isin89
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mercoledì 18 febbraio 2015
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virtuoso e sensazionale
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Virtuoso, sorprendente e visionario, eccelso e sensazionale. Il nuovo lavoro del regista messicano Alejandro González Iñárritu stupisce e lo fa con stile regalando allo spettatore uno spettacolo profondamente ambizioso e visivamente fantastico. Accanto alla domanda esistenziale dell'essere o non essere si affianca la costante ricerca della verità racchiusa nello sguardo stralunato del protagonista Riggan Thompson. Birdman è un film sull'interiorità dell'uomo, il lunghissimo e impegnativo viaggio alla ricerca di noi stessi e la riscoperta difficoltosa della propria identità e del proprio Io.
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Virtuoso, sorprendente e visionario, eccelso e sensazionale. Il nuovo lavoro del regista messicano Alejandro González Iñárritu stupisce e lo fa con stile regalando allo spettatore uno spettacolo profondamente ambizioso e visivamente fantastico. Accanto alla domanda esistenziale dell'essere o non essere si affianca la costante ricerca della verità racchiusa nello sguardo stralunato del protagonista Riggan Thompson. Birdman è un film sull'interiorità dell'uomo, il lunghissimo e impegnativo viaggio alla ricerca di noi stessi e la riscoperta difficoltosa della propria identità e del proprio Io.
Riggan è un supereroe, o meglio lo era in un tempo glorioso e remoto fatto di successi e innegabili lodi. Ora, anziano e stanco, riveste i panni del semplice uomo impegnato a realizzarsi in una difficile carriera teatrale fatta di imprevisti e innumerevoli difficoltà. I tempi gloriosi della fama e del successo sono ormai un ricordo lontano, tempi in cui la maschera di Birdman gli permetteva di volare alto e spiegare le sue enormi ali sopra il tetto del mondo. Il talento dell'attore che fu pare ormai essersi dissolto nell'estremo battito delle sue ali e tutto ciò che vi rimane sono i tormenti di uomo lontano da sé stesso che cerca disperatamente di ritrovare il suo posto nel mondo e mostrare a chi gli sta intorno che lui, in qualità di uomo, esiste ancora, lui c'è. Riggan lotta follemente contro quella parte della sua persona che non vuole staccarsi dalle glorie passate, il suo folle e bizzarro ego che lo costringe a essere vittima della sua stessa ombra. L'immagine dell'uomo che era, schiacciata e oscurata dalla presenza opprimente del suo istrionico alter-ego piumato dalle cui ali spumeggianti fece dipendere la massima espressione del suo essere. L'innegabile bravura, quel talento innato in cui l'uomo-uccello spera di potersi rispecchiare ma questa volta spogliandosi delle sue vesti e rimanendo nudo e puro proprio come la natura lo ha concepito. Il bisogno di essere considerati per quello che si è, sentire che i propri sforzi e sacrifici possono raggiungere traguardi inaspettati toccando la cima di mete inarrivabili. Riggan è come tutti noi, un uomo fragile e inappagato alla ricerca di quell'effimero e prezioso momento della vita che gli permetterà di sorridere ed esclamare felicemente “ce l'ho fatta”. Voluti o no, appaiono evidenti i parallelismi con la figura dell'attore protagonista Michael Keaton, impegnato ventitré anni or sono nella sua ultima leggendaria interpretazione dell'uomo pipistrello. Forse Riggan e Michael sono la stessa persona, forse sono stati entrambi protagonisti della stessa avventura e si sono ritrovati inevitabilmente dopo due decadi nella difficile situazione di dover riemergere agli occhi del mondo. Non è un caso, quindi, che figuri in veste di protagonista un attore che in passato raggiunse l'apice del successo impersonando proprio un supereroe alato e che negli ultimi anni sia entrato, purtroppo e quasi, nel dimenticatoio.
Iñárritu infarcisce l'opera con virtuosismi registici eccezionali estasiando gli occhi e la mente di coloro che si sono apprestati ad assistere a questo magnifico spettacolo. La realizzazione cinematografica dell'atto della vita teatrale di Riggan e compagnia bella resa possibile attraverso l'utilizzo di un unico e finto piano sequenza accompagnato da stacchi di montaggio sfumati e impalpabili. Le inquadrature fisse ridotte all'osso rispetto all'uso continuo e sempre più presente della camera a mano e delle soggettive che seguono in maniera dettagliata e maniacale le disavventure dei vari protagonisti, facendoci provare la sensazione di stare vivendo quegli attimi assieme a loro. La percezione della finzione si fa più vera e reale, le inquadrature movimentate e dinamiche lasciano poco spazio alla staticità permettendoci di venire inglobati all'interno dei diabolici corridoi del teatro lungo i quali i nostri “eroi” daranno vita alle loro performance esistenziali.
Al di là del palcoscenico teatrale si apre un macrocosmo costellato da infinite situazioni paradossali, miracolose storie e intrecci di vite umane legate insieme da quel bisogno collettivo di apparire al mondo esterno rivestendo le vesti di sé stessi. Al di là del palcoscenico si apre un oceano di innumerevoli strade contorte e complicate cosi come contorte e complicate sono le labirintiche vie della mente di Riggan ma anche di Mike e di Sam, oltre che di tutti gli altri. Dialoghi esilaranti, ridicoli ma drammatici, calibrati perfettamente dalla sapiente bravura del regista che riesce a bilanciare in maniera strabiliante humor e tragedia in un'opera eccelsa accompagnata inoltre da una fotografia superlativa, calda e accogliente che ci fa entrare nel vivo dello spettacolo teatrale delle loro vite. Sarà proprio alla fine della sua avventura, cambiato e definitivamente mutato dallo spettacolo della notte scorsa, che Riggan (ri)troverà la forza di volare lasciandosi alle spalle il peso oppressivo dell'eroe che fu e spiegando le sue vecchie e polverose ali ormai celate da troppo tempo. Ad accorgersene è proprio sua figlia Sam, così ostile e problematica che mai e poi mai si sarebbe sognata di scommettere un centesimo sulla buona riuscita delle azioni di quel suo padre così distante e così assente dalla sua vita. Ma gli occhi non mentono e nell'ultimissima inquadratura del film Emma Stone guarda disorientata fuori dalla finestra dell'ospedale, alza lo sguardo al cielo e sentendosi colma di gioia e felicità spalanca i suoi occhioni brillanti e sorride per l'estasi che quella visione le ha procurato, suo padre ce l'ha fatta.
Birdman è un film eccelso, un'esperienza immancabile e necessaria che in un cinema come quello di oggi, fatto quasi esclusivamente di cazzotti e cazzate, riesce a riportare quell'ondata di freschezza e novità a cui raramente ormai riusciamo ad assistere. Iñárritu riunisce al suo cospetto attori eccelsi e perfetti facendoli a loro volta rivestire i panni di attori bizzarri e stralunati, strani ed imprevedibili. Non c'è fiacchezza né caduta di stile, uomini e attori lavorano al meglio senza mai dare l'idea di non essere all'altezza dei loro ruoli e funzionando perfettamente all'interno di quel meccanismo contorto che è la mente umana. La scrittura del regista messicano è efficacissima e le sequenze, girate con una maestria impressionante, denotano una bravura fuori dal comune. Colonna sonora spoglia ed essenziale giocata interamente su precisi tocchi di rullante e piatti richiamando in questo modo le atmosfere magiche e calde del jazz. Inutile parlare della bravura degli attori e della straordinaria prova di recitazione alla quale si sono sottoposti. Inutile parlare dell'ormai veterano Edward Norton e del suo folle e grandioso personaggio, dello psicolabile personaggio di Emma Stone, del graffiante Zach Galifianakis e della sempre più brava e bella Naomi Watts. A dirigere la ciurma ci pensa il già citato Michael Keaton che, tornato sulla cresta dell'onda (si spera), ci dà definitivamente prova del suo straordinario talento recitativo purtroppo sempre e troppo sottovalutato dal pubblico.
Uno dei migliori film del 2014, da non perdere.
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bob11_17
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lunedì 16 febbraio 2015
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il teatro secondo l'uomo uccello
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Birdman o l’imprevedibile virtù dell’ignoranza è un film del 2014 scritto e prodotto dal regista Alejandro Gonzàlez Innaritu. Con ben dieci candidature agli oscar 2015, la pellicola di Gonzàlez, trasporta gli esseri umani in un mondo completamente folle, eccentrico e privo di ogni etica morale.
Questa stravagante storia racconta la voglia di riscatto professionale da parte di Riggan Thompson (Michael Keaton), una star che raggiunse il successo planetario negli anni novanta, interpretando un supereroe alato di nome Birdman. Ma dopo tutti questi anni di etichetta di “uomo uccello”, l’attore, decide di lanciarsi nel mondo di Broadway, con l’intento di dimostrare al mondo di non essere una semplice celebrità da copertina, ma di essere un grande artista dalle enormi capacità recitative.
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Birdman o l’imprevedibile virtù dell’ignoranza è un film del 2014 scritto e prodotto dal regista Alejandro Gonzàlez Innaritu. Con ben dieci candidature agli oscar 2015, la pellicola di Gonzàlez, trasporta gli esseri umani in un mondo completamente folle, eccentrico e privo di ogni etica morale.
Questa stravagante storia racconta la voglia di riscatto professionale da parte di Riggan Thompson (Michael Keaton), una star che raggiunse il successo planetario negli anni novanta, interpretando un supereroe alato di nome Birdman. Ma dopo tutti questi anni di etichetta di “uomo uccello”, l’attore, decide di lanciarsi nel mondo di Broadway, con l’intento di dimostrare al mondo di non essere una semplice celebrità da copertina, ma di essere un grande artista dalle enormi capacità recitative. In questa impresa vengono coinvolti la figlia Sam (Emma Stone), appena uscita da un centro di disintossicazione, Jake (Zack Galifianakis) il suo produttore, un’attrice che aspira al debutto a Broadway fin dalla giovane età, la sua amante Laura e un attore dal brutto carattere di nome Mike (Edward Norton).
“Nessuno potrà mai levarti di dosso quel costume”. E’ questo il messaggio principale che vuole lanciare Gonzàlez agli spettatori, e a tutti quegli attori e attrici, che hanno raggiunto il successo Holliwoodiano interpretando i supereroi più amati dal pubblico. Sicuramente gente come Tobey Maguire si sarà un pochino rivisto nel personaggio di Keaton, visto il suo grande successo raggiunto negli anni passati con la trilogia di Spiderman, personaggio storico dei fumetti Marvel che non lo abbandonerà mai completamente; oppure Hugh Jackman, per carità, un grandissimo attore, ma parliamoci chiaro, lui è e sara sempre il nostro Wolverine degli X-Men!
Ma aldilà di questo, il regista merita i complimenti per la scelta di un cast di attori che con le loro grandi doti hanno contribuito enormemente a questo successo. I migliori tra questi ovviamente sono stati Michael Keaton e Edward Norton, entrambi candidati all’oscar, il primo come miglior attore protagonista e il secondo come miglior attore non protagonista. I due, fin dall’inizio della storia hanno dimostrato di trovarsi in piena sintonia, interpretando il loro personaggio con esemplare naturalezza senza mai stravolgerlo con forzature o esagerazioni. In alcune scene Norton però non riesce a nascondere il suo voler dominare sul collega, cioè quello di mettere da parte anche solo per un attimo Keaton e incentrare la storia su di lui, facendo credere anche un po’ al pubblico che sia Mike il vero protagonista del film e non Riggan. Ma questa situazione non ha influenzato particolarmente il film, anche perché negli ultimi quaranta minuti del film il personaggio di Norton sparisce completamente dalla scena, lasciando spazio alla mente folle di Riggan Thompson e al suo fidato supereroe Birdman che non abbandona la sua testa neanche per un secondo. Le ambientazioni sono moderne, dei giorni d’oggi, ma non è la classica New York che tutti conosciamo, anzi sembra che tutta la città sia completamente spenta e che l’unico lampione che rimane acceso è quello che illumina lo storico teatro di Broadway dove sta per andare in onda il grande spettacolo di quell’uomo, che negli anni novanta proteggeva i cittadini dai cattivi svolazzando tra i grattacieli con il suo costume da enorme uccello.
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vincenzo ambriola
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lunedì 9 febbraio 2015
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un atto di grande amore
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Riggan Thompson è Birdman, nel corpo e nello spirito. Come Birdman sa volare, spostare oggetti a distanza, distruggerli. Ma Birdman è anche la sua voce interiore che lo tormenta, lo assilla, lo consiglia nel bene e nel male. Birdman non deve recitare a Broadway, ma continuare a raccogliere successi mondiali, celebrità acclamata e universalmente riconosciuta. Riggan, invece, vuole dimostrare che non è solo celebre ma anche bravo, capace di sfidare il pubblico e la critica newyorkese, quella che conta, quella che sa riconoscere l'oro dal piombo. Sarà necessario un atto estremo, un atto di grande amore per il teatro a fargli vincere questa sfida. Il resto è noia, una noia che ti tiene incollato alla poltrona, che ti fa ammirare la maestria delle riprese, della musica ritmata e incalzante, che ti fa vivere un po' di teatro al cinema, senza pretese, un po' di sano teatro.
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Riggan Thompson è Birdman, nel corpo e nello spirito. Come Birdman sa volare, spostare oggetti a distanza, distruggerli. Ma Birdman è anche la sua voce interiore che lo tormenta, lo assilla, lo consiglia nel bene e nel male. Birdman non deve recitare a Broadway, ma continuare a raccogliere successi mondiali, celebrità acclamata e universalmente riconosciuta. Riggan, invece, vuole dimostrare che non è solo celebre ma anche bravo, capace di sfidare il pubblico e la critica newyorkese, quella che conta, quella che sa riconoscere l'oro dal piombo. Sarà necessario un atto estremo, un atto di grande amore per il teatro a fargli vincere questa sfida. Il resto è noia, una noia che ti tiene incollato alla poltrona, che ti fa ammirare la maestria delle riprese, della musica ritmata e incalzante, che ti fa vivere un po' di teatro al cinema, senza pretese, un po' di sano teatro.
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joker 91
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lunedì 23 febbraio 2015
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capolavoro umano
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Inarritu è un grande regista,difficilmente sbaglia e questo film ne è la prova. Keaton finalmente ritorna agli occhi del grande pubblico in modo spavaldo e grandioso,il film racconta un uomo che è stato una grande star e che ora con gli anni arranca nel peggio sempre più. Deciderà di sperimentarsi in un lavoro teatrale a New York... Birdman si interroga sulla vita inutile di oggi fatta di selfie e visualizzazioni twitter con l'arte e il sacrificio sempre più in secondo piano. Keaton ritorna in grande spolvero e ci rappresenta un uomo che non riconosce più il mondo,un uomo che ha visto cambiare la gente in peggio e non si capacità del perchè,un uomo che cerca di tornare a galla ma infondo nemmeno lui apprezza più la vita che lo circonda.
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Inarritu è un grande regista,difficilmente sbaglia e questo film ne è la prova. Keaton finalmente ritorna agli occhi del grande pubblico in modo spavaldo e grandioso,il film racconta un uomo che è stato una grande star e che ora con gli anni arranca nel peggio sempre più. Deciderà di sperimentarsi in un lavoro teatrale a New York... Birdman si interroga sulla vita inutile di oggi fatta di selfie e visualizzazioni twitter con l'arte e il sacrificio sempre più in secondo piano. Keaton ritorna in grande spolvero e ci rappresenta un uomo che non riconosce più il mondo,un uomo che ha visto cambiare la gente in peggio e non si capacità del perchè,un uomo che cerca di tornare a galla ma infondo nemmeno lui apprezza più la vita che lo circonda. Un viaggio nell' oscurità di ogni uno di noi
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intothewild4ever
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mercoledì 21 gennaio 2015
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birdman, virtuosismi per cinema.
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Quando il cinema fa autocritica, lo fa sempre ferocemente. Inarritu, con una regia superba e piani sequenza interminabili e perfetti, tenta di distuggere Hollywood e i suoi miti, passando per Broadway e il palco di un vecchio teatro, mescolando la vita reale di un attore in decadimento, con quella malata della sua mente e quella irreale dell'attore su di un palco. Non c'è frenesia nel raccontare la storia, così come non ci sono pause. Il film scorre con la pacatezza di un grande fiume: lento ma inesorabile. Con la forza della sua mole d'acqua il fiume trascina con se tutti coloro che si immergono nelle sue acque fangose. La prova degli attori è ottima, così come le riprese non hanno sbavature, ci si perde però un po' troppo spesso in dialoghi cupi, in svolazzi pomposamente messi li per mostrare la forte autorialità che si voleva dare al film.
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Quando il cinema fa autocritica, lo fa sempre ferocemente. Inarritu, con una regia superba e piani sequenza interminabili e perfetti, tenta di distuggere Hollywood e i suoi miti, passando per Broadway e il palco di un vecchio teatro, mescolando la vita reale di un attore in decadimento, con quella malata della sua mente e quella irreale dell'attore su di un palco. Non c'è frenesia nel raccontare la storia, così come non ci sono pause. Il film scorre con la pacatezza di un grande fiume: lento ma inesorabile. Con la forza della sua mole d'acqua il fiume trascina con se tutti coloro che si immergono nelle sue acque fangose. La prova degli attori è ottima, così come le riprese non hanno sbavature, ci si perde però un po' troppo spesso in dialoghi cupi, in svolazzi pomposamente messi li per mostrare la forte autorialità che si voleva dare al film. Mi chiedo se davvero ci fosse tutto questo bisogno di dare questa bordata ai così detti Blockbuster's, e se il mondo di Hollywood sia davvero così disastrato e i suoi interpreti siano così mentalmente deviati. Forse sì, magari no, però in fondo le pellicole di intrattenimento, tutte azione e poco cervello, piacciono a molti, magari non agli amanti del cinema puro, ma a quelli dello spettacolo-intrattenimento sì, e in fondo il cinema è anche questo, per alcuni soprattutto, intrattenimento e spettacolo. Certo, qualcuno dirà il cinema è arte, ma lo sappiamo tutti che la concezione di arte è soggettiva. Ci sono persone disposte a credere che Piero Manzoni abbia creato davvero opere d'arte con i suoi barattoli pieni dei suoi escrementi, tant'è vero che qualche anno fa una sua scatola è stata veduta da Shoteby's a 124.000 €. Personalmente, per questo film, non pagherei il prezzo del biglietto, ma nonostante ciò, penso che a molti potrebbe piacere e quindi: se amate il cinema impegnato (impegnato soprattutto a specchiarsi e a trovarsi così orribile da farci un film sopra), allora questo è il film per voi. Se volete solo essere intrattenuti, beh, lasciate perdere.
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[+] di cosa parliamo quando parliamo di cinema
(di zeppelin)
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pisiran
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martedì 17 febbraio 2015
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volando con i piedi a terra
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Non ho mai avuto durante la proiezione la sensazione del grande film, come per altro non ho mai sentito la certezza che non lo fosse. Sono state diverse e contrastanti le sensazioni provate, una delle quali che il film sia da consigliare a tutti. Ho avuto momenti di noia misti a momenti emozionanti, per questa storia in cui l'ego umano si pone all'attenzione dello spettatore, e non mi è stato facile capire se stavo assistendo a una favola, o a una trasposizione di una realtà umana a dimostrazione delle nostre fragilità nella ricerca di essere quanto noi vorremmo. Certo il cast è all'altezza e ogni uno eccelle nella sua parte, ben diretti da un regista che non solo sa essere pratico ma cerca di trasmettere anche quanto al cinema rimane difficile fare.
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Non ho mai avuto durante la proiezione la sensazione del grande film, come per altro non ho mai sentito la certezza che non lo fosse. Sono state diverse e contrastanti le sensazioni provate, una delle quali che il film sia da consigliare a tutti. Ho avuto momenti di noia misti a momenti emozionanti, per questa storia in cui l'ego umano si pone all'attenzione dello spettatore, e non mi è stato facile capire se stavo assistendo a una favola, o a una trasposizione di una realtà umana a dimostrazione delle nostre fragilità nella ricerca di essere quanto noi vorremmo. Certo il cast è all'altezza e ogni uno eccelle nella sua parte, ben diretti da un regista che non solo sa essere pratico ma cerca di trasmettere anche quanto al cinema rimane difficile fare. In pratica è un film che ti fa volare rimanendo a terra, mettendo davanti allo spettatore tali e tanti significativi argomenti da farti dire all'uscita cinema, " contento di averlo visto." Film per tutti, e buona visione al cinema.Pisiran-Vr
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