paolo bisi
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lunedì 4 gennaio 2016
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il risveglio di star wars
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Dopo 10 anni è tornata la saga più amata della storia del cinema. Le mie aspettative, lo confesso, erano molto basse, soprattutto per il disprezzo e il poco interesse che nutro verso il cinema contemporaneo delle grandi case di produzione americane. Fin da bambino sono stato un fan assoluto della vecchia trilogia (in particolare del primo episodio del 1977), molto combattuto, a tratti deluso e infastidito invece nel giudicare gli ultimi tre film, utili si a completare l[+]
Dopo 10 anni è tornata la saga più amata della storia del cinema. Le mie aspettative, lo confesso, erano molto basse, soprattutto per il disprezzo e il poco interesse che nutro verso il cinema contemporaneo delle grandi case di produzione americane. Fin da bambino sono stato un fan assoluto della vecchia trilogia (in particolare del primo episodio del 1977), molto combattuto, a tratti deluso e infastidito invece nel giudicare gli ultimi tre film, utili si a completare la storia ma allo stesso tempo con troppo poco rispetto e chiarezza (tematica, tecnica, visiva) nei confronti del capolavoro da cui tutto ha avuto inizio. Dopo la visione del nuovo capitolo, penso che proprio questa sia la parola chiave: rispetto. Quello che hanno avuto Abrams e Kasdan per un film che non tornerà mai più (rendendosi bene conto che ogni tentativo di eguagliarlo sarà inutile), ma anche quello che negli anni '70 ha avuto lo stesso Lucas nei confronti del suo eroe, Akira Kurosawa (e il suo "La fortezza nascosta"), uno dei pochi veri maestri e l'uomo senza il quale non sarebbe mai esistito il cinema d'avventura e d'azione. I ragazzi di oggi dovrebbero vedere e conoscere i suoi film. Considerando l'attesa e la pressione era difficile spingersi molto più in là: gli autori hanno seguito la trama dell'episodio classico, inserendo ogni tanto elementi nuovi in cui sono sempre presenti i caratteri dei personaggi già conosciuti. Proprio loro, dopo una prima parte un pò troppo carica di sequenze d'azione (forse il difetto maggiore del film, ma credo che spiegherà varie cose dei capitoli successivi), tornano ad essere gli assoluti protagonisti, insieme ai due leggendari droidi e al Millennium Falcon. Quelli sono i momenti per cui vale la pena di andare al cinema, sognando ancora a tratti come più di 30 anni fa, dimenticando personaggi deboli come Qui-Gon Jinn, Jar Jar Binks, Mace Windu e il senato di Coruscant. I nuovi protagonisti portano qualcosa di nuovo, ricordando sempre però, in ogni loro frase e gesto, quelli dei primi tre film: su tutti spiccano la figura di Rey, un personaggio estremamente forte (come lo erano stati Luke e Anakin nelle loro prime apparizioni) e il nuovo droide BB-8 che dal basso osserva l'inarrivabile R2-D2. Dal punto di vista tecnico un applauso alla scelta di girare in 35mm e di non esagerare con gli effetti speciali. Ovviamente ognuno è libero di pensare la sua, ma credo siano state poste le basi per una trilogia superiore a quella di fine/inizio millennio. Superiore proprio per la scelta di cercare di innovare senza dimenticare, guardando dal basso verso l'alto un signore di nome George Lucas e il suo film perfetto. Parola di uno che il cinema commerciale lo segue poco e lo ama ancora meno. L'appuntamento è per il 24 Maggio 2017, solo allora torneremo nella galassia lontana lontana.
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cpettine
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martedì 5 gennaio 2016
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never ended story
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Guerre stellari è come una cometa, passa ogni venti anni: il primo film usci nel lontanissimo 1977, con un successo immediato e planetario, seguito in pochi anni da due episodi. Dopo un ventennio, a cavallo del nuovo secolo, nascono i “prequel”, una trilogia che racconta la galassia “prima” della storia originale, con un notevole intreccio di vicende e nuovi personaggi (non molto amati dai “puristi” del genere). Oggi, a quasi venti anni dal primo prequel l’industria (digitale) del cinema di fantascienza sforna il settimo episodio che continua la saga di Star Wars facendo “risvegliare” la forza. L’intento è manifesto: fare un film per i vecchi fan (ormai cinquantenni) facendo contestualmente nascere una nuova generazione di fan (probabilmente minorenni) e dare avvio alla moderna industria della guerra (stellare).
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Guerre stellari è come una cometa, passa ogni venti anni: il primo film usci nel lontanissimo 1977, con un successo immediato e planetario, seguito in pochi anni da due episodi. Dopo un ventennio, a cavallo del nuovo secolo, nascono i “prequel”, una trilogia che racconta la galassia “prima” della storia originale, con un notevole intreccio di vicende e nuovi personaggi (non molto amati dai “puristi” del genere). Oggi, a quasi venti anni dal primo prequel l’industria (digitale) del cinema di fantascienza sforna il settimo episodio che continua la saga di Star Wars facendo “risvegliare” la forza. L’intento è manifesto: fare un film per i vecchi fan (ormai cinquantenni) facendo contestualmente nascere una nuova generazione di fan (probabilmente minorenni) e dare avvio alla moderna industria della guerra (stellare). E come fare per rischiare il meno possibile? Fare un film identico all’originale, ovvero, parafrasando il Gattopardo, “se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”: quindi il cattivo è più alto o più giovane e più feroce (esplodono 5 pianeti al prezzo di uno), il buono è più vecchio, con l’androide più basso e l’astronave scassata (solo Chewbecca non invecchia mai, per via della folta peluria), il tutto condito da una marea di “trovate” che richiamano spudoratamente la vecchia serie (come il concerto jazz-marziano, o la sfida su passerella panoramica). Poche, anzi pochissime, le invenzioni veramente nuove, di “fanta-scienza” o di trama (memorabili, a dire il vero, le vecchie astronavi che spuntano dalla sabbia, come la statua della libertà nel “pianeta delle scimmie”). Un fan di Star Wars apprezzerà, e ricordando il passato si sentirà più giovane, un fan del cinema di fantascienza tout-cort un po’ meno.
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savross85
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martedì 5 gennaio 2016
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un bel reboot
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C'è un pianeta desertico che non si chiama più Tatooine, ma Jakka, un nuovo Impero che si chiama Primo Ordine, una Ribellione dal nome Resistenza: ed in più una Morte Nera che questa volta copre un intero pianeta, un altro cattivo mascherato dal nome Kylo Ren (meno affascinante di nonno Darth Fener), una eroina tosta, Rey (la vera sorpresa del film) che pilota il Millenium Falcon ed usa la spada laser da esemplare provetta ed un Stormtrooper di colore che ha voltato il suo ideale al bene. Molto simile all'episodio IV, in sostanza: quel Guerre Stellari del 1977, ribatezzato in seguito "Una nuova speranza", che fece appassionare e sognare milioni di spettatori di tutta la galassia.
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C'è un pianeta desertico che non si chiama più Tatooine, ma Jakka, un nuovo Impero che si chiama Primo Ordine, una Ribellione dal nome Resistenza: ed in più una Morte Nera che questa volta copre un intero pianeta, un altro cattivo mascherato dal nome Kylo Ren (meno affascinante di nonno Darth Fener), una eroina tosta, Rey (la vera sorpresa del film) che pilota il Millenium Falcon ed usa la spada laser da esemplare provetta ed un Stormtrooper di colore che ha voltato il suo ideale al bene. Molto simile all'episodio IV, in sostanza: quel Guerre Stellari del 1977, ribatezzato in seguito "Una nuova speranza", che fece appassionare e sognare milioni di spettatori di tutta la galassia. Ora la domanda che ci si pona è la seguente: dove finisce la passione per realizzare un nuovo capitolo della saga stellare più famosa del cinema, e dove comincia il business marcato Disney. Sembrerebbe che entrambe le cose coincidano: il pionerismo era già terminato con babbo Lucas, il quale fin dalla "MInaccia fantasma" del 1999 (primo capitolo della prequel-trilogia) aveva dimostrato, oltre a carenze di idee, una totale apatia nello sperimentalismo (nonostante in recenti interviste abbia affermato il contrario). Così la Lucasfilm, con esclusione proprio del suo fondatore, è passata alla Walt Disney Company. La quale, giustamente, dopo avere investito 4mila miliardi e passa di dolari per l'acquisizione del celebre marchio, si è messa subito al lavoro. Affidando la regia ad un appassionato di Star Wars, nonchè nuovo Re Mida dell'Hollywood post 2000: quel J.J. Abrhams che tanto aveva fatto bene con Star Trek. Ed intendiamoci: fa bene anche con Star Wars. Solo che non vuole aggiungere nulla, non vuole rischiare, lascia tutto ad un "sa già di già visto" (almeno per i fan della prima ora). Un reboot fatto e finito, ma realizzato bene. Tutto sembra essere addirittura voluto senza deviare da un dejavù: persino il rapporto padre-figlio, che tanto aveva entusisamto la vecchia trilogia.
Sono passati 32 anni da quando l'ultima Morte Nera è stata distrutta, e con essa il Malvagio Darth Vader, passato al bene grazie all'amore del figlio Luke, e il Malvagissimo (e non redento) Imperatore. Ma nonostante i 32 anni intercorsi, nulla sembra essere cambiato nella Galassia lontana lontana. Un nuovo Impero, che ora si chiama Primo Ordine, guidato da un fantomatico (e per ora Ologramma) Jedi oscuro dal nome Snoke, vuole ritrovare il Cavaliere Jedi Luke Skywalker, scomparso dalle scene dopo avere fallito l'addestramento di suo nipote Ben Solo, passato al Lato Oscuro (e quindi a leader di Primo Ordine). Sulle tracce di Luke si mette anche la Resistenza, capitanata dal Generale Leila Organa e dal sessantenne e sempre mitico Han Solo. Per trovare Luke (la cui location è inserita in una mappa elettronica) i nostri eroi passeranno da mirabolanti avventure. Basta questo? Sì. Probabilmente i più piccoli, che alla Disney si son detti (davvero a ragione?) "non guarderanno la vecchia trilogia", si divertiranno un sacco e tutto apparirà loro nuovo e meraviglioso. Per chi, come il sottoscritto, la vecchia trilogia la conosce parola per parola, il risultato finale sarà: mi sono divertito, e aspetto con ansia che con Episodio VIII si chiariscano molte cose.
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themaster
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sabato 6 febbraio 2016
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modesto.moscio.mediocre
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Che la saga di Star Wars abbia letteralmente ucciso senza pietà la nuova hollywood è risaputo,come è risaputo anche che ha sdoganato un modo molto particolare di fare blockbuster e di fare cinema regalando forti emozioni e un'universo composito ricchissimo di situazioni,personaggi e mondi memorabili se pur con i propri limiti.
Ora,la prima trilogia,a parte il mediocre Il Ritorno dello Jedi è veramente notevole,soprattutto L'Impero Colpisce Ancora che migliorava i difetti di Una Nuova Speranza e aggiungeva veramente tantissimo all'universo narrativo. La trilogia prequel,a parte un guardabile La Vendetta dei Sith è una delle cose più brutte che il cinema abbia partorito.
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Che la saga di Star Wars abbia letteralmente ucciso senza pietà la nuova hollywood è risaputo,come è risaputo anche che ha sdoganato un modo molto particolare di fare blockbuster e di fare cinema regalando forti emozioni e un'universo composito ricchissimo di situazioni,personaggi e mondi memorabili se pur con i propri limiti.
Ora,la prima trilogia,a parte il mediocre Il Ritorno dello Jedi è veramente notevole,soprattutto L'Impero Colpisce Ancora che migliorava i difetti di Una Nuova Speranza e aggiungeva veramente tantissimo all'universo narrativo. La trilogia prequel,a parte un guardabile La Vendetta dei Sith è una delle cose più brutte che il cinema abbia partorito. Dopo questa digressione più che necessaria è necessario anche specificare che Episodio VII non è un brutto film,anzi,a livello tecnico ha una bella fotografia,degli effetti speciali grandiosi,degli attori in parte e una regia più che degna da parte di un J.J.Abrams che tecnicamente è notevolmente superiore a Lucas.
Il vero problema di questo film è che non c'è anima,il tutto non è altro che un mezzo remake di Una Nuova Speranza che quando cerca di aggiungere qualcosa alla già vecchia formula lo fa male e quando cerca di ricordare e citare il passato lo fa in maniera troppo smaccatamente artificiosa,Il Risveglio della Forza è di base un film fan service,che punta a far bagnare il fan che si accontenta di vedere la solita cosa che ha già visto venti volte senza chiedersi nulla e senza ragionare un minimo su ciò che gli capita davanti,in Episodio VII in sostanza non c'è arte,nè voglia di fare qualcosa che abbia valenza in ambito cinematografico,ma l'unica cosa che si scorge è la pecunia,la Dea più subdola e spietata del mondo a cui fanno riferimento tutti gli ambiti lavorativi e non e,inutile dirlo il cinema in quanto arte dovrebbe fare del soldo un qualcosa di secondario,mentre in questa produzione tutto ciò che si scorge è la volontà di fare il compitino,così il fan urla e fanseggia come un gorilla,mentre chi come il sottoscritto che non è fan di nulla ma che al massimo apprezza qualcosa,non trova null'altro che un film modesto che tuttavia Abrams ha cercato di fare al meglio in quanto fan sfegatato di Guerre Stellari e secondo me anche questa sua eccessiva ammirazione per il brand lo ha portato a creare una sorta di giocattolino personale senza impegnarsi nel dare qualcosa di nuovo.
è ovvio che chi dice che il film è brutto,girato male eccetera,esagera perchè il film offre un buon intrattenimento,ma rimane lì nel suo piccolo,modesto,moscio a tratti e mediocre a conti fatti. Di sicuro non lo Star Wars che ci meritiamo. Voto 7/10
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miranbaricic
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domenica 21 febbraio 2016
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una nuova speranza?
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Parlare di un'opera come Star Wars non è per nulla facile, da grande fan della saga tuttavia ci proverò. Il film complessivamente è ben fatto, di certo: le inquadrature sono molto belle, e ben studiate, realizzate con gusto, e i personaggi di certo sono soddisfacenti e, a mio parere, lo è anche Kylo Ren, senza dubbio il personaggio che ai più ha fatto storcere il naso, ma che io ho gradito: molti non hanno apprezzato il suo essere così tanto in ombra di nonno Vader, e di essere tuttavia così distante dal somigliargli davvero; infatti Ren, in fin dei conti, è solo un fragile adolescente, con un forte complesso di inferiorità; manca della classe e del controllo di Vader, e questo gli dà tridimensionalità.
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Parlare di un'opera come Star Wars non è per nulla facile, da grande fan della saga tuttavia ci proverò. Il film complessivamente è ben fatto, di certo: le inquadrature sono molto belle, e ben studiate, realizzate con gusto, e i personaggi di certo sono soddisfacenti e, a mio parere, lo è anche Kylo Ren, senza dubbio il personaggio che ai più ha fatto storcere il naso, ma che io ho gradito: molti non hanno apprezzato il suo essere così tanto in ombra di nonno Vader, e di essere tuttavia così distante dal somigliargli davvero; infatti Ren, in fin dei conti, è solo un fragile adolescente, con un forte complesso di inferiorità; manca della classe e del controllo di Vader, e questo gli dà tridimensionalità. Anche gli altri personaggi sono piuttosto be riusciti, e nel complesso la formula della semplicità, eco della vecchia trilogia, funziona. Tuttavia non mancano delle pecche. Verso metà del film si comincia a sentire il peso della troppa azione, e si sente la mancanza dei dialoghi fra i personaggi, sulla Forza, su ciò che è successo, e su ciò che sta per accadere. Questo non tanto per una brama di sapere, quanto per il fatto che al film manca un equilibrio fra azione sfrenata e stasi. L'errore grande è stata forse la scena dei Rattar, assolutamente inutile, al punto di essere dannosa, superflua.
Ciò che però ha fatto più discutere è, tuttavia, la forte somiglianza con l'Episidio IV, già intuita dal trailer. Risulta davvero difficile dire se questo sia un richiamo consapevole o sia frutto di una scopiazzatura e di una sostanziale mancanza di idee. In ogni caso personalmente ne ho sentito il peso in maniera eccessiva, ed in certi casi questo fattore porta con sè pesanti cadute di stile. Non tutti sono d'accordo però.
Forse l'unico modo di capire e di giudicare il film è attenderne il prossimo capitolo, perciò ne sospendo il giudizio.
In ogni caso è un film godibile, e non ne sconsigli assolutamente la visione.
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mrfranktodd
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mercoledì 25 maggio 2016
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star wars: il tentato risveglio della forza.
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Star Wars. Già. Dopo 10 anni, da quando si è conclusa quella serie di mezze sciagure che erano i prequel, la saga va avanti (anche se non era necessario).
Luke Skywalker, dagli avvenimenti del sesto capitolo, non si è fatto più vedere. Il Primo Ordine è alla ricerca di un mappa che indica la collocazione del soggetto e lo stesso lo fa anche la Resistenza. Quando il "vice-comandante" Kylo Ren (chiamato dal sottoscritto "Kylo BipolaRen", poi capirete perché) viene a sapere tramite un omuncolo che la mappa è all'interno di un droide, mette a soqquadro il pianeta alla sua ricerca, fin quando Rey, la nuova Skywalker (credo?) lo trova casualmente in mezzo al deserto.
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Star Wars. Già. Dopo 10 anni, da quando si è conclusa quella serie di mezze sciagure che erano i prequel, la saga va avanti (anche se non era necessario).
Luke Skywalker, dagli avvenimenti del sesto capitolo, non si è fatto più vedere. Il Primo Ordine è alla ricerca di un mappa che indica la collocazione del soggetto e lo stesso lo fa anche la Resistenza. Quando il "vice-comandante" Kylo Ren (chiamato dal sottoscritto "Kylo BipolaRen", poi capirete perché) viene a sapere tramite un omuncolo che la mappa è all'interno di un droide, mette a soqquadro il pianeta alla sua ricerca, fin quando Rey, la nuova Skywalker (credo?) lo trova casualmente in mezzo al deserto. Lì comincia quello che è un inseguimento e tutto quello che porterà.
Ok, ora parliamo del film. Se lo rivedo, ho come una costante sensazione di rivedere il quarto episodio fatto meglio. Ad esempio, (SPOILER!) lo Starkiller, sul serio? E' una dannata Morte Nera con un ecosistema all'esterno. E anche qui qualcuno muore, ma non ve lo dico (anche se, probabilmente, chi ha visto "Capodanno con Gigi D'Alessio", lo sa già) per evitare spoiler così grandi che rischierei di essere bannato dal pianeta Terra. I personaggi sono molto piatti, con un paio di eccezzioni: Finn, uno Stormtrooper che si ribella al Primo Ordine, e Kylo Ren. Ho trovato il personaggio di Finn molto interessante, anche se poi, alla fine del film, cade in quelli che sono purtroppo i canoni Hollywoodiani, e uno di questi è di diventare improvvisamente quasi invicibile davanti ai nemici. Kylo Ren è un personaggio interessante perché, a differenza di Darth Vader, è ispirato da un idolo, oltre ad essere governato da uno (non saprete mai chi è, a meno che non siate fan sfegatati della saga, non come il sottoscritto) più in alto di lui. E indovinate un po' chi è quest'idolo? (SPOILER!) Proprio Darth Vader. L'unica pecca del personaggio è nella sua affascinante e apparente bipolarità, passa da "essere il signore malvagio" a "essere un bambino che, quando si arrabbia, rompe tutto per sfogarsi" (e credetemi, quando lo fa, è esilarante).
Si può tranquillamente salvare il film per la regia ovviamente fantastica di Abrams e per gli effetti speciali (anche se è una cosa piuttosto scontata).
Che dire, se non che la Forza è ancora in stato di sonnolenza? Vediamo se l'episodio VIII migliorerà la situazione.
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catcarlo
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venerdì 8 gennaio 2016
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guerre stellari, settima puntata
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Non sono mai stato un fan particolarmente accanito della saga di ‘Guerre stellari’ (il nome di quando non imperava l’anglicizzazione figlia del marketing), avendo visto in sala la prima trilogia e ignorato invece la seconda. Così mi sono avvicinato senza particolari pregiudizi a questo che è indicato come il settimo episodio dell’intera vicenda e, anzi, considerata inoltre la buona prova del regista con Star Trek, con parecchie aspettative. Alla fine delle due ore e un quarto di montagne russe con pochissimi attimi per tirare il fiato, si può dire che le suddette speranze non siano state rispettate appieno: il film regala uno spettacolo travolgente e bello da vedere, ma patisce qualche semplificazione di troppo.
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Non sono mai stato un fan particolarmente accanito della saga di ‘Guerre stellari’ (il nome di quando non imperava l’anglicizzazione figlia del marketing), avendo visto in sala la prima trilogia e ignorato invece la seconda. Così mi sono avvicinato senza particolari pregiudizi a questo che è indicato come il settimo episodio dell’intera vicenda e, anzi, considerata inoltre la buona prova del regista con Star Trek, con parecchie aspettative. Alla fine delle due ore e un quarto di montagne russe con pochissimi attimi per tirare il fiato, si può dire che le suddette speranze non siano state rispettate appieno: il film regala uno spettacolo travolgente e bello da vedere, ma patisce qualche semplificazione di troppo. E’ vero che nell’universo immaginato da Lucas si scontrano il Bene e il Male (proprio così, con la maiuscola), ma le vie con cui vi si giungeva erano più complesse nei segmenti precedenti – il lungo apprendistato Jedi, la controversa figura di Darth Vader – mentre ci si spostava tra società e mondi assai vaariegati: benchè la sceneggiatura sia firmata, assieme al regista e a Michael Arndt, da quel Lawrence Kasdan che aveva lavorato alla prima trilogia, al confronto hanno un retrogusto di trovata semplificativa il percorso iniziatico di Rey (Daisy Ridley) quantomeno facilitato e la citazione esplicita dell’avventura capostipite nell’ambiente desertico del pianeta in cui comincia l’azione. La scelta è volta con ogni probabilità a favorire l’avvicinamento delle nuove generazioni di adepti e, del resto, non mancano i richiami alle ultime versioni dei supereroi Marvel, ad esempio i discorsi e le spiegazioni ridotte all’essenziale, ma spruzzate di un filo d’ironia oppure la constatazione che i momenti movimentati – segnati da scontri tra uomini o astronavi – facciano la parte del leone: come giù detto, il giocattolone funziona, ma al termine si sente la mancanza di almeno un accenno di profondità in più. Il soggetto ruota attorno alla mappa che conduce a Luke Skywalker, ritiratosi in eremitaggio: in pericolo, un pilota della resistenza (Oscar Isaac) la affida a un robot - il nuovo BB-8, dalle accattivanti forme rotondeggianti - che finisce poi nelle mani dell’assaltatore pentito Finn (John Boyega) e della giovane Rey. In fuga dagli imperiali guidati dal controverso Kylo Ren (Adam Driver), i due, o tre, rubano nientemeno che il Millenium Falcon per poi andare a sbattere in Han Solo che è nel frattempo tornato a fare il contrabbandiere. Tra varie avventure, il trio ritrova dapprima la spada laser presso la locanda di Maz Kanata (sotto la cui maschera si cela Lupita Nyong’o) e in un secondo momento si ricollega al resto dei ribelli sotto il comando di Leia, ormai promossa a generale. Da qui prende il via l’assalto alla base di Ren, sorta di Morte Nera all’ennesima potenza dotata di cannone laser capace di distruggere mondi ad anni luce di distanza: tra rivelazioni a (quasi) sorpresa e combattimenti vari, il Bene vince come da manuale pur lasciando aperta la porta alle prossime puntate (l’ottava è già in lavorazione). Il tutto è sostenuto da una batteria di effetti speciali ovviamente impeccabili nonchè intergrati con la fotografia di Dan Mindel che ben si districa fra il giallo del deserto arabico e le nevi islandesi: su simili sfondi, oltre che nelle enormi cavità dell’astronave-mondo dei cattivi, i personaggi si muovono accompagnati dalle musiche di John Williams, che spesso non va troppo per il sottile, ma contribuisce comunque al coinvolgimento dello spettatore. Gli attori danno l’impressione di divertirsi r reggono con disinvoltura il peso di essere parte di cotanto progetto, a partire dai giovani – Driver, Ridley e Bodega, tutti di estrazione più o meno televisiva – con una nota di merito per la ragazza; tra i vecchi eroi, Harrison Ford, che ha il primo nome in cartellone, si fa amabilmente il verso grazie con l’aiuto di Abrams che cita qualche inquadratura, mente l’irriconoscibile Carrie Fisher e la piccola apparizione di Mark Hamill servono solo per rafforzare i legami con i film precedenti.
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krous savrest
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sabato 9 gennaio 2016
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star wars... il riciclaggio della forza.
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Quando ho sentito la notizia di un nuovo film su guerre stellari ero al settimo cielo. Già mi vedevo a bordo del millenium falco con Han Solo e compagni pronti per un altra avventura epica e dal primi trailer lo era. Dopo pochi minuti di film, però, la mia espressione passa dalla felicità vivida dell'appassionato allo spettatore critico che comincia a sentire scomoda la sedia su cui siede. Nuovamente un pianeta deserto, nuovamente un'eroina abbandonata dalla famiglia, e vabbè non si può essere troppo schizzinosi. Entra in scena Fin e qualcosa migliora, ma bastano pochi minuti che ecco nuovamente quella insoddisfazione montare. La nostra eroina si trasforma in pochi secondi da apprendista pilota del Millenium Falcon a mega pilota con tanto di ovazione, praticamente ridicolo.
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Quando ho sentito la notizia di un nuovo film su guerre stellari ero al settimo cielo. Già mi vedevo a bordo del millenium falco con Han Solo e compagni pronti per un altra avventura epica e dal primi trailer lo era. Dopo pochi minuti di film, però, la mia espressione passa dalla felicità vivida dell'appassionato allo spettatore critico che comincia a sentire scomoda la sedia su cui siede. Nuovamente un pianeta deserto, nuovamente un'eroina abbandonata dalla famiglia, e vabbè non si può essere troppo schizzinosi. Entra in scena Fin e qualcosa migliora, ma bastano pochi minuti che ecco nuovamente quella insoddisfazione montare. La nostra eroina si trasforma in pochi secondi da apprendista pilota del Millenium Falcon a mega pilota con tanto di ovazione, praticamente ridicolo. Ma vabbò, so ragazzi, avranno la verve dei giovani. Andiamo avanti ed entrano in scena Han Solo e company con la solita fuga roccambolesca dai debitori... deja vu?! Il film prosegue piatto e di una noia mortale. Il cattivo poi, Kylo Ren, manca completamente di spessore e sembra solo un bamboccione viziato ed un tantino psicopatico. Ma se il peggio sembrava passato a oltre metà del film ecco che ci troviamo con una aspirante Jedi che fra un pò fa le scarpe all'allievo di Luke Skywalker, ma mica tanto per dire. La nostra Rey passa in meno di due ore da cacciatrice di rottami a pilota eccezionale, da fanciulla indifesa a potentissimo Jedi. Stendiamo poi un velo pietoso sulla "Neo Morte Nera" e sul patetico riciclo del solito condotto di ventilazione in cui sparare due missili.
In definitiva un film deprimente per chi ha amato la triologia originale. Un vero colpo al cuore con l'unico scopo di accalappiare le nuove generazioni di spettatori. Sicuramente un successo che affonda le sue radici nel glorioso passato e che avrò "elettrizzato" i più giovani, ma per il resto una vera delusione.
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dave san
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domenica 10 gennaio 2016
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restart war
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Tre tizi si trovano a scortare un robottino che custodisce informazioni vitali per il destino della galassia. L’incipit è classico e godibile. Definire “tizi” i protagonisti di questo iper-sequel è voluto e scherzoso. D’altronde il loro status è diverso da quello degli Jedi degli ultimi tre capitoli. I personaggi in campo, in quelli, sono già personalità politiche. Yoda, si rivela un guerriero temibile, oltre che un eminente saggio; ugualmente a Obi-Wan. Ne ‘Il risveglio della forza’ invece, si recupera lo spirito primordiale della saga. Perché i Nostri sono fuggitivi che vivono alla giornata in un mondo ostile, si arrabattano mostrando sin da subito indipendenza, amabilità e una propensione al bene.
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Tre tizi si trovano a scortare un robottino che custodisce informazioni vitali per il destino della galassia. L’incipit è classico e godibile. Definire “tizi” i protagonisti di questo iper-sequel è voluto e scherzoso. D’altronde il loro status è diverso da quello degli Jedi degli ultimi tre capitoli. I personaggi in campo, in quelli, sono già personalità politiche. Yoda, si rivela un guerriero temibile, oltre che un eminente saggio; ugualmente a Obi-Wan. Ne ‘Il risveglio della forza’ invece, si recupera lo spirito primordiale della saga. Perché i Nostri sono fuggitivi che vivono alla giornata in un mondo ostile, si arrabattano mostrando sin da subito indipendenza, amabilità e una propensione al bene. Fondamentale per dei novelli eroi. L’incontro tra questi e il leggendario Han Solo sarà il collante tra il mito e l’evolversi della storia. Lo stesso Solo, proporrà a Rey di diventare soci, impersonando un concetto di opportunità vagheggiata anche da Luke in ‘Una nuova speranza’. Nell’universo dominato dal Primo Ordine, onnipresente e tirannico, questi giovani compiranno il loro addestramento sotto l’ala protettrice di Leia e Han. Il resto è azione, ironia e scenari spettacolari nella migliore tradizione sci-fi. Consideriamo che Abrams ha riesumato Star Trek in due occasioni riuscite. Probabile che il seguito di Guerre Stellari, nelle sue mani, riuscisse bene. E così è stato. Harrison Ford indossa le vesti di un avventuriero, cresciuto e ora più sapiente. I motteggi tra i protagonisti abbondano e Chewbacca riesce a farci divertire con gesti e gorgheggi esilaranti. Vengono riproposti inoltre molti topoi storici della prima saga: dal bar pieno di stramboidi, agli scontri aerei con i piloti che sembrano parenti di quelli del primo film. La pellicola riesce sempre a citare, mai a scopiazzare. Tutto quello che viene riproposto non è un “già visto”, ma espressamente un “rieccoli qui”. Elementi che si inseriscono in una struttura narrativa autonoma ma allo stesso tempo complementare. Non me la sentirei di definirla “la bella” rispetto a i tre precedenti. Come scritto prima, sono racconti molto diversi. Le spade laser inoltre, scoppiettano di più nell’ultima trilogia di Lucas. E’ indubbio però che ‘Il Risveglio’, porta con sé qualcosa di provvidenziale. Per questo probabilmente si è guadagnato l’aura di evento. I capitoli a seguire ci regaleranno sicuramente, altre sorprese.
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(di brunus10480)
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amy78
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mercoledì 13 aprile 2016
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entusiasmo tra alti e bassi
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La prima volta che ho visto il film sono rimasta entusiasta, forse anche per il 3D. Da fan della saga originale, sono andata al cinema con un pizzico di pessimismo, stante la cocente delusione derivante dalla visione dei 3 prequel, e forse è per questo che invece il film mi ha entusiasmata. Gli effetti speciali ci sono, ma non sono tali da soffocare il film e la storia come accadde per i prequel. La storia inizia con un attacco, un po' come in Una nuova speranza, prima un massacro, la fuga del pilota con il soldato ribelle, poi il fortuito incontro tra il droide BB8 (il mio personaggio preferito, che ha degnamente sostituito C1P8 o meglio R2D2), l'eroina orfana Ray e il soldato ribelle.... la fuga rocambolesca a bordo del Millenium Falcon, l'incontro con Han Solo.
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La prima volta che ho visto il film sono rimasta entusiasta, forse anche per il 3D. Da fan della saga originale, sono andata al cinema con un pizzico di pessimismo, stante la cocente delusione derivante dalla visione dei 3 prequel, e forse è per questo che invece il film mi ha entusiasmata. Gli effetti speciali ci sono, ma non sono tali da soffocare il film e la storia come accadde per i prequel. La storia inizia con un attacco, un po' come in Una nuova speranza, prima un massacro, la fuga del pilota con il soldato ribelle, poi il fortuito incontro tra il droide BB8 (il mio personaggio preferito, che ha degnamente sostituito C1P8 o meglio R2D2), l'eroina orfana Ray e il soldato ribelle.... la fuga rocambolesca a bordo del Millenium Falcon, l'incontro con Han Solo.... Insomma va tutto come deve andare, ma è vero, la storia è un po' troppo scopiazzata da Una nuova speranza. Ray e Finn sono due personaggi simpatici, ma Han Solo è Han Solo! Anonimo il personaggio interpretato da Oscar Isaac... Nonostante i difetti e le rivisitazioni, il film però è godibile, sia per i fan della saga che per chi ci si avvicina ora. Un gran peccato il doppiaggio, in particolare per i nuovi personaggi, per non parlare della fidanzata di Yoda (non ricordo il nome del personaggio), come si fa a scegliere una doppiatrice evidentemente giovane per un personaggio centenario?
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