Star Wars: Episodio VII - Il risveglio della forza

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Un film di J.J. Abrams. Con Harrison Ford, Carrie Fisher, Mark Hamill, Anthony Daniels, Peter Mayhew.
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Titolo originale Star Wars: The Force Awakens. Fantastico, Ratings: Kids+13, durata 136 min. - USA 2015. - Walt Disney uscita mercoledì 16 dicembre 2015. MYMONETRO Star Wars: Episodio VII - Il risveglio della forza * * 1/2 - - valutazione media: 2,99 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Il Risveglio della "Galassia lontana lontana..." Valutazione 4 stelle su cinque

di ClaudioFedele93


Feedback: 9200 | altri commenti e recensioni di ClaudioFedele93
domenica 20 dicembre 2015

Era da ben dieci anni che il mondo intero non assisteva alla proiezione di una nuova pellicola di Star Wars, la monumentale saga iniziata da George Lucas in quello che, oggi ai nostri occhi, sembra un lontanissimo 1977, quando ancora l’Universo non era a conoscenza dei Jedi, dei tanti mondi sconosciuti da esplorare, di spettacolari battaglie aeree tra meteoriti, dell’Impero Galattico, della storia di Luke Skywalker e della Forza; una decade fa ogni appassionato di Cinema, e del franchising, assisteva inerme alla conclusione della nuova trilogia, arrivata a compimento con “La Vendetta dei Sith”, Episodio III, fine definitiva ed al contempo legame forte con cui, poi, unire Una Nuova Speranza e l’intera “First Trilogy" realizzata tra il ’77 ed il 1983. Di quell’esperimento messo in piedi da Lucas sia la critica, che l’enorme seguito di fans, non riuscirono a trovarne il valore o la bellezza presente nei capitoli precedenti, accusando il padre di Guerre Stellari di aver persino distrutto il proprio figlio, aver rotto il giocattolo che aveva stregato intere generazioni e illuso le speranze di coloro che non vedevano il momento di tornare in quella “Galassia lontana lontana” tanto distante quanto vicina nei cuori di chi l’aveva sempre amata e nello spirito di chi l’aveva sempre idolatrata. 

 

Si amino o no La Minaccia Fantasma, L’Attacco dei Cloni o La Vendetta dei Sith, questi restano comunque un intrattenimento necessario ai fini della storia, capaci, nel complesso di donare un respiro più ampio all’epica fantascientifica cavalleresca che è stata capace di imporsi nell’immaginario collettivo e condizionare non solo un gran numero di persone, ma il Cinema vero e proprio. 

 

E’ stato necessario aspettare un po’ di tempo, quel tanto che è bastato da farci sentire sinceramente la mancanza, se non addirittura la necessità, di rivedere alcuni degli eroi più amati del grande schermo e richiederne a gran voce il ritorno, ma finalmente, sembrerebbe proprio il caso di dirlo, possiamo tirare un sospiro di sollievo, poiché, abbassate le luci in sala, ancora una volta, ad entrare trionfanti, sono le straordinarie note di John Williams, capaci di riempire ogni singolo spazio esistente sullo schermo e venire accompagnate da quel titolo a grandezza mastodontica che ha visto, su di esso, posarsi gli occhi ben tre (o quattro) generazioni di uomini e donne, seguito da quell’introduzione a scorrimento sullo sfondo di un cielo stellato ricco di astri lucenti e brillanti come gli occhi di coloro i quali possono godersi ancora una volta il ritorno in una delle più belle storie mai realizzate. “E’ vero, tutto vero”, verrebbe voglia di dire, come l’emblematica frase che Han Solo pronuncia a metà pellicola: “i Jedi, il Lato Oscuro, non sono solo lontanissime leggende”. 

 

Star Wars - Episodio VII : Il Risveglio della Forza, infatti, ci conduce, ad un primo impatto, in sentieri già esplorarti e riporta lo spettatore in quei luoghi familiari che oggi, dal tocco logicamente vintage, assumono persino un contorno malinconico, riprende le fila dell’epopea creata da Lucas ben trent’anni dopo i fatti accaduti ne Il Ritorno dello Jedi, spianando la strada ad una narrazione che vede una nuova minaccia sorgere dalle ceneri di quello che fu il temibile Impero Galattico, tenuto sotto il pieno controllo da quello che fu il temuto Imperatore, vale a dire il Sith Palpatine, e dal suo braccio destro: Darth Vader. Tre decenni dopo è il Primo Ordine, guidato dal leader Supremo Snoke, a voler mettere fine alla nuova Repubblica e prendere il controllo assoluto della Galassia, restaurare quel regime totalitario che in passato era riuscito a distruggere il Senato e la democrazia. 

 

L’azione si concentra sul pianeta Jakku, dove Rey, una giovane donna costretta a cercare rottami da scambiare con razioni di cibo per ottenere di che vivere, fa casualmente conoscenza con il droide BB8, ove al cui interno si cela un messaggio datogli dal suo precedente padrone, Poe Dameron, ora scomparso. Ai due si aggiunge Finn, un ex assaltatore appartenente alle fila dell’Impero determinato a non combattere più sotto la severa guida del generale Hux, diventando in tutto e per tutto un disertore tra i ranghi del First Order dopo aver assistito ad un massacro di innocenti. I tre dovranno scappare dal pericolo che sembra sempre più stringerglisi attorno, allontanarsi da Jakku e trovare la base della Resistenza, per consegnare al generale Leia il messaggio segreto grazie al quale è possibile rintracciare Luke Skywalker, l’ultimo Jedi rimasto in vita, sparito da anni e cercato sia dalla sorella che da Kylo Ren, un seguace del Lato Oscuro che aspira a diventare come colui che considera pari ad una vera e propria guida e mentore: Darth Vader. 

 

Tornare a parlare di Guerre Stellari non è semplice, poiché è evidente che quel che tocchiamo per molti rappresenta non solo un mero intrattenimento, ma una vera e propria ragione di vita, figlia di un fanatismo tanto estremo da considerare la storia dei Jedi una grande pietra miliare della settima arte assieme a tutto quel che ne consegue. Sebbene, in passato, Star Wars abbia sofferto in alcuni momenti, alcuni dei quali molto di recente se volessimo essere precisi, di numerosi alti e bassi, è innegabile che questa sia una delle poche saghe a rimanere immutata dinnanzi al passare degli anni e, aspetto da non prendere con leggerezza, capace di ottenere un seguito sempre maggiore e costante con l’avanzare delle decadi. Chi, infatti, non si è soffermato almeno una volta sul motivo orecchiabile che fa da introduzione ad ogni atto? Chi non ha mai sentito parlare di spade laser o della forza? E chi mai, oggi, non sa come sia fatta l’armatura di Darth Vader?

 

Lucas è riuscito ad entrare nel mondo e nella realtà di tutti noi, così come pochi suoi colleghi sono riusciti a fare, e, aspetto ancor più interessante, non ne è mai uscito, quasi come se l’umanità sentisse il bisogno di appropriarsi di una storia come quella narrata in queste pellicole. Eppure, giunti finalmente alla visione di The Force Awakens, non è semplice approcciarsi al lavoro svolto da J.J. Abrams, da lui co-prodotto e sceneggiato, su cui la Disney ha investito un vero e proprio capitale trasformando il tutto in una vera e propria industria e invadendo il mercato globale con numerosissimi gadget. 

 

Cos'è, perciò, Star Wars - Il Risveglio della Forza? Un remake, un reboot, o un sequel? Ad un primo impatto sembra tanto il primo, perché situazioni e risvolti narrativi strizzano l’occhio a momenti già visti e con cui è stato possibile familiarizzare fino alla noia, eppure è chiaramente un capitolo inedito e non un becero copia/incolla, il quale si prende persino l’onore e  l'onere, data l'occasione, di rilanciare un franchising mai venuto meno nella mente dei fan; ed allora la risposta appare chiara, se si ha la pazienza di scavare a fondo nella natura dell'atto VII, poiché questo non è altro che un cocktail di quanto annunciato poc’anzi, che “riprende, reinventa e riscrive”, e come tale va preso, con tutto ciò che ne consegue. 

 

Non sarebbe stato giusto né tanto meno logico, infatti, aspettarsi un’emulazione di Una Nuova Speranza o degli alti Episodi scritti in passato, sia nello stile che nei contenuti, perché questo non è più il lavoro di George Lucas, ma appartiene ad Abrams ed alla Disney, e per tale motivo, esattamente come ci suggeriscono le prime immagini proposte anche nei trailer nei mesi passati, The Force Awakens decide di aprire un nuovo capitolo, una storia inedita che sulle macerie di quella passata prova coraggiosamente di andare oltre, spingere lo spettatore in luoghi ancora inesplorati, con personaggi mai visti prima e del tutto da scoprire, ricca di paesaggi mozzafiato e spazi temporali memorabili. 

 

Ovviamente la mitologia legata ad un vero e proprio classico della cinematografia necessità ogni forma di rispetto e per questo, una volta inseriti in quel mondo con cui abbiamo grande dimestichezza, non è poi così banale trovarsi in situazioni o ambienti già vissuti, che vivono al loro interno di echi che piacevolmente risuonano nelle nostre orecchie. Questo Star Wars, non a caso, parte proprio da una premessa semplice, che strizza l’occhio all’originale, Una Nuova Speranza, e nella seconda parte a L’Impero Colpisce Ancora, non tanto per una eccessiva mancanza di idee, bensì per far da collante tra più generazioni e maniere una coerenza sia visiva che narrativa, e permettere ai giovani, di ieri, ormai adulti, di tornare a vivere determinati momenti ed al contempo fornire l’occasione, agli adolescenti e bambini, di oggi, di assaporare ciò che i loro genitori provarono nel 1977. 

 

Sarebbe sterile e inutile pretendere qualcosa di diverso, perché in fondo la vita, così come le grandi storie, torna sempre sui suoi passi, essa non è altro che un ciclo, un lento ripetersi sotto nuove spoglie, ed infatti, se le analogie con l’Episodio IV e V in alcuni frangenti sono palesi, sono altrettanto evidenti numerosi dettagli che fanno di questo Risveglio una parentesi di svolta, un “punto e a capo” capace di amalgamare l’anima di una saga che, se fosse stata stravolta completamente, avrebbe perso ogni motivo di esistere. 

 

Abrams in questa colossale fatica, e scommessa, ha puntato tutto sul fatto di essere lui stesso un grande fan ed un profondo conoscitore delle richieste di coloro che desideravano tanto tornare a vedere un nuovo Guerre Stellari, così, facendo appello all’esperienza ed alle conoscenze di un altro esponente della vecchia guardia, Lawrence Kasdan, ha visto bene di portare a casa un’opera tanto personale, nella regia e nell’impostazione, quanto figlia del materiale di partenza, affinché fosse immediato l’unione di questa nuova trilogia con quella passata. A rafforzare il tutto vi sono poi continui omaggi e citazioni che i fan più colti sapranno cogliere fin da subito.

 

L’elemento di maggior interesse, non a caso, che fuori emerge da Il Risveglio della Forza sta nel fatto di essere un capitolo destinato a porre più interrogativi che a servire delle risposte, e laddove nei precedenti episodi si assisteva a pellicole dotate di una conclusione netta, capaci, dunque, di godere di una certa indipendenza, si mostra esplicitamente palese, in questa occasione, l’intento di voler costruire una nuova vicenda strutturata in più fasi, ove ognuna di esse, almeno per il momento, non può vivere per conto proprio, offrendo un finale aperto che spinge lo spettatore ad aspettare l’atto successivo.  

 

In questo modo, J.J. Abrams, dopo due anni e mezzo di lavoro, porta a casa un prodotto complesso, non privo, ad od ogni modo,  di vistosi difetti ed ingenuità, facendosi, ancora una volta, portavoce di quella corrente di personaggi ed autori che, dietro alla macchina da presa, dimostrano di saper avere una consistente dose di talento, sia artistico ed estetico che tecnico. 

 

Il Risveglio della Forza è, di fatto, una gioia visiva per gli occhi, grazie anche ad una fotografia curata a puntino e a delle scenografie suggestive, parte con cinquanta minuti caratterizzati da un ritmo forsennato, costruendo una storia che si concentra principalmente sui nuovi personaggi e ampliando in parte l'universo creato da Lucas, per poi, nel secondo tempo, lasciare spazio a più di una pausa, numerosi momenti rilassati che servono a mettere in scena una climax finale efficace ed abbastanza in uso nei film di questo genere, dimostrando di essere figlia di l’ha preceduta, in particolar modo di Una Nuova Speranza per quel che concerne lo svolgersi dell’azione conclusiva.

 

Riprendendo la storia, parecchio tempo dopo la distruzione dell'Impero, Abrams e gli altri sceneggiatori hanno avuto la possibilità di allestire nuovamente un legendarium capace di alternare dettagli inediti e già visionati, potendo sfruttare la possibilità di riprendere svariati elementi osservati negli appuntamenti precedenti riservandogli un tocco nostalgico, quasi come un bambino che mette mano a vecchi cimeli di famiglia in una stanza segreta scoperta, per puro caso, durante un pomeriggio estivo passato a giocare a nascondino con gli amici.

 

Così Il Risveglio della Forza apre, con lo scorrere del tempo, uno scrigno di ricordi e frammenti di un passato lontano a cui ricollegarsi e quando cerca di stringersi ad esso decide, con arroganza, di allontanarsene quel tanto che basta per godere di una propria indipendenza, perché quel che è accaduto nella trilogia originale è ormai una pagina di Cinema completamente passata e trascorsa, e nel nuovo secolo, bisogna, innanzi tutto, iniziare una nuova storia, che parli di eroine, e non solo di eroi, che metta da parte l'amore romantico della Hollywood degli anni '70/'80 e faccia leva sull'amicizia, in questi tempi bui dove ciò che reputiamo diverso, talvolta, lo identifichiamo come un nemico o un'oggetto senza identità e non un'ente senziente e dotato di sentimenti. 

 

Quello che, a tutti gli effetti, sembra importare, in primis, alla produzione non sembra essere orientato ai risvolti della storia, a volte sbrogliata in maniera fin troppo prevedibile o semplicistica, ma all’empatia che lo spettatore deve provare nei riguardi di chi prende vita in essa. Per questo, dinnanzi alle sviste ed alle lacune, agli scivoloni di sceneggiatura, ed ai soliti interventi a mo’ di deus ex-machina, The Force Awakens riesce comunque a convincere, e lo fa grazie a tutta una serie di piccoli messaggi e punti di vista che J.J. ha volutamente inserito, rendendo il suo film attuale e personale, con forti rimandi al presente, senza far di esso un manifesto politico, ma costruendo pur comunque una critica evidente e servendo al contempo una soluzione dinnanzi a determinate situazioni a cui siamo costretti a vivere tutti i giorni, portate a compimento grazie alla lente dell'obbiettivo ed alla telecamera che, guidata dal suo estro, riesce a far brillare di bellezza ogni inquadratura.

 

Figlio di una regia più vicina a quella di Steven Spielberg, ove a volte ne diventa palese omaggio, affine persino nel montaggio che nella costruzione delle varie sequenze, che a quella di Lucas (priva di un qualunque pathos degno di nota), Abrams gioca con le inquadrature e fa volare il Millennium Falcon in un vortice di virtuosismi straordinariamente realistici ove il senso di vertigine è possibile avvertirlo persino senza l'ausilio della stereoscopia 3D, fa sapiente uso degli effetti speciali e della motion capture e degli attori a disposizione, specialmente nei riguardi di quelli di nuova generazione. Quello che manca, tuttavia, oltre che ad una colonna sonora incisiva, sebbene il tema di Rey sia incredibilmente piacevole e le soundtrack storiche siano comunque preseti, è una voglia di andare oltre, laddove ormai rimane palese, fin dalle prime scene, che la produzione Disney e LucasFilm abbia deciso di costruire sulle macerie di quanto aveva costruito Lucas una nuova storia, senza tuttavia prendersi la briga di rischiare troppo, almeno per questo appuntamento che se da un lato innova, dall’altro si adagia per non pretendere poi troppo dal pubblico a cui è indirizzato, inserendo numerosi elementi e sotto trame a cui, magari repentinamente, non cerca di dare una conclusione precisa.

 

Al di là degli aspetti puramente tecnici, Abrams è riuscito a tratteggiare le basi di nuovi personaggi che, in un futuro, potranno riservare più di una sorpresa. Kylo Ren non vuole essere un nuovo Darth Vader, non ne possiede né la maturità né il carisma, ma la sua figura resta tanto pericoloso quanto affascinante, caratterizzata da quella debolezza e natura incontrollabile da renderlo un antagonista tanto inedito quanto spietato. Rey, così come molte sue “colleghe” in celluloide, nate negli ultimi anni, interpretata dalla brava Daisy Ridley, è un’eroina dotata di carisma e coraggio, molto affine alla corrente delle protagoniste Disney ed i parallelismi, sotto alcuni punti di vista, alla Merida di Brave in più di un’occasione calzano a pennello. Finn rimane, probabilmente, il personaggio meno originale della produzione, sebbene possa vantare uno dei momenti più interessanti e rivoluzionari all’interno dell’Universo di Star Wars, in quanto Stormtrooper pentito e deciso a disertare tra le fila del Primo Ordine, dimostrando un’umanità mai emersa fino ad ora. Se i giovani attori coinvolti si rivelano come una piacevole sorpresa, purtroppo, lo stesso non si può dire dei volti noti della serie, dato che sia Carrie Fisher che Harrison Ford fanno un’evidente fatica nel tenere sulle spalle non solo il peso degli anni, ma sopratutto le sottili complessità psicologiche e sentimentali dei loro alter ego. Altro comprimario avvolto nel mistero e poco accattivante è il leader Supremo Snoke, che si presenta solo sotto forma di (gigante) ologramma, realizzato interamente in CGI, dietro alle cui sembianze si cela il volto di Andy Serkis, mentre efficace e spietato appare, fin da subito, il generale Hux, incarnazione perfetta di quelli che sono i valori sinistri del Primo Ordine, il cui volto è quello del troppo spesso sottovalutato Domhnall Gleeson. 

 

Arrivati a fare la summa di quanto scritto e nel tirare le somme di questo VII Episodio appare sempre più evidente come Abrams sia riuscito a fare l’impossibile e a dare alla luce una pellicola compatta e ben collaudata, solida e potente visivamente, rimanendo incagliato in piccole (grandi) sviste di sceneggiatura e buchi nella trama a volte considerevoli, i quali, se non ci fossero stati, avrebbero indubbiamente giovato al tutto, ma talvolta a fare la differenza, in un film come per molte altre occasioni, sono proprio i difetti ed allora siano benedetti i momenti poco riusciti di The Force Awakens, senza i quali non potremmo apprezzare quei bellissimi scorci sabbiosi su Jakku, il lento risorgere di un nuovo Impero dal retrogusto nazista, la creazione, di cui siamo partecipi quasi fin dalla genesi, di una nuova nemesi ed al contempo di un nuovo manipolo di eroi, nati non sulla scia di quello che è accaduto in passato, ma desiderosi di trovare un posto nel mondo, del tutto ignari del fatto che l'avventura li aspetta proprio dietro l'angolo.

 

Per questo motivo e per quel che è già stato detto sopra, Abrams, con coraggio, riscrive la storia, distrugge in parte il mito per modellarlo, quale demiurgo, a sua immagine, si allinea alla corrente che vede nei blockbuster l'ascesa di eroine femminili particolarmente ben caratterizzate ed affascinanti, piazza qualche (straziante) colpo di scena, pittura un quadro ricco di empatia e estremamente coinvolgente, ove finalmente abbiamo una concreta prova della minaccia dei tanto agognati “cattivi”, e nel far tutto questo cade, consapevole delle proprie scelte e conscio di aver messo le mani su un'opera sacra, tocca terra, per poi, un secondo dopo, innalzarsi con la sua ultima fatica, in un cielo stellato che se non grida a gran voce la parola "miracolo" porge al cinquantenne regista la mano per congratularsi con quanto ha fatto e sia stato capace di fare, perché la “Galassia lontana, lontana…” adesso ha di nuovo motivo di esistere, e di crescere, in modo completamente inedito e originale. Dopo questo "risveglio", titolo azzeccato in toto, sotto ogni punto di vista, si dovrà aspettare due anni per l'episodio VIII, e chi può sapere quanto difficile sarà attendere quel 2017, annata in cui, finalmente, ritroveremo i nuovi paladini: Poe, Finn e la bella (e brava) Rey. 

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paolo_francesco domenica 20 dicembre 2015
..onestamente..
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..e senza polemiche, ma pensi che ci sia qualcuno che legga tutto quello che hai scritto? Mah..

[+] sinceramente... (di claudiofedele93)
[+] addirittura? (di johnny1988)
[+] scusa, quantità (di johnny1988)
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vapor venerdì 1 gennaio 2016
complimenti..
100%
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0%

..soprattutto per la sintesi

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johnny1988 martedì 5 gennaio 2016
complimenti 2
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0%

Come hai fatto a superare il limite di parole? E il Times New Roman???????

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