Star Wars: Episodio VII - Il risveglio della forza

Fin dall'inizio si riconosce la legittimità dell'opera. La percezione è quella di trovarsi di fronte ad un'opera non apocrifa in piena continuità con il Sesto Capitolo. Certo, i sorrisi che chiudevano "Il ritorno dello Jedi" devono essere durati davvero poco nel viso dei protagonisti. JJ Abrams riesce in questo intento utilizzando i vecchi cavalli di razza dell'antica trilogia e sapendo ricreare alla perfezione l'universo ideato da George Lucas. Per quanto riguarda la trama, il rispetto verso il maestro Lucas ha giocato un brutto scherzo. Una trama già vista tanto da considerarsi un remake dell'episodio IV. Un buon remake, ma quante Morti Nere dovremmo ancora veder abbattere prima di voltare pagina? L'Impero, oggi detto Primo Ordine, per reprimere la resistenza e dominare la galassia ha sempre e solo la strategia stereotipata di costruire una grande sfera che scaglia un raggio micidiale (verde o rosso che sia). Questa volta la sfera è più grande. E poi c'è Kylo Ren, personaggio che avrà sicuramente modo di esprimersi meglio nei successivi capitoli, ma che per il momento mostra vistose difficoltà nell'utilizzo della sua accattivante spada laser. Un tempo bastava l'intelligenza lucida e scaltra di un solo Sith per tenere testa ad una Repubblica fiorente. Nel 2015 il Lato Oscuro sembra più una nevrosi, fatta di insicurezza e complessi di inferiorità. Parallelamente esordiscono due nuovi personaggi, un ex Stormtrooper timoroso della sua ombra, che di punto in bianco diserta, ed una potentissima ragazza, piena di carattere che viene davvero naturale considerare "una nuova speranza". Per il resto se fossi stato il buon Abrams, avrei aggiunto anche qualche Twi'lek che non guasta mai. Nonostante questo elenco di criticità è un film in grado di stimolare la produzione di endorfine nel pubblico appassionato di SW e credo che non ci fosse missione più difficile da portare a compimento.