sua attenzione nei confronti delle protagoniste sa leggere dentro i tormenti che il tempo talvolta lenisce e talaltra rende più acuti e dolorosi.
Il sorriso di Suzu nasconde risentimenti che solo un'occasionale ubriacatura rende espliciti mentre l'apparente rigidità di Sachi trae origine non solo dall'abbandono paterno vissuto ad un'età in cui era presente la consapevolezza di quanto stava accadendo ma anche dal conflitto con l'irrisolta figura materna nei confronti della quale prova un sentimento di rifiuto. Da infermiera, tenuta al contempo a non farsi troppo coinvolgere dalle morti dei pazienti ma anche incapace di accettarle come routine professionale, Saichi cerca di proteggere le sorelle e se stessa dai sentimenti che vede come un pericolo a causa della loro instabilità e del dolore che possono procurare agli altri. In un liquore di prugne fatto in casa finisce con il condensarsi quasi simbolicamente il senso del film. Il passare del tempo ne modifica il sapore e la trasparenza. È quanto accade a molti di noi con sentimenti che ritenevamo a torto immutabili e che invece si trasformano sia in senso positivo che negativo.
L'indumento offerto alla sorella più liberata così come il kimono d'estate regalato alla sorella acquisita diventano allora per Sachi segni di una possibile riapertura al sentire sempre meno vincolata a un passato di profonda sofferenza. Grazie anche a Suzu, ancora capace di farsi travolgere dalla bellezza dei ciliegi in fiore.
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Little Sister (2015) di Hirokazu Kore-Eda Mi chiedo prchè uno debba rivolgersi al Giappone per vedere un film di questa delicatezza. All'uscita gli occhi di tutto il pubblico erano commossi. I maschi in difficoltà , le donne tutte a ravvivarsi i capelli, a sfiorarsi le frangie e cosi' via. Vabbè. La trama non è niente di che. La vita quotidiana di alcune giovani sorelle in un Giappone di [...] Vai alla recensione »
Nel panorama e nella gran quantità dei cinepanettoni natalizi, esce nello stesso periodo questo piccolo gioiello di film giapponese intitolato "Little Sister". Come si evince, appunto, dallo stesso titolo, la storia narra di tre sorelle le quali nel corso del funerale del proprio padre incontrano e vengono a conoscenza di una loro quarta sorella adolescente che il defunto genitore [...] Vai alla recensione »
Come la stilizzazione rituale possa farsi veicolo dei sentimenti più autentici, non loro negazione ma semmai, addirittura, amplificazione, è cosa difficile da comprendere per noi occidentali. Ci insegna molto, senza parere, sulla cultura, sul modo di intendere la vita giapponese il film di Hirokazu Kore-Eda, su come anche il cibo (si mangia molto in questo film), su come il gusto dei [...] Vai alla recensione »
Dopo la visione del film, due sere fa, volevo scrivere "Sembra un cartone trasformato in film" nella recensione; gli ho soltanto assegnato le meritate 5 stelle. Non avevo letto niente, ora che l'ho fatto, apprendo che è proprio così. Ma il regista è stato davvero abile a far scorrere immagini godibilissime in forma di cinema dalla graphic novel: leggerezza, a volte [...] Vai alla recensione »
Hirokazu Kore-eda traspone in modo libero, previo consenso dell'autore Yoshida Akim,i la graphic novel "Umimachi's Diary". Conservandone sì l'impianto di fondo ma dando maggiore peso alla prima delle tre sorelle, oltre alla protagonista Suzu.Nella cittadina di Kamakura vivono Sachi, Yoshino e Chika. Tre sorelle abbandonate da 15 anni dal padre prima, che ha intrapreso nel frattempo altre 2 relazioni, [...] Vai alla recensione »
Il regista di "Father e Son" è tornato, e Cannes -penso per la seconda volta di seguito- gli ha aperto le porte del concorso. La tematica continua a essere la famiglia, come nucleo biologico ed affettivo che si (ri)costituisce o tenta di farlo, partendo dall'accoglienza che si riserva ad una ragazza più giovane delle tre (co)protagoniste. Ma, (neanche tanto) paradossalmente, il film -dopo una prima [...] Vai alla recensione »
Tre sorelle anzi quattro ai tempi della disgregazione/trasformazione della famiglia Giapponese nel terzo millennio (l'ultima, sorella solo per metà è "imbarcata" appena adolescente e appena conosciuta dopo la morte del loro padre). Raccontandoci la vita, le difficoltà, le gioie, le sofferenze e gli amori delle sorelle,Hirokazu seziona la società Giapponese [...] Vai alla recensione »
Una poesia tradotta in film!
Tre sorelle si recano al funerale del padre che da anni ormai si era costruito una nuova vita e scoprono di avere un'altra sorella che inviteranno a vivere con loro. Un film delicato e molto interessante in cui Kore-Eda ci racconta la quotidianità di quattro donne alle prese con le gioie i dolori i problemi insomma con la quotidianità.
Il film è delizioso e garbato. Il contesto familiare evoca la profondità dei buoni sentimenti che hanno il potere di rendere sopportabili i dolori, presenti, senza essere drammaticamente enfatizzati. Le tonalità dei colori, nella gradazione del grigio alternato al nero, si accordano alla gamma cromatica delle emozioni, sfumate, ma intense e profonde.
Una famiglia da poesia pura, luogo di affetti e accudimenti. Tre sorelle vivono nella grande casa di famiglia a Kamakura Il padre, sparito 15 anni prima, muore e le tre sorelle decidono di partecipare al funerale. Lì, conoscono la sorellastra, una ragazzina tredicenne rimasta sola Le sorelle capiscono di essere i soli parenti dell'adolescente e decidono di portarla con loro, ospitarla [...] Vai alla recensione »
Una perla di rara bellezza, piena di delicatezza e poesia.
Benché in pochi possano ambire a un simile paragone, la definizione di "erede contemporaneo di Ozu" sta persino stretta a Koreeda Hirokazu. Autore di quindici film, distribuiti tra documentari e lavori di finzione, il cinquantatreenne regista nipponico pare quasi un indolente nell'ambito della cinematografia giapponese, popolata da workaholic da due titoli all'anno come Sono Sion o Miike Takashi.
Uscirà nelle nostre sale il 1°gennaio, però vale la pena di segnalarlo già da ora a chi, satollo di battaglie spaziali e commedie natalizie, vorrà disintossicarsi dopo Capodanno con un fihn intimo, delicato e depurato da qualsiasi schematismo di "genere". Tratto dalla graphic novel Umimachi Diarj e presentato in concorso a Cannes, Little sister comincia con un funerale: quello del padre di tre sorelle [...] Vai alla recensione »
Delicato e struggente melò, un Piccole donne alla giapponese. È la storia di tre ragazze che al funerale del padre, sparito quindici anni prima, conoscono la sorellastra tredicenne. Pronta a lasciare la campagna per trasferirsi da loro in città. Tutto qui, in un film fatto di grazia e poesia. Abituati a un cinema dove la parola plurizeta risuona di continuo, non par vero di sentire come massima imprecazione [...] Vai alla recensione »
Tre sorelle vivono nella grande casa di Kamakura. Il padre, che le aveva abbandonate quindici anni prima, muore e al suo funerale le donne incontreranno la sorellastra adolescente Suzu. Il feeling è immediato, tanto da imitare la ragazzina ad andare a vivere con loro. Ritorna il tema, a lui caro, della famiglia, nel nuovo film del regista giapponese.
Non è che ci piaccia la lezioncina del cinéfilo, però è utile ricordare che Hirozaku Kore-Eda è un regista giapponese che guarda ai classici del caposcuola Ozu rielaborandone il senso grazie a un blando cortocircuito con la realtà contemporanea. «Little Sister» si prende tutti i suoi tempi per favorire una visione serena ed empatica, svincolata in partenza dall'impazienza e la fretta che condizionano [...] Vai alla recensione »